Abrate, bar-tavola calda; ex pasticceria
Sotto i portici di via Po, proprio di fronte al palazzo dell’Università; la ristrutturazione effettuata all’inizio del millennio ha cambiato il carattere del locale riuscendo tuttavia a conservare gli arredi originari della bottega storica fondata nel 1866.
1. Cenni storici
Apre nel 1866, probabilmente come forno da pane: uno stretto vano per la vendita e ampi locali sul retro, laboratori per la preparazione di dolci e paste con forni e macchine.
Intorno agli anni Venti-Trenta del Novecento, con il passaggio dell’esercizio da panetteria a pasticceria-confetteria, in successione Calvi e Abrate, viene collocata la devanture in legno dal disegno modernista tutt’ora in uso; in quella circostanza viene ampliata la sala vendita.
Ai tempi, per la sua squisita tradizione pasticcera, Abrate era fornitore ufficiale delle colazioni per i Principi che si formavano alla "Scuola Regia di Cavalleria", servite su un vassoio d’argento.
Una importante ristrutturazione del locale viene effettuata molto tempo dopo, nel 2002 con la chiusura di attività della pasticceria Abrate e la creazione della caffetteria bistrot, passata di mano nel 2008.
Nell’occasione, la sala vendita ora caffetteria è stata ampliata con l’inclusione del laboratorio e con l’arretramento della boiserie di fondo, ora divisorio dalla moderna cucina per la piccola ristorazione ricavata sul retro della sala.
Nella zona caffetteria sono conservati gli arredi storici: banconi e boiserie sono soltanto stati spostati da un lato all'altro.
Una seconda saletta è stata ricavata nei locali settecenteschi di un maniscalco.
A curiosa testimonianza di un’epoca passata, la botola a "occhio" che si apre nel soffitto della sala ex laboratorio da cui si dice che un tempo i proprietari, dall’alloggio soprastante, controllassero il lavoro dei dipendenti. Sulla parete di sinistra, una nicchia ospitava l’antico forno per il pane, oggi mascherata da un'incorniciatura da camino. Quattro vani interrati ospitavano grandi vasche in cemento utilizzate in passato per la conservazione delle uova.
Il locale fa parte del marchio Locali Storici d'Italia.
2. Arredi esterni
Intorno agli anni Trenta del Novecento è collocata l'attuale devanture in noce, su uno zoccolo in marmo verde della val Roja, dal disegno lineare di gusto razionalista: due vetrine simmetriche incorniciano l’ingresso arretrato a bussola con lati strombati. Nella parte superiore del monoblocco si trova l’insegna a lettere in legno dorate “PASTICCERIA ABRATE SUCC.CALVI” e su pannello concavo sopra la bussola “CASA FONDATA NEL 1866”. Ai lati aggettano due elementi con lastre verticali in vetro, che ospitavano in origine il tricolore italiano, chiuso all’estremità da rombo intagliato.
Coeva è la bacheca a pilastro nel sottoportico di via Po.
3. Arredi interni
Nell’attuale zona caffetteria le pareti sono rivestite da arredi ottocenteschi in legno, di disegno e fattura raffinati: credenze in noce con piano d’appoggio in marmo bianco di Carrara e soprastante scaffalatura a giorno, ritmata da esili colonne in mogano con capitelli d’acanto dorati, e fondo a specchio. Sui ripiani sono collocati in bell’ordine originali vasi di vetro per confetteria, dirimpetto alla liquoreria.
Nel segmento della scaffalatura arretrata sul fondo della sala, sulla cornice sagomata di rifinitura in alto, è collocato un orologio tondo a molla.
Degli anni Venti sono i banconi bar, cassa e pasticceria, di sobria fattura, in noce con i montanti arricchiti da decorazioni a finta mensola dorata che poggiano su un doppio zoccolo e sorreggono una cornice a fascia e piano in marmo di Carrara; il bancone bar con piano di stagno smussato ai lati è opera della ditta Strola. Della stessa epoca, due vetrinette mobili della ditta Piglia per l'esposizione dei prodotti, decorate da fusioni in ottone cromato raffiguranti giochi di putti, erano documentate fino al 2008.
Nel banco bar, i pannelli sorretti dai montanti in legno sono di vetro opalino con immagini di pubblicità anni Cinquanta e successive. Sono invece andate disperse le attrezzature e i macchinari della storica pasticceria; solo alcuni attrezzi d’epoca sono stati lasciati e esposti in un angolo del locale tra cui un mortaio, una curiosa macchina per caramelle e, nella saletta laterale, il vecchio forno della pasticceria con i suoi ingranaggi.
La ristrutturazione del 2002 ha lasciato a vista gli splendidi cassettoni del soffitto nella zona caffetteria; la pavimentazione ripulita dai vari strati è stata riportata al calpestio originale settecentesco di via Po. L’alternanza tra pietra di Lucerna e pavimento in cotto, il laterizio in formelle quadrate all’ingresso e a mattoni nella sala, il piano di scivolo con pietra recuperata dai vari pavimenti smantellati formano un gradevole gioco cromatico.
Bibliografia
- Ronchetta, Chiara (a cura di), Le botteghe a Torino: esterni e interni tra 1750 e 1930, Centro studi piemontesi, Torino 2001 , pp. 57, 65, 68-69, 104, 231-236, 280 n. 89
- Pensato, Anna Maria (a cura di), Caffè storici in Piemonte: alberghi, caffè, confetterie e ristoranti dell'Associazione Locali storici d'Italia, Centro di documentazione Torino in Europa - Celid, Torino 2003 , pp. 40-45
- Ronchetta, Chiara, Guida alle botteghe storiche di Torino, Camera di commercio, industria, artigianato e agricoltura, Torino 2005 , n. 19 p. 22
- Ronchetta, Chiara (a cura di), Le botteghe in Piemonte: esterni e interni tra 1750 e 1930, Centro studi piemontesi, Torino 2008 , p. 124 n. 297
- Ronchetta, Chiara (a cura di), Le botteghe a Torino: esterni e interni tra 1750 e 1930, Centro studi piemontesi, Torino 2008 , pp. 57, 65, 68, 69, 104, 227-232
Sitografia
Fonti Archivistiche
- Legge Regionale 4 marzo 1995/n. 34 “Tutela e valorizzazione dei locali storici” catalogo Guarini Piemonte, presso CSI Piemonte, Ruffino M. P., Costanzo P./Delpiano P., scheda n. R0154675 e Allegati
Fototeca
Ente Responsabile
- MuseoTorino, 2017