Nel 1837 nacque la Compagnia per l'illuminazione a gas della città di Torino, costituita con capitali francesi e torinesi. L'officina per la produzione del gas necessitava di una sede con caratteristiche precise: almeno trecento metri di distanza dall'abitato, grande disponibilità d'acqua, vicinanza alle strade dalle quali giungevano i rifornimenti di carbone che arrivavano dal porto di Genova su carri trainati da cavalli. Venne scelto un terreno nelle vicinanze di Porta Nuova, all'epoca al di fuori dei confini della città, e il progetto venne affidato all'architetto Carlo Gabelli e all'ingegner Gautier. Dopo gli accordi con il Municipio per la posa delle tubature nel sottosuolo, cominciarono i lavori di costruzione dell'officina del gas, che era composta da un edificio principale per gli uffici della Compagnia e le abitazioni del personale di pronto reperimento, dai depositi di combustibile, dai macchinari per la distillazione del gas dal carbone e dai gasometri per la conservazione e la distribuzione. Nel 1839 entrò in funzione la prima conduttura, che passava sotto piazza del Re (l'attuale piazza Carlo Felice), percorreva via Nuova (via Roma) fino a piazza Castello dove si biforcava: da un lato via Doragrossa (via Garibaldi), dall'altro via Po fino a piazza Vittorio. A cavallo tra Otto e Novecento lo stabilimento fu smantellato e venne avviato un programma edilizio. Nel 1972, in occasione della costruzione di un nuovo stabile, sono state rinvenute le fondamenta dei gasometri.