Caserma Franco Balbis
La caserma Franco Balbis è stata progettata nel 1889 dal capitano Siro Brauzzi. Il linguaggio architettonico utilizzato, classico e sobrio, intende rispettare a un tempo il decoro urbano e la destinazione d’uso.
Sita nell’isolato compreso fra corso Valdocco e le vie Santa Chiara, San Domenico e Carlo Botta, nelle immediate vicinanze dei quartieri militari juvarriani, la caserma Franco Balbis è oggi sede di un distretto della Polizia di Stato, ma è stata progettata nel 1889 per ospitare il Distretto Militare.
I disegni di progetto portano la firma del capitano Siro Brauzzi (ASCT, Progetti Edilizi, pratica n. 273, 1889). Tutto l’isolato edificato è di tre piani fuori terra, a eccezione di una parte della manica su via Botta, che è di due piani. La composizione dei fronti è sobria, con semplici finestre architravate e archi d’accesso a tutto sesto, e le cornici marcapiano sottolineano l’elegante orizzontalità. La facciata su corso Valdocco presenta un trattamento dell’intonaco a bugnato liscio nel registro inferiore e listato al primo piano; un timpano triangolare corona la parte centrale dell’edificio in corrispondenza dell’ingresso.
Verso la fine della Seconda Guerra mondiale la caserma è stata sede della RAP (Reparti anti partigiani) ed era intitolata a Ferdinando di Savoia.
Nel 1947 sono eseguite opere murarie nell’ala prospiciente corso Valdocco, nell’ala su via San Domenico e su via Botta. Il magazzino viveri è trasformato in sala mensa per ufficiali e sottufficiali. Nel 1948 è demolito un basso fabbricato e sono eseguiti dall’ingegner Nicola Fanci importanti lavori di idraulica e riscaldamento. Nel dicembre 1950 è ottenuto il permesso per procedere al ripristino dei danni di guerra causati dalle incursioni aree e, l’anno seguente, si procede alla ricostruzione delle cucine nell’ala nord-ovest e alla riparazione del vecchio fabbricato esistente nel cortile della caserma. I lavori sono affidati alle Imprese Buscaglione e Fratelli e al geometra Luigi Appendino. Nel 1952 l’Impresa cooperativa Taurina e la Ditta Marochelli eseguono ancora lavori di manutenzione straordinaria (ASTo, mm. 4539, 4541, 4549).
Bibliografia
- Cova, Efisio, Gli edifici militari di Torino dal regno sabaudo ad oggi nei ricordi pittorici di Vittorio Gnudi, Regione militare Nord-Ovest. Comando Genio, Torino 1993 , p. 186
- Borasi, Vincenzo, La presenza dei militari, in Bracco, Giuseppe - Comoli Mandracci, Vera (a cura di), Torino da capitale politica a capitale dell’industria. Il disegno della città (1850-1940), Vol. 1, Archivio storico della Città di Torino, Torino 2004, pp. 167-186
- Rosato, Salvatore, La Scuola di applicazione di Torino tra Otto e Novecento: formazione e campi di ricerca in ambito militare, Tesi di laurea, Politecnico di Torino, Facoltà di Architettura, a.a. 1998/99, relatore Vera Comoli Mandracci , pp. 213-214
Fonti Archivistiche
- Archivio Storico della Città di Torino (ASCT), Progetti Edilizi, pratiche: n. 273 (1889), n. 44 (1889).
- Archivio di Stato di Torino (ASTo), Genio Civile, Sezione I – Caserme, 1945-1955, mm. 4539, 4541, 4549.
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Ente Responsabile
- CeSRAMP - Centro Studi e Ricerche storiche sull’Architettura Militare in Piemonte