Villa Possio, già Vigna il Parassole
E' la classica villeggiatura borghese dignitosa e comoda. La facciata è adorna di un frontespizio triangolare e incorpora una cappella a destra e a sinistra una torretta ottocentesca.
Il Grossi indica come proprietario il «sig. Parassole, mercante da seta», in possesso della vigna dal 1775, e ne decanta «i magnifici pergolati di viti».
Note
Da Politecnico di Torino Dipartimento Casa-Città, Beni culturali ambientali nel Comune di Torino, Società degli Ingegneri e degli Architetti in Torino, Torino 1984:
VILLA POSSIO, GIA VIGNA IL PARASSOLE
Strada Fenestrelle 37/int. 6, Strada Consortile del Bellardo
Vigna, casino e cappella.
Edificio di valore ambientale, in quanto concorre con il suo impianto volumetrico allungato, con l'«artefatto piano» a belvedere sulla città e con i coltivi che si collegano alla villa d'Harcourt, alla definizione del poggio sommitale di Strada di Fenestrelle.
Il Grossi la descrive come «Parassole vigna e casino con Cappella». Il primo documento relativo alla proprietà è del 1775. La Rabbini conferma l'impianto rilevato nel catasto napoleonico sia per planimetria degli edifici sia per dislocazione del giardino a ponente. La cappella, inserita nell'edificio, è rilevabile dalla presenza di una semplice facciata conclusa da un timpano. I rustici a levante sono posteriori al rilevamento Rabbini. La facciata è stata ripresa nel tardo Ottocento quando sono stati aggiunti i «lambris» variando la falda del tetto e la torretta.
A. GROSSI, 1791. pp. 127-128; PLAN GEOMÉTRIQUE […], 1805; [Catasto Rabbini]. 1866. fol. XIX; E. GRIBAUDI ROSSI, 1975, pp. 162-163.
Tavola: 43