Villa Promis, già Vigna il Chinet
Questa vigna, in ottima posizione, era soprannominata “Il Gatto” perché per raggiungerla, nel passato, era necessario arrampicarsi per un ripido sentiero.
La vigna appartenuta a G. B. Chinet, mercante in pellicce, è chiamata anche "Il Gatto", nome che non deriva da coloro che ne furono proprietari, ma sembra derivare dal ripido arrampicarsi del sentiero per giungere alla vigna. Il Grossi afferma anche che nella Cappella della villa «evvi un bellissimo quadro esprimenti i tre Re Magi».
I Chinet abbellirono la villa ed ebbero particolare cura del giardino, di cui è rimasto il disegno originario del 1779: era un giardino all'italiana, rettangolare, con otto aiuole a spicchi delimitate da altrettanti vialetti che partivano da un rondò centrale. Nel primo Ottocento la proprietà passò agli Avogadro di Quaregna e qui soggiornò il famoso scienziato Amedeo. La proprietà passò a Domenico Promis, storico di chiara fama, che entrò nella vigna nel 1844 e alla famiglia rimase fin dopo il 1910. Quindi la villa decadde e fu spogliata degli arredi e così avvenne per la cappella.
Note
Da Politecnico di Torino Dipartimento Casa-Città, Beni culturali ambientali nel Comune di Torino, Società degli Ingegneri e degli Architetti in Torino, Torino 1984:
VILLA PROMIS, GIA VIGNA IL CHINET
Via Mirabello 3
Vigna.
Edificio di valore ambientale e documentario. Il manufatto con il suo giardino costituisce elemento caratterizzante il versante nord del poggio collinare di Sassi.
Il Grossi riporta: «vigna con casino e Cappella del Sig. Giovan Battista Chinet per diverse parti della vigna vi sono ameni passeggi […]». La proprietà è mantenuta dai Chinet per tutto il Settecento, ad essi subentrano nel primo Ottocento gli Avogadro di Quaregna e quindi nel 1844 i Promis. Del giardino esiste il disegno originario del 1779 dove sono tracciati i «parterres».
A. GROSSI, 1791, p. 57; PLAN GEOMÉTRIQUE […], 1805; [Catasti, RABBINI], 1866, fol. XIX; E. GRIBAUDI ROSSI, 1975, pp. 132-133.
Tavola: 43