La nascita della refezione scolastica
Tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento ci si rese conto della necessità di integrare il cibo che gli alunni consumavano in famiglia: nasce l’idea di una refezione scolastica, a carico del Comune.
«Se manca il nutrimento, vien meno l’energia fisiologica e psichica; e l’occupazione scolastica diventa un tormento per l’alunno, nel quale subentrano apatia, irrequietezza, noia, con nocumento della disciplina, con perturbazione dell’andamento interiore della scuola, con manifesto danno generale dei condiscepoli, con fatica del maestro. Un alunno tormentato dalla fame sta tanto male in un’aula, quanto uno che abbia il dolore di teste, di ventre, di denti o la febbre»¹.
Quando nel secondo Ottocento il pensiero pedagogico pone al centro della sua attenzione il bambino e i suoi bisogni, quello del nutrimento diventa un punto importante del dibattito pedagogico. Polenta, pane giallo e pane di mistura costituiscono un pasto insufficiente.
Nascono tabelle dietetiche per le refezioni scolastiche (particolarmente note quelle di Tonzig e di Boselli) che suggeriscono una soluzione fredda e una calda. La prima consiste in pane con, di volta in volta a rotazione, formaggio, cioccolato, marmellata, uova sode, frutta. Il pasto caldo consiste in un minestrone. Talvolta quest’ultimo può essere sostituito con pane e latte oppure con fagioli conditi e mezzo uovo.
A Torino il primo esperimento di refezione scolastica si tiene alla scuola Aurora (attuale Parini) nel 1896. Seguono le scuole Beata Vergine di Campagna, Abba, Madonna del Pilone, Pacchiotti, Tasso.
Il Patronato scolastico, nato a Torino nel 1897, si fa carico tra le altre cose dell’acquisto di derrate alimentari per le scuole comunali. Nei primi anni del Novecento esso inizia a occuparsi anche della distribuzione della merenda, a partire dalla scuola Rignon, che condivideva il patronato con la scuola Monviso, e dalla scuola Pacchiotti.
Complessivamente, nell’anno scolastico 1916-1917, il Patronato torinese sussidia 5.784 alunni per la refezione e 416 per la merenda. Proprio a partire da questi anni, nell'ambito dei lavori di ristrutturazione di alcuni edifici scolastici, il Municipio di Torino stabilisce di dotare le scuole di una sala specifica per la refezione, preferibilmente collocata nei sotterranei, come avviene su delibera del 16 febbraio 1914 per la scuola Beata Vergine di Campagna. Già la scuola Alfieri, progettata nel 1909-1910, viene costruita tenendo presente le necessità della refezione: nella parte centrale del cortile viene infatti realizzato un edificio a un solo piano che serve a questo scopo. Troviamo inoltre locali per la refezione nel progetto della scuola Manzoni (attuale scuole media Nigra), approvato nel 1911 e, già anni prima, nel progetto della scuola Pestalozzi, costruita tra il 1904 e il 1906.
Note
¹ Antonio Martinazzoli, Luigi Credaro, Dizionario illustrato di Pedagogia, Milano, Vallardi, 1894, vol. III, pp. 368 e ss.
Bibliografia
- Archivio Storico della Città di Torino (a cura di), Annuario Statistico, Torino 1910-11 , p. 244
- Mario Ragazzi, L’igiene della scuola e dello scolaro, Hoepli, Milano 1923
- Luigi Secchi, Edifici scolastici italiani primari e secondari, Hoepli, Milano 1927
- Martinazzoli, Antonio - Credaro, Luigi, Dizionario illustrato di pedagogia, Vol. III, Vallardi, Milano [189.] , pp. 368 e ss.
Fototeca
Luoghi correlati
Temi correlati
Ente Responsabile
- Fondazione Tancredi di Barolo