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Mimmo Jòdice al Museo della Frutta

Mimmo Jòdice conduce un'analisi esplorativo-visiva, attraverso la sua fotografia, delle sale del Museo della Frutta in via Pietro Giuria, 15.


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  • edificio pubblico | ordine professionale | laboratorio

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  • Fotografia | Arte | Museo

1. Obiettivo sulla Biodiversità

Lo sguardo fotografico di Mimmo Jòdice (Napoli 1934) raggiunge Torino, scrutando, attraverso un linguaggio improntato sull’essenzialità della composizione, le sale espositive del Museo della Frutta di via Pietro Giuria, 15.
Le 17 fotografie interamente in bianco e nero restituiscono all’osservatore un percorso visivo del Museo. L’obiettivo di Mimmo Jòdice cattura non solo l’indiscussa protagonista delle sale, ossia la frutta, straordinariamente riprodotta dall’artista Francesco Garnier Valletti ma anche alcuni spazi espositivi come la sala audio-visiva, la ricostruzione evocativa dei laboratori d’analisi e le sale della collezione pomologica. Mimmo Jòdice, attraverso i suoi scatti, vuole lasciare una vera e propria testimonianza fotografica della preziosa varietà di frutta, oggi quasi scomparse. Si tratta dunque di un omaggio non solo al Museo ma anche al suo scopo ultimo: proteggere la biodiversità.

2. Mimmo Jòdice: Vita e Opere

Mimmo Jòdice nasce a Napoli nel 1934. Fin dalla sua giovane età si avvicina al mondo della fotografia, della quale apprende, da autodidatta, i segreti e le diverse possibilità visive. 
La sua carriera fotografica inizia con l'obiettivo di raccontare la sua terra d'origine: i paesaggi e le architetture di Napoli. Da qui, le sue prime pubblicazioni: Napoli, una vicenda (1974); Vedute napoletane (1980); Naples: une archéologie future (1982); La città invisibile (1990); Passé interieur (1993).

Negli anni successivi l'artista continua il suo lavoro esplorando nuovi paesaggi urbani di luoghi e città diverse, il risultato del suo lavoro è oggetto di un'importante esposizione Perdersi a guardare tenutasi nel 2007 a Milano presso il Forma (Centro Internazionale di Fotografia), dove racconta trent'anni del suo girovagare per l'Italia.

Lo stile di Mimmo Jòdice si inserisce all'interno delle avanguardie artistiche degli anni Sessanta. Egli elabora fin da subito un linguaggio improntato sull'essenzialità della composizione con l'obiettivo di evocare, attraverso le sue foto, un immaginario simbolico.

La sua fotografia, sperimentale e avanguardistica, si afferma anche in campo internazionale. Il suo lavoro sarà infine riconosciuto dal prestigioso premio "Antonio Feltrinelli", conferitogli dall'Accademia dei Lincei nel 2003, un premio per la prima volta dato alla Fotografia.

Tra le mostre vanno ricordate:
- nel 2016, presso il Museo Madre di Napoli, Attesa 1960-2016, la più ampia retrospettiva dei suoi lavori dal Sessanta a oggi.
- dal 29 giugno 2023 al 7 gennaio 2024, Senza Tempo presso le Gallerie d'Italia di Torino. Per l'occasione Mario Martone, celebre regista e autore, ha diretto e realizzato un filmato documentario sulla vita di Mimmo Jodice, suo amico e concittadino, che viene mostrato nelle sale espositive per la prima volta.

 

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