Bombardamento 4 febbraio 1943
Il 4 febbraio 1943 Torino fu bombardata dall’aviazione inglese (RAF). Il bombardamento durò 30 minuti, a seguito del bombardamento si registrarono 29 vittime e 53 feriti.
Il bombardamento del 4 febbraio 1943 fa parte della seconda fase di incursioni che colpì Torino: queste incursioni furono definite «terroristiche». Le azioni notturne erano compiute da grandi formazioni di quadrimotori della RAF che si susseguivano a più ondate, avendo come obiettivo una zona predefinita della città, che colpivano indiscriminatamente. Le bombe dirompenti usate furono di calibro grosso (1.000 libbre) e grossissimo (2.000 e 4.000 libbre) e furono lanciati anche spezzoni incendiari alla termite, le nuove bombe al fosforo e bottiglie e bidoni di benzina al fosforo. Ogni ondata sganciava prima le bombe dirompenti e poi gli ordigni incendiari. Questa tecnica rendeva impossibile l’impiego dei mezzi antincendio durante l’incursione e favoriva lo svilupparsi di incendi di vaste proporzioni. Ai danni degli incendi si sommavano quelli delle esplosioni delle bombe dirompenti, che distruggevano gli edifici e bloccavano i servizi e le comunicazioni (interrotte le strade, i cavi elettrici e telefonici, le tubature del gas e dell’acqua). In questa seconda fase si assistette al primo vero sfollamento dei torinesi. L’incursione aerea degli inglesi del 4 febbraio con centottantotto aerei di tipo Lancaster, Wellington, Stirling e Halifax si protrasse dalle 21.30 alle 22.00. I centocinquantasei velivoli che raggiunsero Torino fecero piovere sulla città novantatre bombe dirompenti e alcune decine di migliaia di spezzoni incendiari. Ancora una volta la Protezione antiaerea sottostimò pesantemente gli effettivi inglesi, valutandoli a meno di un terzo del reale. Su quell’incursione esistono due rapporti che forniscono un quadro sufficientemente chiaro della situazione. Il primo, K. 1472 del 10 febbraio mette in evidenza come la maggior parte dei danni si concentri sulla striscia urbana che corre in diagonale da sud-est a nord-ovest “a sud-est è stato colpito di fresco in due punto lo stabilimento Fiat (Lingotto) specializzato nella fabbricazione di motori per l’aereonautica. Sparsi nella stessa area, poco più a nord, altri sette fabbricati industriali e numerosi edifici di diversa natura sono stati danneggiati o distrutti dagli incendi successivi ai bombardamenti. Si devono poi rilevare anche i guasti causati dalle bombe ad alta intensità esplosiva e dalle fiamme nelle zone del centro cittadino, che si trovano sulla medesima lina diagonale degli stabilimenti, e in numerose altre parti dei quartieri Cenisia, Campidoglio e Monginevro”. Nel corso dello stesso raid, bombe ad alto potenziale raggiungono anche i centri periferici di Rivoli e Grugliasco. Il secondo rapporto, il K. 1485 del 22 febbraio, si limita ad aggiungere solo qualche dettaglio come ad esempio il fatto che “si notino parecchi punti di probabili danni freschi all’interno di aree già martoriate”. Il bombardamento del 4 febbraio danneggiò gravemente alcuni impianti industriali come il Lingotto, gli stabilimenti Michelin, la Fratelli Piacenza. Furono poi colpiti l’Ospedale delle Molinette e l’Ospedale Mauriziano.
Bibliografia
- Bonacina, Giorgio, Obiettivo: Italia. I bombardamenti aerei sulle città italiane dal 1940 al 1945, Mursia, Milano 1970
- De Luna, Giovanni, I bombardamenti, in Boccalatte, Luciano - De Luna, Giovanni - Maida, Bruno (a cura di), Torino in guerra: 1940-1945. Catalogo della mostra Torino, Mole Antonelliana, 5 aprile - 28 maggio 1995, Gribaudo, Torino 1995, pp. 21-26
- Marchis, Riccardo (a cura di), Carlo Chevallard. Diario 1942-1945: cronache del tempo di guerra, Blu, Torino 2005
- Patricelli, Marco, L'Italia sotto le bombe. Guerra aerea e vita civile 1940-1945, GLF Laterza, Roma - Bari 2009
- Bassignana, Pier Luigi, Torino sotto le bombe nei rapporti inediti dell'aviazione alleata, Edizioni del Capricorno, Torino 2013 , p. 71 sgg.
Fonti Archivistiche
- ASCT, fondo Prinotti, cartella 31, fascicolo 11, Diario n° 10, p. 23
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Ente Responsabile
- Museo Diffuso della Resistenza della Deportazione della Guerra dei Diritti e della Libertà