Cascina Bianchina
A partire dal secolo XIII si hanno notizie della Cascina Bianchina che la collocano nel proseguimento ideale degli attuali Corso Toscana e Via Assisi all’altezza di una curva del fiume Dora, attualmente deviato.
Si hanno notizie, anche se molto frammentate, della Cascina Bianchina sin dal secolo XIII che la collocano nel proseguimento ideale di Corso Toscana e Via Assisi all’altezza di una curva del fiume Dora, attualmente deviato.
Si sa che la Cascina è di proprietà di un certo Francesco Cavallino, che nel 1580 vende il podere per la somma di 2128 scudi d’oro al Duca Emanuele Filiberto, che successivamente nel 1582 concede per dieci anni insieme ad altri averi di Lucento a Violante Pavese e a Giulio Bogliano come risarcimento di un credito del Duca ai due coniugi.
Nei primi anni del 1700 nella Bianchina inizia un’attività di produzione serica con tanto di fornelli e con richieste da tutta la provincia torinese.
Durante l’assedio del 1706 i Francesi del Generale De La Feuillade allestiscono alle cascine Scaravella e Bianchina una postazione di tre pezzi d’artiglieria da cui, per due mesi, bombardano il vicino fortino di Valdocco. Dopo averle abbandonate, nel giorno della battaglia decisiva (7 settembre 1706), in un ultimo tentativo i francesi si riorganizzano mirando con le loro artiglierie alle cascine semidistrutte, nella speranza di riconquistarle.
E. Gribaudi Rossi afferma che, dopo le vicende del 1706, “i successivi restauri non cancellarono completamente i ricordi dei giorni tragici: il baluardo rimase crivellato, proiettili francesi e alleati rimasero conficcati nei muri, nei sotterranei e nelle aiuole, alcuni di essi sono oggi al Museo Pietro Micca”.
Nella Carta topografica della caccia del 1762 viene rilevata con impianto planimetrico a corte chiusa conformante un complesso unitario con la vicina Scaravella.
L’architetto Amedeo Grossi, nel 1790, indica il proprietario della cascina Bianchina “l’Illustrissimo signor Marchese di Ciriè”.
Nelle mappe del Catasto particellare Gatti del 1820 non si registrano grosse variazioni planimetriche e la cascina risulta composta da sole case rustiche, mentre la proprietà è attribuita al “signor Doria di Ciriè Marchese Anselmo fu Marchese Alessandro”.
Nel 1834 la cascina entra nella giurisdizione della Parrocchia di Lucento in quanto importante perché all’interno della struttura è presente una delle più antiche cappelle campestri dedicate a Santo Stefano.
Nel 1896 una porzione del podere viene acquistata dalla famiglia Mazzonis per la realizzazione della sede torinese del cotonificio.
Viene abbattuta nei primi decenni del novecento per consentire alla FIAT di ampliare lo stabilimento Vitali.
Bibliografia
- Grossi, Giovanni Lorenzo Amedeo, Guida alle cascine, e vigne del territorio di Torino e' suoi contorni ..., in cui si danno diverse notizie utili, ed interessanti, massime in ordine alli Feudi, e distretti delle Parrocchie in detto territorio esistenti ..., Vol. 1, [s.n], Torino 1790 , p. 25 Vai al testo digitalizzato
- Gribaudi Rossi, Elisa, Cascine e ville della pianura torinese: briciole di storia torinese rispolverate nei solai delle ville e nei granai delle cascine, Le Bouquiniste, Torino 1970 , p. 157
- Agricoltura e manifattura in epoca moderna nel territorio periferico di Torino, Seminario di Storia, nell'ambito dell'insegnamento di Storia del Risorgimento, Università degli studi di Torino, Facoltà di Magistero, a.a. 1989/90, relatore Maldini, Daniela - Gili Borghet, Anna Maria - Notario, Paola , Scheda L23
Fonti Archivistiche
- Carta Topografica della Caccia, 1760-1766, Archivio di Stato di Torino, Sezione Corte, Carte topografiche segrete, Torino 15 A VI Rosso
- Amedeo Grossi, Carta Corografica dimostrativa del territorio della Città di Torino, 1791, Archivio Storico della Città di Torino, Collezione Simeom, SIM D1800
- Plan Geomêtrique de la Commune de Turin, 1805, Archivio di Stato di Torino, Sezioni Riunite, Catasti, Catasto Francese, Allegato A, Mappe del Catasto Francese, Circondario di Torino, Mandamento di Torino, Torino
- Andrea Gatti, Catasto Gatti, 1820-1830, Archivio Storico della Città di Torino, CAG, sez. 63
- Andrea Gatti, Colonnario Territoriale, 1820-1830, Archivio Storico della Città di Torino, COLL TER, sez. 63, art. 2329
- Antonio Rabbini, Topografia della Città e Territorio di Torino, 1840, Archivio Storico della Città di Torino, Collezione Simeom, SIM D1803
- Antonio Rabbini, Mappa originale del Comune di Torino, 1866, Archivio di Stato di Torino, Sezioni Riunite, Catasti, Catasto Rabbini, Circondario di Torino, Mappe, distribuzione dei fogli di mappa e linea territoriale, Torino
- Servizio Tecnico Municipale del Comune di Torino, Pianta di Torino, 1935, Archivio Storico della Città di Torino, TD 64.7.8
- Istituto Geografico Militare, Carta IGM, 1974, Archivio Storico della Città di Torino, TD 64.7.11
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