Scheda: Luogo - Tipo: Edifici monumentali

Ospedale Maggiore di San Giovanni Battista e della città di Torino oggi Museo Regionale di Scienze Naturali

Fondato dalla seconda Madama Reale nel 1680, l’ospedale fu realizzato su progetto di Amedeo di Castellamonte nell’arco di circa ottant’anni grazie alle donazioni di benefattori dell’aristocrazia torinese, pubblicamente gratificati in una “galleria” di ritratti. L’Ospedale di San Giovanni Battista fu colpito da un bombardamento la notte del 13 luglio 1943.


VIA GIOVANNI GIOLITTI 36

Costruzione: 1680 - 1698
Costruzione del corpo centrale

Costruzione: 1703
Completamento della manica di levante

Costruzione: 1720 - 1727
Completamento della manica settentrionale e costruzione dello scalone

Costruzione: 1760 - 1762
Costruzione della manica di ponente

Bombardamento: 13 Luglio 1943

Variazione: 1978
L'edificio diventa sede del Museo Regionale di Scienze Naturali

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  • bombardamento | museo | ospedale

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  • mostra moderna | bombardamenti

1. Storia dell'edificio

Fondato nel 1680 dalla seconda Madama Reale, Maria Giovanna Battista di Savoia Nemours (1644-1724), l’ospedale sorse a ridosso delle mura orientali della città, in un luogo aperto e esposto a mezzogiorno particolarmente adatto per trasferirvi la sede dell’istituto che fino ad allora si trovava all’interno del tessuto urbano. Il progetto, steso dall’architetto conte Amedeo di Castellamonte (1613-1683), si realizzò nell’arco di circa ottant’anni per fasi successive: al primo nucleo avviato dall’ingegnere Gian Francesco Baroncelli (1643-1694), concluso tra il 1698-1727, si aggiunsero prima a levante, poi a ponente, due maniche di infermerie (1680-1703; 1760-1762), che completarono l’originario schema planimetrico a croce, entro un voluminoso fabbricato rettangolare attestato sull’intero isolato. L’intero organismo è distribuito intorno a quattro cortili su grandi corsie rettangolari utilizzate come infermerie, incrociate secondo modelli tipologici già consolidati, ma completate da maniche laterali e soprattutto disposte su due piani, per separare uomini e donne. La manica dell’amministrazione, affacciata sulla strada, verso nord, e le gallerie porticate di servizio (oggi tamponate), verso sud, chiudono le fronti dell’ospedale. Per onorare i molti benefattori tra le fila dell’aristocrazia torinese che contribuirono con generosi lasciti e elemosine alla sua costruzione, l’amministrazione dell’ospedale commissionò a pittori e scultori tra i più quotati dell’epoca una serie di ritratti, busti e statue, che tuttora adornano l’atrio, lo scalone e gli altri ambienti. Dal 1978 l’edificio è sede del Museo Regionale di Scienze naturali.

2. Bombardamenti

La notte del 13 luglio 1943 il bombardamento effettuato dalla RAF e durato dall’1.35 alle 2.45 colpì l’ospedale torinese di San Giovanni Battista causando il crollo parziale della copertura del tetto e di alcuni soffitti. L'edificio era allora suddiviso in 504 locali più 125 nel seminterrato, oltre a due appartamenti di 4 locali in totale). Al luglio 1944 non risultavano eseguite o in corso opere di ripristino.

Note

Da Politecnico di Torino Dipartimento Casa-Città, Beni culturali ambientali nel Comune di Torino, Società degli Ingegneri e degli Architetti in Torino, Torino 1984:
OSPEDALE MAGGIORE DI S. GIOVANNI BATTISTA E DELLA CITTÀ DI TORINO, ORA
MUSEO REGIONALE DI SCIENZE NATURALI
Via Giolitti 34-36-38, Via S. Massimo, Via Cavour, Via Accademia Albertina

Ospedale.
Edificio di valore storico-artistico e documentario, primo e significativo esempio di ospedale a croce in Piemonte. Il progetto si deve ad Amedeo di Castellamonte; l'edificazione avviene a partire dal 1680, in un arco di ottanta anni. Si individuano sei momenti di costruzione: dal 1680 (posa della prima pietra) al 1762 (costruzione dell'infermeria lungo Via dell'Accademia e completamento dello schema di impianto a croce). Nel 1763 è annessa la Chiesa di S. Giovanni (progetto Filippo Castelli) e nel 1818 la sacrestia. Nel 1835 la Città cede il terreno per chiudere l'isolato dell'Ospedale (tra Via S. Massimo e Via Cavour) e rettificarne il perimetro. L'edificazione si protrae, con rifacimenti e sopraelevazioni, fino al 1964.

S. ROVERE, 1876; S. SOLERO. 1959; M. PASSANTI, 1951. pp. 97-98; M. MOMO, D. RONCHETTA BUSSOLATI, 1980.
Tavola: 49

Bibliografia

Fonti Archivistiche

  • ASCT Fondo danni di guerra, inv. 105, cart. 2, fasc. 34, n. ord. 1
  • Giornale Luce C0370/4 23/08/1943. L'offesa nemica su Torino

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Ente Responsabile

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  • Museo Diffuso della Resistenza della Deportazione della Guerra dei Diritti e della Libertà