Scheda: Luogo - Tipo: Edifici

Stadium

Lo Stadium, costruito per l’Esposizione Generale del 1911 e demolito durante la Seconda guerra mondiale, è il primo impianto della città pensato per ospitare più sport, ma soprattutto rappresenta un primo passo verso la spettacolarizzazione delle attività sportive. Era collocato nell'area compresa tra corso Duca degli Abruzzi (allora corso Vinzaglio), corso Einaudi, corso Castelfidardo e corso Montevecchio.


CORSO DUCA DEGLI ABRUZZI 24

Costruzione: 1911

Demolizione: 1938 - 1945

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  • impianto sportivo | piscina | stadio

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1. Costruzione

Lo Stadium è la «grande attrattiva dell’Esposizione del 1911»1. Viene progettato dall’architetto Vittorio Ballatore di Rosana e dall’ingegner Ludovico Gonella (si fa anche il nome di Carlo Ceppi) nell’area compresa tra gli attuali corsi Duca degli Abruzzi, Peschiera, Montevecchio e Castelfidardo, di fronte all’antica Piazza d’Armi.
È un complesso di grandi dimensioni, lungo 361 metri e largo 204, completamente circondato da gradinate, con due emicicli, un’entrata trionfale e un palco reale. È «capace normalmente di quarantamila persone tutte sedute» (forse addirittura ottantamila posti). Diversamente da altri impianti coevi, il pubblico non siede più sui gradini, che fungono anche da passaggio, ma ogni tre scalini è fissato un sedile in legno. Inoltre, presenta un camminamento nella fascia superiore delle tribune da dove poter «ammirare l’incantevole panorama delle Alpi e della collina torinese»2.
Per l’epoca, lo Stadium rappresenta un impianto all’avanguardia anche dal punto di vista strutturale: si tratta infatti dell’unico edificio dell’Esposizione del 1911, insieme al palazzo del Giornale, a essere realizzato in calcestruzzo armato, materiale fino ad allora utilizzato in pochi edifici privati, oltre alla Fiat Grandi Motori e ai ponti dell’impresa Porcheddu.
Nello stadio, di «decorazione improntata allo stile classico»3, trovano posto alcune statue dello scultore Alloati.

2. Utilizzo dello Stadium

Lo Stadium, «co’ suoi tre ordini di piste», è in grado di ospitare i ginnasti e «altre forme sportive» come «le gare di biciclette», le «corse di cavalli», i «corridori a piedi», «gare di lotta, di lancio di dischi, di tiro a segno con archi e balestre, di lawn-tennis, di foot-ball», e dispone di sale apposite per lo «skating, gli esercizi di scherma, la ginnastica femminile» e di una piscina lunga duecento metri, attrezzata con una torre metallica semovente per i tuffatori acrobatici, che poteva essere svuotata e coperta per ospitare palestre o campi da tennis.

Grazie alle Guide Paravia siamo in grado di ricostruire alcuni eventi – sportivi e non – che hanno coinvolto lo Stadium4.
L’impianto viene inaugurato il 29 aprile 1911, con il saggio ginnastico di seimila allievi delle scuole municipali. Vi assistono i Reali, e sono presenti più di ottantamila spettatori. L’11 maggio iniziano le gare ginniche internazionali, seguite da un concorso tra gli allievi delle scuole maschili e femminili di tutta Italia; un concorso tra le società ginnastiche italiane e straniere e infine (18 maggio) un concorso militare nazionale, con la partecipazione di Esercito, Marina e Guardia di Finanza. In tutto vi prenderanno parte ben venticinquemila atleti. Il 27 maggio, invece, inizia il concorso ippico. Il 6 aprile 1913 si svolge la distribuzione delle medaglie alle famiglie dei caduti nella guerra Libica; il successivo primo maggio, la nazionale di calcio italiana batte quella belga uno a zero. Il 31 gennaio 1915 si gioca un'altra partita della nazionale italiana, che batte quella svizzera tre a uno.

3. Destino dello Stadium

Durante la prima guerra mondiale lo Stadium viene requisito dalle autorità militari; nel marzo del 1920 i cittadini richiedono a gran voce la sua derequisizione, sperando nel ritorno delle attività sportive.
Nonostante tutto, lo Stadium viene utilizzato pochissimo. Uno dei principali difetti del gigantesco impianto è che non si riesce a vedere nulla. Le squadre locali – come il Torino e la Juventus – preferiscono giocare altrove le proprie partite casalinghe (si pensi alle nuove piazze d’Armi). Nel giro di pochi anni, l’impianto viene abbandonato. Significativo è un intervento del consigliere Abramo Levi nei dibattiti in consiglio comunale sul futuro dello Stadium, che lo definisce una «costruzione che a nulla serve, che è un’opera la quale a due anni dalla costruzione sente di Colosseo Flaviano e di odore di muffa, tanto appare frusto che l’imperfetta costruzione lo fa sembrare un rudere»5. L’impianto viene demolito, e l’area rimane a lungo inutilizzata. Vi è un progetto del 1928 di Alberto Sartoris per riconvertire l’ex piazza d’armi in quartiere di piccola e media industria a struttura metallica, ma nel 1951 verrà realizzata la sede delle facoltà di ingegneria del Politecnico di Torino, su progetto dell’Ufficio tecnico del Politecnico.

Note

1. E.F., Lo Stadium, in «L’Esposizione di Torino 1911. Giornale ufficiale illustrato dell’Esposizione Internazionale delle Industrie e del Lavoro», I (1910), n. 7, p. 97.

2. Daniele Donghi in Manuale dell’architetto, Torino 1930.

3. Ibidem.

4. Asct, Guida di Torino, Paravia, Torino 1912, 1914, 1916, 1921

5. Riportato in Luciano Re, Lo Stadium e le esposizioni del cinquantenario, in Lorenzo Matteoli, Gabriella Peretti, Luciano Re, Torino tra liberty e Novecento, Fondipiemonte, Torino 1988, p. 36.

Fonti Archivistiche

  • Archivio Storico Musei Civici, Biblioteca della Fondazione Torino Musei, Fondo Gabinio, Lo Stadium, piazza d'Armi, 1928

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