Edifici per la logistica militare
Come le infrastrutture militari, gli edifici per la logistica si svilupparono secondo fasi storiche omogenee e caratterizzate. In questi caso, tuttavia, assume un rilievo particolare il programma di riordino funzionale seguito alla demolizione della Cittadella.
1. Temi generali.
In linea di principio, si possono individuare tre momenti caratteristici dello sviluppo delle infrastrutture militari. Il primo, che affonda le proprie radici nella piena età moderna, pare caratterizzato da un’organizzazione complessiva di tipo tradizionale, imperniata su pochi capisaldi altamente specializzati: la Cittadella, l’Arsenale, i luoghi dell’educazione e dell’addestramento militare, che ancora risentivano fortemente dell’assetto nobiliare ed elitario dell’esercito sabaudo.
Il secondo periodo è quello che prende forma negli anni dell’Unità nazionale e risente dei programmi di razionalizzazione infrastrutturale e dei servizi che prese forma – anche in ambiti estranei agli ambienti militari – in età napoleonica. Sono gli anni che conoscono una vera e propria militarizzazione della città, i cui esiti materiali non sempre sono giunti a noi in forme comprensibili.
Il terzo e ultimo periodo è quello novecentesco, segnato da una totale revisione non solo delle reti di strutture logistiche, ma anche dei modelli e delle tecniche di guerra che i primi progressi tecnologici rendevano ormai non più rimandabili.
2. L’area liberata dalla Cittadella.
Con la demolizione della Cittadella, dal 1856 si rendono disponibili terreni per l’espansione urbana. Nel settore nord-ovest dell’area, dal 1906, sono smantellati i Magazzini Generali collocati (1863) tra la ferrovia per Novara (1857) a sud e il tratto meridionale di corso Vinzaglio a nord. I sette fabbricati disposti a pettine sono spianati per fare spazio alla costruzione di palazzi istituzionali: la Scuola di Guerra (1911), il Palazzo dell’Intendenza di Finanza (1915) e la Questura (1934). La decisione di modificare la destinazione d’uso dell’area su corso Vinzaglio, tra via Ruffini e via Gozzi, che nel «Piano d’ingrandimento della città verso ponente» (1864) era indicata a uso residenziale, fu conseguente all’incendio che nel 1904 devastò la Biblioteca Nazionale di Torino. Infatti, come sede per la nuova Biblioteca fu individuato il palazzo di via Bogino 6 che ospitava l’Intendenza di Finanza e la Scuola Superiore di Guerra. Con la legge 581 del 21 luglio 1907 era approvata la convenzione per la sistemazione delle istituzioni e gli allegati fornivano le specifiche per gli immobili da costruire. Per quanto riguarda, invece, il Palazzo della Questura, il suo spostamento dall’antica sede nel convento di Santa Cristina in piazza San Carlo era giustificato dall’obsolescenza dell’edificio. In un primo tempo la Questura avrebbe dovuto trasferirsi nel Palazzo Campana di via Carlo Alberto, il quale, tuttavia, il 16 febbraio 1930 divenne sede della federazione fascista torinese.
3. Lo sviluppo dell’area a ridosso della seconda Piazza d’Armi.
Nella seconda metà dell’Ottocento, un altro importante complesso di edifici militari sorse in una vasta area a sud-occidentale dell’ex Cittadella, adiacente alla seconda Piazza d’Armi. La nuova area militare era definita a nord da piazza Venezia (non più esistente), compresa tra le attuali vie Meucci e Bertolotti, a sud da corso Oporto (oggi corso Matteotti), a est da via Confienza e a ovest da corso Siccardi (oggi corso Galileo Ferraris). Una planimetria del 1882 mostra che tutto il lato su corso Siccardi era delimitato da una Tettoia d’Artiglieria, un lungo tratto di corso Oporto fino a corso Principe Umberto (oggi Re Umberto) era occupato da un complesso di corpi di fabbrica, penetranti l’isolato, che comprendeva il Laboratorio Pirotecnico e una Scuderia. Attestata sulla piazza Venezia era la Tettoia Ferrovieri, mentre quasi al centro dell’area, parallelamente a corso Oporto, era l’edifico della Cavallerizza. Tale concentrazione di infrastrutture si deve, oltre che alla presenza della Piazza d’Armi, alla vicinanza con l’Arsenale, già sede all’epoca delle Regie Scuole teoriche e pratiche di Artiglieria e Fortificazione. Nella seconda metà degli anni Trenta, l’angolo tra i corsi Galileo Ferraris e Oporto veniva poi occupato dall’edificio dei Comandi Militari, mentre il fronte su via Bertolotti era completato da edifici residenziali per gli ufficiali che sarebbero stati in parte danneggiati durante la guerra.
Bibliografia
- Ceresa, Carlo Angelo, Nuovo edificio per la Scuola di guerra in Torino, in «L’Architettura italiana», A. V, n. 4, 1910, Torino, pp. 41-47
- Caldera, Carlo - Scarzella, Paolo, Il complesso nodale di piazza Solferino e di corso Re Umberto, in Scarzella, Paolo (a cura di), Torino nell’Ottocento e nel Novecento. Ampliamenti e trasformazioni entro la cerchia dei corsi napoleonici, Celid, Torino 1995, pp. 296-313 , pp. 296-313
- Testa, Luisa, Le espansioni della seconda metà dell’Ottocento, ad ovest di corso Vinzaglio, in Scarzella, Paolo (a cura di), Torino nell’Ottocento e nel Novecento. Ampliamenti e trasformazioni entro la cerchia dei corsi napoleonici, Celid, Torino 1995, pp. 344-350 , pp. 344-350
- Caldera, Carlo, L’espansione nella seconda piazza d’armi, progettata nel 1874, in Scarzella, Paolo (a cura di), Torino nell’Ottocento e nel Novecento. Ampliamenti e trasformazioni entro la cerchia dei corsi napoleonici, Celid, Torino 1995, pp. 314-331
- Ceresa, Franca, Il palazzo della Regia Intendenza di Finanza e il palazzo della Scuola di guerra in Torino, in Kirova, Tatiana (a cura di), I palazzi del governo nella Torino del Ventennio. La conoscenza per un progetto di conservazione e valorizzazione, Celid, Torino 2006, pp. 63-76
- I palazzi istituzionali di corso Vinzaglio dal 1706 al 2006, Gruppo studi gallerie storiche di Torino, Torino 2006
Fonti Archivistiche
- Archivio di Stato di Torino (ASTo), Finanze, Catasti, Catasto Rabbini.
- Archivio Storico della Città di Torino (ASCT), Perm., 1882/72.
- Archivio Storico della Città di Torino (ASCT), Tipi e disegni, 68-1-1; 68-7-8.
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