Resti del campo trincerato di Borgo Po
La necessità di proteggere il ponte sul Po e di evitare tentativi di approccio diretto al lato orientale della piazzaforte è alla base della costruzione del complesso sistema di trinceramenti e fortini sulle alture alla destra del fiume, nell’area compresa fra corso Casale, strada S. Margherita, Villa Genero, strada delle Sei Ville.
La difesa dei rilievi della “montagna” di Torino con opere difensive tese a impedire la caduta della posizione dei Cappuccini in mano nemica e ovviare all’oggettiva minaccia di bombardamento delle fortificazioni orientali della piazza dalle alture oltre Po è oggetto di discussioni e progetti per tutto il Seicento. Nel 1705 è dato infine avvio alla fortificazione del vallone della “Vigna della Regina” coronando le creste circostanti, comprese fra le valli di S. Martino a nord e di Val Salice a sud, con una catena di fortini e ridotte collegati da un trinceramento. Il campo trincerato, progettato da Antonio Bertola (1647-1719), ha i suoi capisaldi nel monte dei Cappuccini e nell’altura di Villa Genero, occupata dalla posizione fortificata sommitale, il Forte d’Airasca. Alla base della fortificazione, il borgo di Po è protetto da un’opera a corona in terra in funzione di ridotto centrale e di testa di ponte, posta a protezione della comunicazione rappresentata dal ponte sul fiume, a sua volta minato. Dal forte d’Airasca una linea di trinceramenti risale la collina fin nei pressi dell’Eremo, mentre un’altra serie di trinceramenti verso il colle del Pino controlla la sommità delle alture che si affacciano in direzione di Chieri. Queste ultime due linee sono poi abbandonate nel 1706 durante le prime fasi dell’investimento francese. Opere di carattere semi-permanente sono nuovamente riattivate nel biennio 1745-1746, durante la guerra della Prammatica Sanzione. Ancora oggetto d’attenzione nel corso delle campagne della prima coalizione antifrancese (1792-1800), sono abbandonate subito dopo.
Tracce dello sviluppo di queste opere sono ancora osservabili sui terreni, per lo più privati, intorno alla Villa della Regina. La sommità dell’altura compresa nel parco di Villa Genero, posizione del forte d’Airasca, è indicata su qualche carta topografica con il toponimo di “Fortino”.
Bibliografia
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Fonti Archivistiche
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- Archivio di Stato di Torino (ASTo), Corte, Materie Militari, Intendenza Generale Fabbriche e Fortificazioni, Art. 193, mazzo 3, reg. 9, Relatione della visita fatta dall’Ingegnere Lampo alle fortificazioni de’ fortini della Montagna, 1713.
- Archivio di Stato di Torino (ASTo), Corte, Materie Militari, Intendenza Generale Fabbriche e Fortificazioni, mazzo 2 add., reg. 9, Relazione di perito delle opere di difesa costrutisi sui Monti di questa Città, 1793.
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