Villa Lupo, già Vigna Meyna
Questa vigna si trova sulla Strada di Valpiana, che era, secondo il Grossi, una «delle più comode in tutta la montagna di Torino»; il suo nome le deriva dal proprietario, il pittore Alessandro Lupo, esponente del naturalismo piemontese del secondo '800.
Il Grossi la cita come «la Valsechi vigna del sig. Banchiere Gasparo Valsechi [...] con palazzina e cappella».
Nel 1757 era stata acquistata da Genoveffa Astrua vedova di Luca Baretti contessa di Capriglio e matrigna di Giuseppe Baretti, letterato e critico; dopo i contenziosi legati all'eredità e alla suddivisione tra gli eredi Baretti figli di primo e secondo letto del conte Luca, venne acquistata
nel 1788 dal banchiere Valsechi.
Nell'800 venne acquistata dal famoso editore Bocca, che per ordine dell'autore diede fuoco sull'aia della vigna all'intera edizione de L'ultima risposta de' municipali di Vincenzo Gioberti.
La proprietà passò poi alla famiglia Lupo.
Note
Da Politecnico di Torino Dipartimento Casa-Città, Beni culturali ambientali nel Comune di Torino, Società degli Ingegneri e degli Architetti in Torino, Torino 1984:
VILLA LUPO, GIÀ VIGNA MEYNA
Strada Valpiana 9
Vigna.
Edificio di valore ambientale in quanto connota il percorso di Valpiana e conserva elementi propri delle vigne sette centesche.
Il Grossi la ricorda di proprietà di Gaspare Valsechi e la descrive come «[…] palazzina e Cappella». Nell'Ottocento la vigna fu venduta all'editore Bocca. Nella mappa napoleonica e nella Rabbini l'edificio conserva la medesima planimetria con il civile fronteggiato da un «artefatto piano. La villa per forma ed elementi strutturali mantiene i caratteri della vigna settecentesca. L'intervento ottocentesco infatti ha variato solo la distribuzione interna senza comunque incidere sostanzialmente sulla struttura e l'immagine esterna.
Carta topografica della Caccia. [ 1762]; A. GROSSI, 1791; PLAN GEOMÉTRIQUE […]. 1805: [Catasto RABBINI], 1866, fol. XXIV; E. GRIBAUDI ROSSI, 1975. pp. 224-226.
Tavola: 51