Villa Beria Grande, già Vigna il Berlia
La vigna Berlia è posta su un pianoro arioso, ampio e soleggiato, nelle vicinanze di Superga, zona che , fin dal '600, risulta sede di villeggiature prevalentemente borghesi.
Nell' anno 1700 la tenuta in questione passa dall'avvocato Brucco a Pietro Antonio Alfatio, aiutante di camera del Duca, e dietro questo nome sembrerebbe esserci proprio il Duca Vittorio Amedeo II che affida al famoso architetto, nonché confinante di vigna, Antonio Maurizio Valperga, il progetto di ristrutturare il Berlia.
Il progetto, i cui disegni sono conservati in Biblioteca Nazionale, non venne portato a termine a causa del coinvolgimento del Piemonte nella guerra di successione spagnola.
La studiosa Augusta Lange ha ipotizzato che questo pianoro fosse per l'ampiezza, la vicinanza con la cava e i minori costi legati anche all'utilizzo di un terreno già di proprietà ducale, un luogo candidato per la costruzione della Basilica di Superga secondo i progetti di Antonio Bertola, che poi vennero scartati da Vittorio Amedeo II in favore del progetto di Filippo Juvarra.
Colpisce la sproporzione fra l'edificio settecentesco del Berlia e il grande spazio dei giardini ormai scomparsi che sfruttavano gran parte del pianoro naturale, utilizzato per le esibizioni equestri dagli allievi dell'Accademia Militare. Fra di loro si ricordano molti protagonisti dell'epoca risorgimentale, tra cui Camillo Benso conte di Cavour.
A circa metà del lato orientale del grande recinto che racchiudeva i giardini, sorge la palazzina che venne unita alla casa colonica da una grande costruzione neoclassica che l'Accademia Militare di Torino innalzò prima del 1820 e fruì fino al 1841 come casa di villeggiatura per gli allievi.
Note
Da Politecnico di Torino Dipartimento Casa-Città, Beni culturali ambientali nel Comune di Torino, Società degli Ingegneri e degli Architetti in Torino, Torino 1984:
VILLA BERIA GRANDE, GIÀ VIGNA IL BERLIA
Strada Vicinale Tetti Bertoglio 84
Vigna.
Edificio di valore documentario e ambientale; posto su un ampio terrazzamento. Tale «artefatto piano» testimonia l'esistenza di un importante giardino, ora scomparso, e si pone come elemento emergente e connotante il versante solivo di Superga.
Citata dal Grossi come «vigna con cappella» era di proprietà del conte Lapiè. La mappa napoleonica riporta ancora i tre giardini che circondavano l'edificio a ponente mezzanotte e levante, con i tracciati dei vialoni, che scompaiono a metà Ottocento: ora rimane solamente la delimitazione dello spazio. Gli edifici, in entrambe le iconografie ottocentesche, conservano il medesimo assetto planimetrico già consolidatosi nel tardo Settecento con l'addossamento di una nuova costruzione al civile e al rustico antistante. L'Accademia militare di Torino la utilizzò come casa di villeggiatura per gli allievi sino al 1841.
A. GROSSI, 1791; PLAN GEOMÉTRIQUE […], 1805; [Catasto RABBINI], 1866. fol. XX; A. LANGE, 1962-63, p. 105; E. GRIBAUDI ROSSI, 1975. pp. 86-87.
Tavola: 45
Bibliografia
- Politecnico di Torino. Dipartimento Casa Città, Beni culturali ambientali nel Comune di Torino, Vol. 1, Società degli ingegneri e degli architetti in Torino, Torino 1984 , p. 590 Vai alla pagina digitalizzata
- Lodari, Renata (a cura di), Atlante dei giardini del Piemonte, Libreria geografica, Novara 2017 , p. 169