La politica di Carlo Alberto

Un sovrano discusso che condusse politiche repressive, ma avviò la modernizzazione del regno e concesse lo Statuto. Dopo le sconfitte nella Prima guerra d’indipendenza, abdicò, morendo poco dopo in esilio.
Membro del ramo cadetto dei Savoia Carignano, Carlo Alberto salì al trono nel 1831 quando Vittorio Emanuele I morì senza eredi diretti. Regnò sino all’abdicazione del 1849 suscitando giudizi contrastanti per i suoi comportamenti spesso ritenuti contraddittori.
Da reggente, durante i moti del 1821, tentò di mediare fra trono e rivoltosi schierandosi dapprima parzialmente con costoro, concedendo la Costituzione, poi ritrattando, dopo essere stato sconfessato da re Carlo Felice, e reprimendo con durezza gli oppositori negli anni successivi.
Salito al trono, si schierò a fianco dell’Austria conservatrice e inasprì la censura, ma avvio riforme interne in tema di economia, esercito, bilancio, sanità, e iniziò la realizzazione delle ferrovie.
Nel 1848, le pressioni della piazza lo convinsero ad emanare lo Statuto per evitare la rivoluzione. Allo scoppio della Prima guerra d’indipendenza ruppe i patti con l’Austria, ma dopo le sconfitte subite dall’esercito al suo comando a Custoza nel 1848 e Novara nel 1849, abdicò ritirandosi a Porto in Portogallo.
Personalità tormentata e chiusa, morì dopo pochi mesi d’esilio.
Bibliografia
- Niccolò Rodolico, Carlo Alberto principe di Carignano, Le Monnier, Firenze 1930
- Adolfo Colombo, Carlo Alberto, Stabilimento tipografico L. Proja, Roma 1932
- Nada, Narciso, Dallo Stato assoluto allo Stato costituzionale. Storia del Regno di Carlo Alberto dal 1831 al 1848, Istituto per la storia del Risorgimento italiano, Roma 1980
- Castelnuovo, Enrico - Rosci, Marco (a cura di), Cultura figurativa e architettonica negli Stati del Re di Sardegna, 1773-1861, Vol. I, Stamperia artistica nazionale, Torino 1980 , pp. 283-516