Scheda: Soggetto - Tipo: Persona

Aung San Suu Kyi (Rangoon, 1945)

Vissuta in India e Regno Unito, è tornata nel 1988 nel Paese natale, la Birmania, per impegnarsi nel processo di democratizzazione nazionale e divenendo simbolo dell'opposizione non violenta al regime militare. Nel 1991 ha ricevuto il premio Nobel per la pace. Nel 2010 la Città di Torino le ha conferito la cittadinanza onoraria.


Nascita: 19 Giugno 1945

Date note sulla vita: 01 Ottobre 1991
Assegnazione del premio Nobel per la pace

Date note sulla vita: 14 Giugno 2010
Mozione per il conferimento della cittadinanza onoraria

Date note sulla vita: 13 Novembre 2010
Liberazione dalla prigionia

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  • politico

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  • Pace

1. Cenni biografici

Figlia del generale Aung San U, ha studiato in India e, nel 1964, nel Regno Unito, alla Oxford University. Tornata, nel 1988, in Birmania, suo Paese natale, in un momento di forte tensione politica (1988), ha deciso di impegnarsi attivamente per la democratizzazione del proprio Paese ed è stata tra i promotori di un nuovo partito, la Lega nazionale per la democrazia, di cui è stata nominata segretario generale.

Divenuta il simbolo dell'opposizione non violenta al regime militare, nel luglio 1989, è stata posta agli arresti domiciliari e fatta oggetto di una campagna diffamatoria ad opera del regime che ha ostacolato anche se non impedito la lotta per la democratizzazione del Paese condotta da Aung San Suu Kyi. Nell'ottobre del 1991 è stata insignita del premio Nobel per la pace, ritirato solo nel giugno 2012. In un regime di semilibertà, ottenuto grazie anche alle pressioni diplomatiche degli Stati Uniti e delle Nazioni Unite, nell'ottobre 1995 ha assunto nuovamente il suo incarico nel partito, dal quale, nel frattempo, era stata estromessa. Negli anni successivi ha continuato a essere oggetto di  provvedimenti restrittivi, e solo nel novembre 2010 ha riottenuto la piena libertà.

Nel 2012, dopo l'avvento al potere di un governo civile - considerato comunque emanazione di quello militare - è stata eletta alle elezioni parlamentari e, successivamente, ha annunciato la sua candidatura per le consultazioni previste per il 2015 (1).

2. Il premio Nobel per la Pace

Nel 1991, le è stato conferito il premio Nobel per la Pace "for her non-violent struggle for democracy and human rights", per la sua battaglia nonviolenta per la democrazia e i diritti umani.

Il 16 giugno 2012, a Oslo, Aung San Suu Kyi ha pronunciato un discorso (Nobel Lecture). Eccone uno stralcio (2):

"La pace nel mondo è inscindibile. Finché in qualunque luogo le forze negative avranno la meglio sulle forze positive, siamo tutti in pericolo. Ci si potrebbe domandare se tutte le forse negative possano essere eliminate. La risposta semplice è: “No!”. Positivo e negativo convivono nella natura umana. Malgrado ciò è anche nelle facoltà umane lavorare per rinforzare ciò che è positivo e minimizzare o neutralizzare il negativo. La pace assoluta nel nostro mondo è un obiettivo irraggiungibile. Ma è in questa direzione che dobbiamo continuare il nostro cammino, gli occhi puntati su di essa come un viaggiatore nel deserto tiene gli occhi fissi alla stella che lo guida e che lo condurrà alla salvezza. Anche se non raggiungiamo la pace perfetta sulla terra, perché la pace perfetta non è di questo mondo, lo sforzo comune per raggiungere la pace unirà gli individui e le nazioni nella fiducia e nell'amicizia e aiuterà a rendere la comunità degli uomini più sicura e più gentile.

Ho usato la parola 'gentile' dopo attenta riflessione, dovrei dire l'attenta riflessione di molti anni. Fra le dolcezze dell'avversità, e lasciatemi dire che non sono state numerose, ho trovato la più dolce, la più preziosa di tutte, è la lezione che ho imparato sul valore della gentilezza. Ogni gentilezza ricevuta, grande o piccola, mi ha convinta che non ce ne sarà mai abbastanza nel nostro mondo. Essere gentili significa rispondere con sensibilità e calore umano alle speranze e ai bisogni del prossimo. Perfino il più piccolo gesto di gentilezza può illuminare un cuore incattivito. La gentilezza può cambiare la vita delle persone".

© THE NOBEL FOUNDATION 2012

3. Altri riconoscimenti e iniziative

La Città di Torino ha conferito la cittadinanza onoraria (3) al premio Nobel per la pace del 1991, Aung San Suu Kyi, con mozione approvata il 14 giugno 2010 (4). L'onoreficenza le è stata consegnata a mano in Birmania dall'on. Piero Fassino, inviato dell'Unione Europea in Birmania (5). Le ragioni per il riconoscimento sono legate al suo impegno politico in Birmania, volto all’affermazione dei principi di democrazia, pace e tutela dei diritti umani e al perseguimento di un governo basato sulle virtù di verità, giustizia e gentilezza. In particolare, nella motivazione, si ricorda come in un saggio intitolato In Quest of Democracy il premio Nobel scriva: "Dove non esiste giustizia non vi è pace duratura ... Le leggi giuste che salvaguardano i diritti umani sono il fondamento necessario della pace, della sicurezza e possono essere negate solo da menti chiuse che interpretano la pace come silenzio di tutta l'opposizione e la sicurezza come garanzia del loro potere".

All'attivista birmana, diventata icona del movimento non violento e dell'instancabile difesa dei diritti umani, Amnesty International ha conferito nel 2009 il premio "Ambasciatore della coscienza".

Nel 2012 è uscito nelle sale The Lady film di Luc Besson realizzato col patrocinio della Sezione Italiana di Amnesty International. The Lady racconta la vicenda umana e politica della leader birmana (6).

Nel 2013 anche le città di Roma e Bologna le hanno offerto la cittadinanza onoraria.

Note

(1) http://www.treccani.it/enciclopedia/aung-san-suu-kyi/

(2) Traduzione dall'inglese di Paola E. Boccalatte.

(3) Art. 7 dello Statuto della Città di Torino: "Il Consiglio Comunale può conferire la cittadinanza onoraria a personalità, italiane o straniere, non residenti a Torino, con propria mozione motivata presentata da almeno un quarto dei Consiglieri ed approvata da almeno due terzi dei suoi componenti".

http://www.comune.torino.it/amm_com/statuto/statuto_torino.pdf

(4) http://www.comune.torino.it/delibere/2009/2009_07768.html

(5) http://www.repubblica.it/2007/10/sezioni/esteri/birmania-2/fassino/fassino.html

(6) http://www.amnesty.it/the-lady

 

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