Ospedale Maggiore di San Giovanni Battista e della città di Torino oggi Museo Regionale di Scienze Naturali
Fondato dalla seconda Madama Reale nel 1680, l’ospedale fu realizzato su progetto di Amedeo di Castellamonte nell’arco di circa ottant’anni grazie alle donazioni di benefattori dell’aristocrazia torinese, pubblicamente gratificati in una “galleria” di ritratti. L’Ospedale di San Giovanni Battista fu colpito da un bombardamento la notte del 13 luglio 1943.
1. Storia dell'edificio
Fondato nel 1680 dalla seconda Madama Reale, Maria Giovanna Battista di Savoia Nemours (1644-1724), l’ospedale sorse a ridosso delle mura orientali della città, in un luogo aperto e esposto a mezzogiorno particolarmente adatto per trasferirvi la sede dell’istituto che fino ad allora si trovava all’interno del tessuto urbano. Il progetto, steso dall’architetto conte Amedeo di Castellamonte (1613-1683), si realizzò nell’arco di circa ottant’anni per fasi successive: al primo nucleo avviato dall’ingegnere Gian Francesco Baroncelli (1643-1694), concluso tra il 1698-1727, si aggiunsero prima a levante, poi a ponente, due maniche di infermerie (1680-1703; 1760-1762), che completarono l’originario schema planimetrico a croce, entro un voluminoso fabbricato rettangolare attestato sull’intero isolato. L’intero organismo è distribuito intorno a quattro cortili su grandi corsie rettangolari utilizzate come infermerie, incrociate secondo modelli tipologici già consolidati, ma completate da maniche laterali e soprattutto disposte su due piani, per separare uomini e donne. La manica dell’amministrazione, affacciata sulla strada, verso nord, e le gallerie porticate di servizio (oggi tamponate), verso sud, chiudono le fronti dell’ospedale. Per onorare i molti benefattori tra le fila dell’aristocrazia torinese che contribuirono con generosi lasciti e elemosine alla sua costruzione, l’amministrazione dell’ospedale commissionò a pittori e scultori tra i più quotati dell’epoca una serie di ritratti, busti e statue, che tuttora adornano l’atrio, lo scalone e gli altri ambienti. Dal 1978 l’edificio è sede del Museo Regionale di Scienze naturali.
2. Bombardamenti
La notte del 13 luglio 1943 il bombardamento effettuato dalla RAF e durato dall’1.35 alle 2.45 colpì l’ospedale torinese di San Giovanni Battista causando il crollo parziale della copertura del tetto e di alcuni soffitti. L'edificio era allora suddiviso in 504 locali più 125 nel seminterrato, oltre a due appartamenti di 4 locali in totale). Al luglio 1944 non risultavano eseguite o in corso opere di ripristino.
Note
Da Politecnico di Torino Dipartimento Casa-Città, Beni culturali ambientali nel Comune di Torino, Società degli Ingegneri e degli Architetti in Torino, Torino 1984:
OSPEDALE MAGGIORE DI S. GIOVANNI BATTISTA E DELLA CITTÀ DI TORINO, ORA
MUSEO REGIONALE DI SCIENZE NATURALI
Via Giolitti 34-36-38, Via S. Massimo, Via Cavour, Via Accademia Albertina
Ospedale.
Edificio di valore storico-artistico e documentario, primo e significativo esempio di ospedale a croce in Piemonte. Il progetto si deve ad Amedeo di Castellamonte; l'edificazione avviene a partire dal 1680, in un arco di ottanta anni. Si individuano sei momenti di costruzione: dal 1680 (posa della prima pietra) al 1762 (costruzione dell'infermeria lungo Via dell'Accademia e completamento dello schema di impianto a croce). Nel 1763 è annessa la Chiesa di S. Giovanni (progetto Filippo Castelli) e nel 1818 la sacrestia. Nel 1835 la Città cede il terreno per chiudere l'isolato dell'Ospedale (tra Via S. Massimo e Via Cavour) e rettificarne il perimetro. L'edificazione si protrae, con rifacimenti e sopraelevazioni, fino al 1964.
S. ROVERE, 1876; S. SOLERO. 1959; M. PASSANTI, 1951. pp. 97-98; M. MOMO, D. RONCHETTA BUSSOLATI, 1980.
Tavola: 49
Bibliografia
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- Solero, Silvio, Storia dell'Ospedale Maggiore di San Giovanni Battista e della città di Torino, Falciola, Torino 1959
- L'Ospedale Maggiore di San Giovanni Battista e della Città di Torino (antica sede), Museo regionale di scienze naturali, Torino 1980
- Caffaratto, Tirsi Mario, L'Ospedale Maggiore di San Giovanni Battista e della Città di Torino. Sette secoli di assistenza socio-sanitaria, Unità sanitaria locale 1-23, Torino 1984
- Politecnico di Torino. Dipartimento Casa Città, Beni culturali ambientali nel Comune di Torino, Vol. 1, Società degli ingegneri e degli architetti in Torino, Torino 1984 , p. 322 Vai alla pagina digitalizzata
- Paolino, Anna, Benefattori "insigni" e committenze artistiche dell'Ospedale Maggiore di S. Giovanni Battista e della Città di Torino (1678-1900), in «Studi piemontesi», A. XXIII , n. 1, 1994, pp. 131-144
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- Momo, Maurizio - Ronchetta Bussolanti, Donatella, L’Ospedale Maggiore di San Giovanni Battista e della Città di Torino, in Dellapiana, Elena - Furlan, Pier Maria - Galloni, Marco (a cura di), I luoghi delle cure in Piemonte. Medicina e architettura fra medioevo ed età contemporanea, Celid, Torino 2004, pp. 147-161
- Beck, Willy - Quarzo, Guido - Terranera, Lorenzo, I bambini alla scoperta di Torino, Lapis, Roma 2011 , pp. 48-49
- Bassignana, Pier Luigi, Torino sotto le bombe nei rapporti inediti dell'aviazione alleata, Edizioni del Capricorno, Torino 2013
- Piccoli, Edoardo, L'Ospedale Maggiore di San Giovanni Battista tra pietà barocca e scienza moderna, in Carassi, Marco - Gritella, Gianfranco (a cura di), Il re e l’architetto. Viaggio in una città perduta e ritrovata, Hapax, Torino 2013, pp. 143-146
Sitografia
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Fonti Archivistiche
- ASCT Fondo danni di guerra, inv. 105, cart. 2, fasc. 34, n. ord. 1
- Giornale Luce C0370/4 23/08/1943. L'offesa nemica su Torino
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