Ampliamento di Palazzo Carignano
L’ala di Palazzo Carignano verso piazza Carlo Alberto venne edificata per far posto alla prima Camera dei deputati del Regno d’Italia. Progettata nel 1864 da Domenico Ferri e Giuseppe Bollati, la nuova aula non entrò mai in funzione per il trasferimento della capitale a Firenze.
A seguito degli eventi del 1859-1860 che portarono all’unificazione, la Camera dei deputati di Palazzo Carignano si rivelò del tutto insufficiente ad accogliere i nuovi eletti delle province italiane. Proprio per rimediare all’urgenza, con una lettera del 27 ottobre 1860 il presidente del consiglio Camillo Cavour (1810-1861) aveva espresso al ministro della Giustizia Giovanni Battista Cassinis (1806-1866) la necessità che nel cortile dello stesso Palazzo Carignano venisse costruita una struttura provvisoria in legno contenente 600 stalli e 450 posti nelle tribune. L’incarico venne affidato all’ingegnere Amedeo Peyron (1821-1903). In soli centotredici giorni la nuova Camera, con ardita struttura in ferro alta 24 metri in stile neomedievale, fu pronta per essere inaugurata il 18 febbraio 1861 alla presenza di Vittorio Emanuele II (1820-1878) e di 443 deputati. Era la prima seduta del Parlamento italiano. Nel frattempo continuavano ad essere presentati i progetti per l’aula definitiva. In molti si cimentarono nell’impresa, ma alla fine la giunta cittadina decise di approvare la soluzione offerta dagli architetti Domenico Ferri (1795-1878) e Giuseppe Bollati (1819-1869). Al disegno iniziale vennero apportate diverse modifiche, finché nel gennaio del 1864 fu adottata l’idea di edificare una nuova ala a Palazzo Carignano orientata verso l’attuale piazza Carlo Alberto. La Camera torinese però non entrò mai in funzione. A seguito della convenzione del 15 settembre 1864 tra Francia e Italia, la capitale, con tutti gli organi istituzionali, venne spostata a Firenze.
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