Sciopero generale contro la guerra (1915)
Dopo una serie di manifestazioni di interventisti e neutralisti, il 16 maggio 1915 si apre a Bologna il convegno nazionale del Partito socialista al fine di discutere l'opportunità di uno sciopero generale. A Torino, nonostante alcuni pareri contrari, alla Camera del lavoro si stabilisce di indire lo sciopero senza attendere la decisione di Bologna. Le manifestazioni dureranno 48 ore e saranno caratterizzate da un gran numero di partecipanti e da violentissimi scontri con la Cavalleria.
Cronologia
20 marzo manifestazione di mille studenti nel cortile dell’Università di Torino a favore della guerra
1 maggio alla manifestazione per la Festa dei lavoratori partecipano circa centomila persone con cartelli contrari alla guerra
12 maggio manifestazione spontanea di operai di fronte alla sede della Camera del lavoro, Bruno Buozzi è colpito alla testa, ma subito soccorso da alcuni manifestanti
15 maggio Salandra dà le dimissioni, ma sono respinte dal re, manifestazioni spontanee a Torino
16 maggio a Bologna si tiene il Convegno nazionale del Partito socialista, la Camera del lavoro di Torino indice lo sciopero generale
17-18 maggio sciopero generale a Torino
19 maggio riprende il lavoro nelle fabbriche
A Torino, in seguito a una serie di manifestazioni a favore dell’ingresso in guerra dell’Italia, si moltiplicano i cortei e i comizi dei neutralisti.
Il 20 marzo circa mille studenti manifestano a favore della guerra nel cortile dell’Università. Il 1° maggio, alla manifestazione per la Festa dei lavoratori, partecipano circa 100.000 persone esponendo cartelli con slogan contrari alla guerra. Il 12 maggio, giorno in cui Giolitti riceve il plebiscito dei parlamentari (300 deputati e 100 senatori favorevoli alle tesi neutraliste) escono spontaneamente dalla fabbriche circa 15.000 operai e si dirigono davanti alla Camera del lavoro. Violente cariche della Cavalleria disperdono i manifestanti, Bruno Buozzi viene colpito alla testa, ma subito soccorso da alcuni manifestanti. Il 15 maggio Salandra dà le dimissioni da primo ministro, respinte dal re. A Torino si alternano manifestazioni spontanee di interventisti, soprattutto studenti, e neutralisti. Il 16 maggio si apre a Bologna il convegno nazionale del Partito socialista indetto tre giorni prima per discutere l’opportunità dello sciopero generale. A Torino, nonostante alcuni pareri contrari, alla Cgdl si stabilisce di indire lo sciopero senza attendere la decisione di Bologna, che lascerà libera scelta di azione alle organizzazioni locali.
Il 17 maggio mattina si formano lunghissimi cortei per le vie cittadine, e circa 100.000 persone assistono a un comizio in cui parlano tra gli altri Angelo Tasca e Vincenzo Pagella della Cgdl. Verso le 10.30 iniziano le prime cariche della Cavalleria: il giovane falegname Carlo Dezzani rimane ucciso, mentre 14 dimostranti sono feriti. Gli scontri continuano per tutta la giornata, e verso le 15.30 alcuni operai saccheggiano un negozio di armi, ingaggiando un conflitto a fuoco con le forze dell’ordine: molti i feriti, ma nessuna vittima. Il generale Sapelli ordina di occupare la casa del Popolo, che viene saccheggiata e semidistrutta, mentre il gruppo dei dirigenti socialisti è arrestato. Dopo tale episodio i socialisti della minoranza consiliare invitano gli operai a tornare al lavoro, cosa che avviene solo il 19 maggio.
Bibliografia
- Spriano, Paolo, Storia di Torino operaia e socialista. Da De Amicis a Gramsci, G. Einaudi, Torino 1972
- Agosti, Aldo - Bravo, Gian Mario (a cura di), Storia del movimento operaio, del socialismo e delle lotte sociali in Piemonte, De Donato, Bari 1979-1981
- Forbice, Aldo, La forza tranquilla: Bruno Buozzi, sindacalista riformista, Franco Angeli, Milano 1984
- Castronovo, Valerio, Torino, Laterza, Roma - Bari 1987
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