CEAT (Cavi Elettrici e Affini Torino)
Fondata nel 1925, produce cavi elettrici e telefonici. Dal 1945 si specializza nella fabbricazione di pneumatici, che diventano il tratto distintivo della produzione aziendale. Tra il 1959 e il 1967 gli stabilimenti di Settimo Torinese, Anagni e Ascoli Piceno affiancano quelli di Torino, che chiudono i battenti tra il 1981 e il 1982. Attualmente l’area ex CEAT ospita edifici residenziali e istituzionali.
1. Dalla fondazione agli anni Settanta
Nata a Torino nel 1925 per opera di Virginio Bruni Tedeschi, la CEAT occupa un centinaio di lavoratori specializzati nella produzione di cavi elettrici. L’ingresso nel settore della gomma avviene negli anni della seconda guerra mondiale, quando a partire dal 1939 l’azienda inizia a produrre maschere antigas nei reparti della SIRCA, una piccola fabbrica di corso Regio Parco di proprietà della stessa CEAT. Tra il luglio e l’agosto del 1943, l’edificio di corso Palermo è pesantemente colpito dagli ordigni dell’aviazione alleata, subendo ingenti danni agli apparati produttivi che, immediatamente ripristinati, ritornano in attività l’anno successivo. Nel primo dopoguerra l’azienda decide di convertire le proprie lavorazioni, affiancando alla produzione di cavi quella di pneumatici per agricoltura e trasporto leggero (automobili, motociclette, biciclette). Una lavorazione iniziata nel settembre 1945, concretizzatasi nell’agosto del 1946, quando prende forma la prima copertura CEAT per autocarro e destinata a diventare uno dei tratti distintivi della produzione aziendale. Nel 1946 la CEAT decide di razionalizzare il proprio ciclo produttivo adibendo la struttura di corso Palermo alla fabbricazione di cavi elettrici e spostando le lavorazioni della gomma nel nuovo complesso di via Leoncavallo, edificato nel 1946. Un’area di oltre 65.000 metri quadrati, che produce 1.000 pneumatici al giorno impiegando 1.200 lavoratori nel 1961, cresciuti a 1.750 (1.400 operai e 350 impiegati) unità all’inizio degli anni Settanta (1). Tra il 1959 e il 1967 la CEAT rafforza la propria presenza su scala regionale e nazionale: dopo quello di Settimo Torinese (1959), dove si fabbricano cavi e pneumatici, sono costruiti gli stabilimenti di Anagni (1962), adibito alla fabbricazione di pneumatici, e Ascoli Piceno (1967), specializzato nella fabbricazione di cavi.
2. Espansione e declino
Nel 1976 la CEAT impiega circa 5.800 lavoratori, 1.300 dei quali in forza a Torino, 2.600 a Settimo, 1.492 ad Anagni e 400 ad Ascoli Piceno (2). Nello stesso periodo l’azienda consolida la propria presenza in ambito internazionale, assumendo le dimensioni di una multinazionale con stabilimenti in Francia, Spagna, India, Colombia, Cile, Venezuela e Brasile, per un totale di circa 20.000 dipendenti. In questi anni, l’introduzione sul mercato della gomma radiale, pneumatico innovativo capace di avere una durata doppia rispetto a quello convenzionale, frena l’espansione della CEAT che non riesce a procedere a una ristrutturazione degli impianti degli stabilimenti torinesi, avviati a concludere il proprio ciclo produttivo. Nel 1980, Alberto Bruni Tedeschi, secondogenito del fondatore Virginio, cede l’azienda alla finanziaria SOFIT che mette in atto un piano di ridimensionamento conclusosi con la chiusura, nel 1981, dell’unità produttiva di corso Palermo seguita, l’anno successivo da quella di via Leoncavallo, i cui 1.050 lavoratori sono riassorbiti negli stabilimenti di Settimo Torinese e Ascoli Piceno. Il marchio CEAT è acquistato dalla Pirelli, che ne mantiene la proprietà fino al 1983, anno in cui è sancita la cessione al gruppo indiano RPG (Rama Prasad Goenka), che ne muta la denominazione in CEAT Ltd., sigla che ancora oggi rappresenta il principale produttore indiano di pneumatici.
Cronologia
1925 – Fondazione
12-13 luglio 1943 – Bombardamento stabilimento di corso Palermo
7-8 agosto 1943 – Bombardamento stabilimento di corso Palermo
Settembre 1945 – Inizio della produzione di pneumatici
1946 – Costruzione stabilimento di via Leoncavallo
1946 – Esce il primo pneumatico CEAT
1959 – Costruzione stabilimento di Settimo Torinese
1962 – Costruzione stabilimento di Anagni
1967 – Costruzione stabilimento di Ascoli Piceno
1980 – Passaggio dell’azienda alla SOFIT
1981 – Chiusura dello stabilimento di corso Palermo
1981 – Acquisizione del marchio CEAT da parte del Gruppo Pirelli
1982 – Chiusura dello stabilimento di via Leoncavallo
1983 – Pirelli cede il marchio CEAT al Gruppo RPG (Rama Prasad Goenka)
1983 – Mutamento della denominazione della Società Ceat in CEAT Ltd
Note
1. Giuseppe Beraudo, Angelo Castrovilli, Carmelo Seminara, Storia della Barriera di Milano dal 1946, Associazione Culturale Officina della Memoria, Torino 2006, p. 99.
2. Federazione unitaria lavoratori chimici, CGIL-CISL-UIL, Analisi operaia del gruppo CEAT: Ariccia, 25-26-27 febbraio 1976. Atti del seminario, Salemi, Roma 1976, p. 7.
Bibliografia
- Ceat (a cura di), La Ceat: nel venticinquennio della sua fondazione: 1925-1950, Torino 1951
- Federazione unitaria lavoratori chimici, CGIl-CISL-UIL (a cura di), Analisi operaia del gruppo CEAT: Ariccia, 25-26-27 febbraio 1976. Atti del seminario, Salemi, Roma 1976
- Da Settimo Torinese alle Ande, in «Gazzetta del Popolo», 7 gennaio, 1977
- Impero CEAT, in «Gazzetta del Popolo», 4 maggio, 1980
- Anatomia di un colosso, in «Gazzetta del Popolo», 18 aprile, 1980
- Giuseppe Mastropasqua, Complesso polifunzionale sull’ex area CEAT in Torino nord-est, Politecnico di Torino, Facoltà di Architettura, 1989-1990, relatore Mario Roggero
- Beraudo, Giuseppe - Castrovilli, Angelo - Seminara, Carmelo, Storia della Barriera di Milano dal 1946, Officina della memoria, Torino 2006 Vai al testo digitalizzato
- Addio alla passerella tra gli ex palazzi CEAT, in «la Repubblica», edizione di Torino, 17 febbraio, 2011
Sitografia
Fonti Archivistiche
- Archivio Storico della Città di Torino, fondo «Gazzetta del Popolo», sezione I: busta 1138/C , scatola 481 e busta 1559/B, scatola 917
- Archivio di Stato di Torino, Intendenza di Finanza, Reparto VI, Danni di guerra, Domande di risarcimento danni di guerra: cartella n. 3289
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Ente Responsabile
- ISMEL