Villa Agnelli, già Vigna Ladat
Francesco Ladetto nacque a Torino nel 1706, si trasferì giovanissimo a Parigi dove si perfezionò nella scultura e, divenuto famoso, mutò il proprio cognome in Ladatte, poiché in francese “ladette” suonava come “il debito”.
Francesco Ladatte rientrò definitivamente a Torino nel 1744, dove lavorò per casa Savoia con opere raffinate come il cervo posto sul tetto della Palazzina di Stupinigi. Quando si spense, nel 1787, lasciò la vigna alla figlia Rosalia, sposata con il pittore Vittorio Cignaroli.
Il loro figlio Angelo Antonio vendette la villa nel 1800. Nel 1837 la proprietà passò ai Frescotti e con il nomignolo Frescot era conosciuta la vigna. L'ultimo discendente morì a metà del '900.
Come riporta lo studioso La Rocca in Da Testona a Moncalieri, in tempi recenti, durante alcuni lavori all'interno della villa, venne ritrovato un deposito di monete di Massenzio.
La proprietà passò poi ad una importante famiglia torinese.
Note
Da Politecnico di Torino Dipartimento Casa-Città, Beni culturali ambientali nel Comune di Torino, Società degli Ingegneri e degli Architetti in Torino, Torino 1984:
VILLA AGNELLI, GIÀ VIGNA LADAT
Strada Comunale di S. Vito Revigliasco 254, 256
Vigna.
Segnalazione di edificio, di interesse ambientale documentario, connota la valletta del rivo del Pilonetto. Fondamentale è la struttura del parco.
L'edificio nella Carta topografica della Caccia, compare sotto la denominazione , «V. Ladat» come complesso di due costruzioni affacciate su «artefatto piano». Il Grossi scrive «il Ladat vigna del sig. Cignaroli». La mappa napoleonica conferma l'impianto antico. Nel 1837 è acquistata dai Frescotti. L'impianto planimetrico si è in parte conservato ma sostanziali lavori sono stati realizzati in anni recenti, modificando radicalmente il primitivo impianto.
Carta topografica della Caccia [1762]; A. GROSSI, 1791, p. 95; PLAN GEOMÉTRIQUE [...], 1805; [Catasto RABBINI] 1866, fol. XXXII; E. GRIBAUDI ROSSI, 1975, pp. 526-527.
Tavola: 67