Tancredi "Duccio" Galimberti (Cuneo, 1906 - Centallo, Cuneo, 1944)
Antifascista. Avvocato e studioso di Diritto penale nel 1942 fu tra i fondatori del Partito d'Azione di Cuneo e dopo l'8 settembre 1943 organizzò la prima fondazione "Italia libera". Catturato dai fascisti venne trucidato; alla sua memoria è stata conferita la prima medaglia d'oro al valor militare a un partigiano. Alla sua memoria è stata intitolata la piazza già denominata "piazza Balilla".
Nasce a Cuneo il 30 aprile 1906 da Tancredi Galimberti, avvocato, deputato liberale di orientamento fascista e ministro delle poste. Laureatosi in giurisprudenza, incomincia subito a lavorare nello studio del padre. La madre, studiosa di inglese e letteratura, contribuisce alla sua formazione mazziniana e avversa al fascismo.
Aderisce al Partito d'azione, di cui è uno dei teorici, e al movimento Giustizia e Libertà. Alla caduta di Mussolini, nel luglio del 1943, Duccio Galimberti esprime pubblicamente le proprie convinzioni e incita la folla a organizzare la resistenza contro i tedeschi e a continuare la guerra fino alla cancellazione di qualunque forma di nazismo. Contro di lui viene emesso un mandato di cattura e, nel settembre 1943, dopo l'armistizio, si rifugia nelle valli cuneesi, organizzando, insieme ad altri compagni, la banda partigiana "Italia Libera", da cui nasceranno le brigate Giustizia e Libertà. Dal 5 aprile 1944 è a capo del «Comando Militare Regionale Piemontese» con la qualifica di tenente colonnello.
Nel gennaio del 1944, durante un combattimento ingaggiato in occasione di un rastrellamento, viene gravemente ferito. Dopo la guarigione, il Partito d'azione gli affida il comando delle formazioni Giustizia e Libertà del Piemonte e in seguito la rappresentanza del partito all'interno del Comando militare regionale piemontese. Tornato a Torino, viene arrestato il 28 novembre 1944 e rinchiuso nel carcere "Le Nuove". Quattro giorni dopo viene prelevato dalle Brigate Nere di Cuneo che lo trasferiscono nella loro caserma; qui viene torturato e il 4 dicembre viene trasportato nei pressi di Centallo e freddato con una raffica alla schiena ai bordi di una strada. L'assassinio verrà poi presentato come la reazione ad un tentativo di fuga.
Medaglia d'Oro al Valor Militare e Medaglia d’oro della Resistenza, viene proclamato Eroe nazionale dal CLN piemontese.
Bibliografia
- Malvezzi, Piero - Pirelli, Giovanni (a cura di), Lettere di condannati a morte della Resistenza italiana: 8 settembre 1943 - 25 aprile 1945, G. Einaudi, Torino 1963 , 166
- Fusi, Valdo, Fiori rossi al Martinetto. Il processo di Torino: aprile 1944, Mursia, Milano 1968 , 41, 43, 66, 99
- Seicento giorni nella Resistenza: dall’8 settembre 1943 al 10 maggio 1945, 600 giorni di testimonianze della lotta di liberazione attraverso 1335 motivazioni delle ricompense al valor militare, Consiglio regionale del Piemonte, Torino 1979
- Cipolla, Ruggero, I miei condannati a morte. Lettere e testimonianze, Il Punto, Torino 1998 , 63
- Pansa, Giampaolo, "Viva l'Italia libera!". Storia e documenti del primo Comitato militare del C.L.N. regionale piemontese, Città di Torino - Istituto piemontese per la storia della Resistenza e della società contemporanea, Torino 2004 , pp. 45, 63
Sitografia
Fonti Archivistiche
- Asct, Urbanistica e Statistica, deliberazioni della Giunta popolare, 10 novembre 1945, verbale 37
Luoghi correlati
Soggetti correlati
Ente Responsabile
- Museo Diffuso della Resistenza della Deportazione della Guerra dei Diritti e della Libertà