Via Milano, già nota come Contrada di Porta Palazzo
La progettazione della rettificazione (allineamento) della contrada di Porta Palazzo, ancora di matrice medievale, si inserisce nel programma di ridefinizione della capitale e di ridisegno del tessuto più antico della città, affidato di Vittorio Amedeo II al primo Architetto, Filippo Juvarra. L’intervento definisce anche in modo compiuto l’adduzione allo sbocco settentrionale.
1. Storia della Contrada
Nel programma di rinnovamento della “città vecchia”, voluto dal sovrano Vittorio Amedeo II (1666-1732) e poi proseguito con i suoi immediati successori, nonché nel contesto di una città già stabilmente capitale di ducato e ora anche capitale regia, si inserisce il primo di una serie di programmi di “dirizzamento” o “rettificazione” delle vie più antiche, ancora ampiamente nel loro assetto medievale. Ormai definito il completamento della città, con il ridotto ampliamento verso la Porta Susina, nel 1729 il Primo Architetto di Sua Maestà, Filippo Juvarra (1678-1736), in ottemperanza al Regio Biglietto del 29 aprile del medesimo anno, nel quale il sovrano auspicava «l’ampliazione [allargamento] della Contrada qual tende da Porta Palazzo alla nuova Chiesa Magistrale dei Santi Maurizio e Lazzaro […] e le riparazioni e riedificazioni delle case, che sono da detta Chiesa sin’alla Torre [quella del Comune, che sorgeva in corrispondenza della Contrada di Dora Grossa, via Garibaldi]», pone mano al progetto di rettificazione di una delle arterie più antiche della città.
La Contrada di Porta Palazzo, quale era il suo nome, è infatti all’epoca quella che conduce allo sbocco settentrionale della città, ancora irrisolto, passando inoltre in faccia al monumentale Palazzo di Città, completamente riplasmato dall’architetto Francesco Lanfranchi [inizi XVII secolo-1669] nel secolo precedente. Sull’importante via si affaccia inoltre un edificio divenuto di notevole rilevanza religiosa e simbolica ancora una volta per interessamento diretto da parte di Vittorio Amedeo II: si tratta della chiesa dell’Arciconfraternita di Santa Croce, requisita nel 1728 dal sovrano per adibirla a Basilica Magistrale dell’Ordine Religioso e Cavalleresco (da lui rifondato) dei Santi Maurizio e Lazzaro e in fase avanzata di riplasmazione. Per definire un apposito sagrato alla Basilica Magistrale (via Milano 20), Juvarra disegna un inedito slargo romboidale nel contesto della via, slargo sul quale si collocano anche gli ingressi monumentali dei due grandi isolati prospicienti sul fronte opposto la piazza di Porta Palazzo, oggi della Repubblica, secondo quanto definito nelle Instruzioni, di suo pugno, del 1735.
La riplasmazione del tessuto medievale ridefinisce il filo della via, sacrificando una navata laterale (interamente demolita) dell’antica chiesa di San Domenico, di origine medievale, e sostituisce le abitazioni precedenti con la nuova tipologia del “palazzo da reddito” settecentesco.
2. Via Milano 20 e il social housing
Nell'autunno 2014 si concludono i lavori di restauro e risanamento conservativo del palazzo juvarriano al 20 di via Milano, già di proprietà della Fondazione Ordine Mauriziano, con affaccio su piazza della Repubblica. E' stato presentato all'inizio dell'anno il progetto di social housing "Vivo al Venti": il progetto offre la possibilità a giovani coppie, famiglie con bimbi e single con meno di quarant’anni di affittare appartamenti a canone calmierato, o di acquistarne sul libero mercato. Il piano terra ospita attività commerciali e progetti di promozione del territorio. Il progetto architettonico è stato affidato allo Studio 421, il progetto strutturale ad Arching Srl e il progetto impiantistico allo Studio Surra.
Vivo al Venti è promosso dal FASP (Fondo Abitare Sostenibile Piemonte), un fondo immobiliare etico nel quale confluiscono risorse provenienti da Cassa Depositi e Prestiti Investimenti SGR e dal patrimonio di fondazioni bancarie piemontesi (da Tg3 Regione Piemonte).
Bibliografia
- Cavallari Murat, Augusto (a cura di), Forma urbana e architettura nella Torino Barocca. Dalle premesse classiche alle conclusioni neoclassiche, Vol. I, tomo II, Unione tipografico-editrice torinese, Torino 1968
- Tamburini, Luciano, Le chiese di Torino: dal Rinascimento al Barocco, Le Bouquiniste, Torino 1968 , pp. 250-263
- Costanza Roggero Bardelli, Risanamento urbanistico nella Torino del ‘700, in «Cronache economiche», n. 9-10, 1977
- Comoli Mandracci, Vera, Torino, Laterza, Roma - Bari 1983
- Costanza Roggero Bardelli, Contrada e piazza di Porta Palazzo, in Vera Comoli Mandracci (a cura di), Itinerari Juvarriani, Celid, Torino 1995, pp. 82-89
- Devoti, Chiara, Basilica Mauriziana, in Comoli Mandracci, Vera - Olmo, Carlo (a cura di), Guida di Torino. Architettura, U. Allemandi, Torino 1999, scheda 66, p. 98
- Dameri, Annalisa, Via Milano e piazza della Repubblica, in Comoli Mandracci, Vera - Olmo, Carlo (a cura di), Guida di Torino. Architettura, U. Allemandi, Torino 1999, scheda 65, p. 96 sg
- Volpiano, Mauro, Juvarra, Disegno per la contrada di Porta Palazzo, in Castelnuovo, Enrico (a cura di), La Reggia di Venaria e i Savoia: arte, magnificenza e storia di una corte europea. Catalogo, Vol. II, U. Allemandi, Torino 2007, p. 83, scheda n. 4.29
Sitografia
Fonti Archivistiche
- Filippo Juvarra, [Progetto per la rettificazione della Contrada di Porta Palazzo], Torino 1729. Archivio di Stato di Torino, Corte, Paesi, provincia di Torino, Città di Torino, mazzo 2 d’addizione, n. 1
- Ignazio Sclopis di Borgostura, Prospetto della Piazza di Porta Palazzo con veduta della Strada che conduce al Palazzo del Comune, Archivio Storico della Città di Torino, Collezione Simeom, D 853
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