Vincenzo Gioberti e il Primato morale e civile degli italiani
Nel 1831 Vincenzo Gioberti viene arrestato. Esule in Francia e Belgio scriverà Del Primato morale e civile degli italiani, auspicando una confederazione degli stati italiani.
A cavallo del regno di Carlo Felice e Carlo Alberto, nella modesta abitazione di Vincenzo Gioberti e in casa dell’avvocato Lodovico Daziani si incontrano l’abate Giovanni Monti, Teodoro di Santa Rosa, Pier Dionigi Pinelli, Alessandro Asinari di San Marzano e diversi altri sacerdoti, studiosi, professionisti per discutere di problemi filosofici e soprattutto dell’esigenza di rinnovamento politico.
Il 31 maggio 1831, sui bastioni di Porta Nuova a Torino, viene arrestato il giovane sacerdote e teologo torinese Vincenzo Gioberti, già assai noto negli ambienti filosofici e appartenente a un circolo politico segreto, quantunque non sovversivo, ma antimonarchico, capitanato da Badariotti. Gioberti è quindi condotto in carrozza alla Cittadella; Carlo Alberto lo fa depennare dai cappellani di corte e dal collegio dei dottori dell’Università. Come uomo considerato pericoloso per lo Stato, sarà allontanato dalla patria, trovando infine rifugio in Francia e in Belgio.
Nel giugno 1843 giungono a Torino le prime copie della celebre opera Del Primato morale e civile degli italiani, dove l’autore auspica una confederazione degli stati italiani sotto la guida del Papa e vede l’obiettivo unitario raggiungibile grazie a una stretta aderenza tra l’integrazione economica della lega doganale e quella politica di tale confederazione.
Un anno più tardi, nel 1844, vede la luce l’opera di Cesare Balbo Le speranze d’Italia.
In seguito all’amnistia concessa da Carlo Alberto nel 1846, a Gioberti si schiude la strada del ritorno nel regno di Sardegna. Il suo rientro avviene solo il 29 aprile 1848: Gioberti è acclamato dalla folla assiepata all’esterno dell’Albergo Feder.
Rifiutata la carica di senatore, Gioberti viene eletto deputato e diviene il primo presidente della Camera dei deputati a Palazzo Carignano. Alla fine del 1848 è a capo di un gabinetto di breve durata e nel 1849 ricopre un incarico ministeriale senza portafoglio.
Nel 1865 Torino dedica a Gioberti, morto nel frattempo a Bruxelles nel 1852, uno dei due primi licei classici (Liceo Classico Vincenzo Gioberti) della città.
Luoghi correlati
Ente Responsabile
- Museo Nazionale del Risorgimento Italiano di Torino