Il tempo pieno a scuola
Nella Torino di fine anni Sessanta, attonita di fronte al grande boom immigratorio e alla conseguente espansione della città che comporta l'improvviso raddoppio del numero di studenti, si sperimenta la scuola a tempo pieno.
L'istituzione del tempo pieno, negli anni Sessanta, è scaturita da una vera e propria esigenza sociale: le famiglie hanno estrema necessità di lavorare e di conseguenza i ragazzi nel pomeriggio sarebbero stati lasciati soli. Si tratta per lo più di famiglie immigrate, in cui i bambini conoscono a stento l’italiano e hanno quanto mai bisogno di sostegno e incoraggiamento. Non è un caso infatti che la scuola del tempo pieno abbia origine in scuole di periferia; in particolare la paternità dell’esperienza è da attribuire alla Nino Costa¹.
Inizialmente si tratta di un tempo pieno quasi volontario da parte degli insegnanti, legato anche ai gruppi di docenti appartenenti al Movimento Cooperazione Educativa che promulga una didattica partecipata attraverso la realizzazione di un giornalino di classe, insieme ai ragazzi.
“Nell’anno scolastico ’69-70 ottenemmo dal Comune di Torino, grazie alla disponibilità dell’allora assessore all’istruzione Vinicio Lucci, un’ottantina di insegnanti del patronato scolastico che resero possibile, in altrettante classi di quattro scuole distribuite nelle periferie, la realizzazione di un tempo pieno un po’ meno volontaristico di quello che avevamo praticato negli anni precedenti”².
L’esperienza di Torino fu davvero pionieristica: in città inizia il tempo pieno, e inizia con una commistione di insegnanti comunali e statali.
Non si tratta di un semplice prolungamento dell’orario scolastico, né di un dopo-scuola assistito, ma di una vera e propria azione educativa, con una pluralità di interventi e voci. L’avvio del tempo pieno coincide con il periodo di mancanza di aule, ricorso ai doppi o tripli turni, con una situazione sociale non sempre risolta, con remore morali sulla positività di tante ore lontano da contesto familiare.
Ma l’esperimento – in realtà già provato su base volontaria – parte, e nel novembre del 1971 già 83 classi di 5 scuole elementari torinesi hanno il tempo pieno: si tratta, oltre alla scuola Nino Costa, della Gianelli, Casati, Novaro e Pestalozzi. Il Ministero assegna a Torino 82 insegnanti (a fronte di una richiesta di 100). L’entusiasmo è alto ma sussistono diversi dubbi: alcuni genitori della scuola Pestalozzi firmano un esposto contro il tempo pieno, che poi non ha avuto seguito. Il Comune deve affrontare spese ingenti: 300 milioni in attrezzature e stipendi, 100 milioni tra refezione e trasporti. Nel frattempo, a spese dello Stato, si avvia la medesima sperimentazione anche in cinque scuole medie: Fermi, Casorati, Olivetti, Pavese e Nievo.
Non mancano le difficoltà: soldi, attrezzature e spazi (in particolare per la refezione) sono carenti. I genitori e gli insegnanti della Pestalozzi chiedono venga loro assegnata la sede di Villa Genero e la scuola Casati cerca un accordo con l’Azienda Raccolta Rifiuti per poter usare i loro spogliatoi.
Dopo il riconoscimento a livello nazionale da parte del ministero (che assegna a ogni classe un contributo annuo di 250.000 lire per acquisto di materiali – presto ridotto a 50.000 lire - e stabilisce per ogni insegnante un periodo di aggiornamento annuo di 200 ore obbligatorie), arriva presto quello delle famiglie degli alunni: riconosciuto il valore didattico dell’esperienza del tempo pieno e delle attività integrative che esso offre, spesso anche le famiglie che non avevano necessità contingenti di tenere i figli a scuola, chiedono il tempo pieno. Un caso per tutti la scuola elementare D’Azeglio che, pur accogliendo i figli della Torino benestante, nell’arco di soli due anni è passata al tempo pieno in tutte le classi.
I dati in effetti parlano chiaro: nel 1973 in Torino e Provincia si contano circa 170 classi a tempo pieno e 8200 a tempo normale; all’inizio dell’anno scolastico 1975-1976 sono 7.000 gli alunni che, nella sola Torino, scelgono il tempo pieno.
Note
1. Tempo pieno: un’esperienza di scuola a misura di bambino raccontata dagli insegnanti e dalla direttrice della scuola elementare Nino Costa (Torino), Torino, Omega, 1985.
2. Fiorenzo Alfieri, Premessa/testimonianza, in Luciana Pasino e Pompeo Vagliani, Il primo giorno di scuola. Un’epica per gli insegnanti, Torino, SEI, 2010.
Bibliografia
- Tempo pieno: un’esperienza di scuola a misura di bambino raccontata dagli insegnanti e dalla direttrice della scuola elementare Nino Costa (Torino), Omega, Torino 1985
- Fiorenzo Alfieri, Premessa/testimonianza, in Luciana Pasino, Pompeo Vagliani (a cura di), Il primo giorno di scuola. Un’epica per gli insegnanti, SEI, Torino 2010
Fonti Archivistiche
- Archivio Storico La Stampa.
- Archivio Storico Città di Torino.
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Ente Responsabile
- Fondazione Tancredi di Barolo