Cascina Bellezia
Poco rimane oggi dell’antico splendore della Bellezia, elegante cascina di valore architettonico e ambientale unici. Il complesso di edifici prende il nome dal suo proprietario più celebre, Gian Francesco Bellezia, professore presso l’Università di Torino e Sindaco della città negli anni Trenta del Seicento.
1. Le origini
La cascina Bellezia viene costruita nel XVII secolo in un’area di grande sviluppo agricolo dove le fabbriche rurali originali risalgono al XV e al XVI secolo.
Prende il nome del proprietario: Gian Francesco Bellezia (1602-1672), professore di Diritto presso l’Università torinese e Sindaco della città negli anni Trenta del Seicento. Alla sua morte, il complesso di edifici passa in eredità alla figlia Anna Taddea, sposa di Giovanni Francesco Piossasco, conte di None.
Nella Carta Topografica della Caccia, datata 1762, il complesso edilizio della “Bellezza” viene rilevato nella parte padronale e rurale con giardini dal notevole disegno. Le fabbriche sono racchiuse in una corte cinta da mura e il paesaggio intorno è costituito da prati, campi e bracci delle bealere.
L’architetto Giovanni Amedeo Grossi nel 1790 descrive così la proprietà: “la Bellezia, villa, e cascine del signor Conte di None situate nel concentrico del territorio di Grugliasco, e comprende in quello di Torino, da cui sono distanti quattro miglia; ritrovansi alla destra della strada che si dirama da quella d’ Orbassano, e continua avanti la Chiesa del Gerbo, e quindi a Grugliasco; il palazzo della Bellezza, che ritrovasi dirimpetto a Gonzole; è molto esteso, ed egregiamente ordinato, in attiguità del medesimo vi sono due giardini con un bel vedere, e successivamente la fabbrica rustica pelle cascine costituite da trecento giornate, che riuniscono l’utile ed il dilettevole”.
La descrizione del Grossi presenta un edificio di valore architettonico ed ambientale unici: un complesso a più corti con villa e cascine, giardini con un belvedere e trecento giornate di terreni coltivabili costituiti da campi e prati. Il rilievo planimetrico mette in evidenza l’esistenza di due corpi separati, la villa e il rustico, entrambi con impianto a corte chiusa.
2. XIX e XX secolo
La Mappa Primitiva Napoleonica del 1805 rileva demolizioni nella corte rurale della cascina, oltre ad ampliamenti e demolizioni nella corte della villa padronale, mentre il Catasto Napoleonico, nello stesso anno, mostra all’interno delle corti i giardini dal disegno di notevole valore ed effetto.
Nelle mappe del Catasto particellare Gatti del 1820 non si registrano variazioni planimetriche e l’autore, probabilmente a causa dei confini amministrativi su cui si divide la cascina, non esegue un censimento accurato. Infatti, dal colonnario risultano solo le case rustiche, prati, campi, un giardino ed uno stagno; riporta come proprietari i fratelli Vicino.
Il Catasto Rabbini, risalente al 1866, non registra variazioni planimetriche rispetto al 1790 e nel corso dell’Ottocento vengono realizzati ampliamenti delle fabbriche della corte rustica: le scuderie, la torre merlata che s’innalza a lato della villa, la cappella e il rustico che ad essa si congiunge.
In un momento iprecisato la cascina Bellezia, così come la vicina cascina Tarina, al civico 909, fu interessata da bombardamenti che causarono lievi danni all'edificio, già ripristinato nel novembre 1945.
Nella seconda metà del XX secolo i fabbricati posti ad est della villa sono stati ceduti al Demanio dello Stato e successivamente demoliti per dar spazio alla linea ferroviaria del vicino Interporto.
Attualmente l’edificio, seppur trasformato rispetto all’impianto sei-settecentesco, è suddiviso tra i comuni di Orbassano e di Torino ed è costituito dalla villa e dalla cascina a corte chiusa. Recentemente la villa è stata oggetto di restauri e ospita un ristorante, mentre la parte rustica è adibita alle attività proprie di una cascina.
Note
Da Politecnico di Torino Dipartimento Casa-Città, Beni culturali ambientali nel Comune di Torino, Società degli Ingegneri e degli Architetti in Torino, Torino 1984:
LA BELLEZIA
Via Basile (Cimitero Torino Sud)
Cascina di pianura.
Edificio civile e rurale con tone, di valore documentario e ambientale, significativo esempio di cascine di pianura, inserita ora in area verde ed in uso agricolo.
Si hanno notizie dell'acquisto della cascina, nel 1632, da parte di G. Francesco Bellezia. sindaco di Torino. La costruzione della villa si deve invece al nuovo proprietario. La cappella ed un rustico furono distrutti da un incendio nel 1825 e in seguito venne edificata una tone dal lato delle scuderie, apportate migliorie interne, ed edificato il loggiato del civile. La decorazione cromatica, la merlatura della tone e le finte finestre gotiche furono eseguite successivamente verso la fine dell'Ottocento. Parte dei fabbricati rustici e dell'aia, è stata tagliata dalla costruzione del recente scalo FF. SS.
A. GROSSI, 1790; PLAN GEOMÉTRIQUE [...], 1805; [Catasto RABBINI], 1866; E. GRIBAUDI ROSSI, 1970, p. 65; C. RONCHETTA, 1980
Tavola: 62
Bibliografia
- Grossi, Giovanni Lorenzo Amedeo, Guida alle cascine, e vigne del territorio di Torino e' suoi contorni ..., in cui si danno diverse notizie utili, ed interessanti, massime in ordine alli Feudi, e distretti delle Parrocchie in detto territorio esistenti ..., Vol. 1, [s.n], Torino 1790 , p. 22 Vai al testo digitalizzato
- Politecnico di Torino. Dipartimento Casa Città, Beni culturali ambientali nel Comune di Torino, Vol. 1, Società degli ingegneri e degli architetti in Torino, Torino 1984 , p. 667 Vai alla pagina digitalizzata
- Gribaudi Rossi, Elisa, Cascine e ville della pianura torinese: briciole di storia torinese rispolverate nei solai delle ville e nei granai delle cascine, Gribaudi, Torino 1988 , pp. 65-68
- Ronchetta, Chiara - Palmucci Quaglino, Laura (a cura di), Cascine a Torino: "La più bella prospettiva d'Europa per l'occhio di un coltivatore", Edifir, Firenze 1996 , pp. 254-256
Fonti Archivistiche
- Andrea Gatti, Catasto Gatti, 1820-1830, Archivio Storico della Città di Torino, CAG, sez. 22
- Andrea Gatti, Colonnario Territoriale, 1820-1830, Archivio Storico della Città di Torino, COLL TER, sez. 22, art. 1031
- ASCT Fondo danni di guerra, inv. 2649, cart. 57, fasc. 1
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