Villa Cristina, già cascina Brucco
Edificata come cascina Brucco nella prima metà del XVIII secolo, è stata eretta a villa dopo il 1740 probabilmente su progetto di un allievo dell’architetto Filippo Juvarra. Fu trasformata in casa di cura nel 1851 dal farmacista Gabriele Grosso per volere del nuovo proprietario, il banchiere Andreis. Attualmente l’edificio, di proprietà privata, è ancora adibito a casa di cura.
Villa Cristina, localizzata nell’area denominata “Feudo di Lucento”, sorge intorno al 1740 sulla preesistente cascina Brucco, dal nome della famiglia che la possedeva. Infatti l’avvocato generale dei poveri per Sua Altezza Reale, Giovanni Paolo Brucco, nel 1710 possedeva la vicina e ben più antica cascina Bergera, di 120 giornate, sita nel Comune di Collegno.
Nella Carta topografica della caccia del 1762, la Cascina Brucco, viene rilevata come corpo di fabbrica a pianta rettangolare con maestosi giardini e corte chiusa. Infatti già sul finire del secolo, come riporta l’architetto Amedeo Grossi, acquisisce il titolo di “Palazzo” e “villa dell’Ill.mo sig. Cavaliere e General d’Envie situata alla sinistra della strada di Druent, poco distante dalla Saffarona sui confini del territorio di Torino (verso Collegno) da cui è distante due miglia e mezzo. Evvi un moderno, e ragguardevole edificio elevato in mezzo a due deliziosi giardini”. Il paesaggio d’intorno è costituito da campi, prati, strade e dal braccio della bealera (canale d’irrigazione) Putea che scorre nei pressi. La villa, probabilmente su progetto di un allievo dell’architetto Filippo Juvarra, viene costruita intorno al 1740. Al suo interno trova spazio una cappella che faceva parte della precedente cascina Brucco.
Nelle mappe del Catasto Napoleonico del 1805, in cui è ancora rilevata come “Ferme Brucco”, si registra un ampliamento mediante la costruzione di due nuove maniche che conformano, con la villa, una planimetria a “C”. Risalgono al 1816 i restauri della cappella, del vestibolo d’ingresso e del salone d’onore.
Nel Catasto particellare Gatti del 1820 non si registrano variazioni planimetriche e il complesso risulta costituito da casa civile, case rustiche e giardino; la proprietà è attribuita ai “Reali Eredi di S.M. Vittorio Emanuele I°”. Dal colonnario si evince inoltre che, nel 1827, la proprietà passa a “Maria Cristina che poi si maritò col Re di Napoli”, alla quale si deve l’attuale nome della villa. Antonio Rabbini nel 1840 rileva la “Villa Gramont” di proprietà del Conte Gramont di Salmour, evidenziando la notevole superficie dei giardini.
Nel 1849 il banchiere Andreis, nuovo proprietario, incarica il farmacista Gabriele Grosso della trasformazione della villa in casa di cura. Il cambiamento di destinazione d’uso avviene nel 1851.
Già nel decennio successivo, come attestano le mappe del Catasto Rabbini del 1866, l’impianto architettonico di villa Cristina è interessato da interventi di ampliamento con la costruzione di nuovi corpi di fabbrica.
Altri ampliamenti avvengono nel corso del XX secolo, fino agli anni ’70, quando il complesso ha assunto la forma che ancora oggi vediamo.
E’ di grande interesse il prospetto dal disegno barocco con paraste, finestrature, aperture ad oculo, campanile a vela, con orologio e torretta centrale.
Attualmente l’edificio, di proprietà privata, è ancora adibito a casa di cura.
Note
Da Politecnico di Torino Dipartimento Casa-Città, Beni culturali ambientali nel Comune di Torino, Società degli Ingegneri e degli Architetti in Torino, Torino 1984:
VILLA CRISTINA
Strada Vicinale delle Vallette
Villa, ora casa di cura.
