Casa di via Conte Verde
Di questa casa, situata non distante dalla piazza delle Erbe, restano soltanto finestre in cotto, integrate nella facciata dai restauri di inizio secolo XX.
Gli elementi architettonici emersi all'inizio del XX secolo raccontano una città medievale dall'aspetto molto diverso da quello odierno: il colore predominante doveva infatti essere quello del cotto, presente sulle facciate delle case signorili. Le formelle quattrocentesche avevano decorazioni quali per esempio tortiglioni, piante, tralci di vite. Uno dei motivi ornamentali più ricorrenti era senza dubbio la combinazione di tralci di vite e tortiglioni.
Molte le cause che avevano reso il quartiere attorno a Largo IV marzo uno dei più belli e meglio abitati della città: l'imitazione dei motivi decorativi del castello degli Acaia, le disposizioni impartite sin dal 1436 dal duca Amedeo VIII relative all'architettura e al decoro degli edifici e la volontà dei proprietari delle abitazioni di mostrare pubblicamente la propria agiatezza. Dai catasti comunali si può risalire ai residenti: professori universitari, mercanti e borghesi.
Bibliografia
- Bonardi, Maria Teresa, Dai catasti al tessuto urbano, in Comba, Rinaldo - Roccia, Rosanna (a cura di), Torino fra Medioevo e Rinascimento. Dai catasti al paesaggio urbano e rurale, Archivio Storico della Città di Torino, Torino 1993, pp. 55-142
- Donato, Giovanni, Immagini del medioevo torinese fra memoria e conservazione, in Comba, Rinaldo - Roccia, Rosanna (a cura di), Torino fra Medioevo e Rinascimento. Dai catasti al paesaggio urbano e rurale, Archivio storico della Città di Torino, Torino 1993, pp. 305-365
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