Edificio civile di valore storico-artistico e ambientale, tipico e significativo esempio di civile in cascina di pianura, ora inserito in aree verde ed usato come servizio (casa di cura).
La costruzione risale al secondo quarto del Settecento. L'edificio era legato, per proprietà e conduzione, alle due cascine La Cavaliera e la Bergera, come Palazzo e Villa del cav. Gen. D'Envie. Nel 1816 subisce interventi di restauro ordinati dalla regina Maria Teresa, nel 1839 passa in proprietà alla famiglia Grammont e nel 1846 al banchiere Andreis; nel 1851 viene trasformata in casa di cura ad opera del farmacista G. Grosso.
A. GROSSI, 1790, p. 102; CARTA COROGRAFICA DIMOSTRATIVA […], 1791, 15, B.1; PLAN GEOMÉTRIQUE [… ], 1805; [Catasto RABBINI], 1866; TOPOGRAFIA / DELLA CITTÀ […], 1840; E. GRIBAUDI ROSSI, 1970, pp. 165-173.
Tavola: 16
Bibliografia
- Grossi, Giovanni Lorenzo Amedeo, Guida alle cascine, e vigne del territorio di Torino e' suoi contorni ..., in cui si danno diverse notizie utili, ed interessanti, massime in ordine alli Feudi, e distretti delle Parrocchie in detto territorio esistenti ..., Vol. 1, [s.n], Torino 1790 , p. 102 Vai al testo digitalizzato
- Gribaudi Rossi, Elisa, Cascine e ville della pianura torinese: briciole di storia torinese rispolverate nei solai delle ville e nei granai delle cascine, Le Bouquiniste, Torino 1970 , pp. 165-172
- Politecnico di Torino. Dipartimento Casa Città, Beni culturali ambientali nel Comune di Torino, Vol. 1, Società degli ingegneri e degli architetti in Torino, Torino 1984 , p. 515 Vai alla pagina digitalizzata
- Ronchetta, Chiara - Palmucci Quaglino, Laura (a cura di), Cascine a Torino: “La più bella prospettiva d’Europa per l’occhio di un coltivatore”, Camera di commercio, industria, artigianato e agricoltura, Torino 1996 , p. 166
- Agricoltura e manifattura in epoca moderna nel territorio periferico di Torino, Seminario di Storia, nell'ambito dell'insegnamento di Storia del Risorgimento, Università degli studi di Torino, Facoltà di Magistero, a.a. 1989/90, relatore Maldini, Daniela - Gili Borghet, Anna Maria - Notario, Paola , Scheda L13
Fonti Archivistiche
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- Amedeo Grossi, Carta Corografica dimostrativa del territorio della Città di Torino, 1791, Archivio Storico della Città di Torino, Collezione Simeom, SIM D1800
- Mappa primitiva Napoleonica, 1805, Archivio Storico della Città di Torino, CAN, Sezioni 1-70
- Plan Geomêtrique de la Commune de Turin, 1805, Archivio di Stato di Torino, Sezioni Riunite, Catasti, Catasto Francese, Allegato A, Mappe del Catasto Francese, Circondario di Torino, Mandamento di Torino, Torino
- Carta dei Distretti riservati per le Regie Cacce divisa in sette parti, 1816, Archivio di Stato di Torino, Sezione Corte, Carte Topografiche per A e B, Torino, Torino 26
- Andrea Gatti, Catasto Gatti, 1820-1830, Archivio Storico della Città di Torino, CAG, sez. 29
- Andrea Gatti, Colonnario Territoriale, 1820-1830, Archivio Storico della Città di Torino, COLL TER, sez. 29, art. 1157
- Antonio Rabbini, Topografia della Città e Territorio di Torino, 1840, Archivio Storico della Città di Torino, Collezione Simeom, SIM D1803
- Servizio Tecnico Municipale del Comune di Torino, Pianta di Torino, 1935, Archivio Storico della Città di Torino, TD 64.7.8
- Istituto Geografico Militare, Carta IGM, 1974, Archivio Storico della Città di Torino, TD 64.7.11
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