Carlo Alberto e il mecenatismo dinastico
Carlo Alberto attua una politica del consenso e di esaltazione della dinastia sabauda in prospettiva nazionale, promuovendo istituzioni culturali e la commissione di numerosi monumenti.
20 maggio 1831, per il diciassettesimo anniversario del ritorno dei Savoia a Torino dopo la parentesi francese, alla presenza dei nuovi sovrani, Carlo Alberto e Maria Teresa, con un solenne Te Deum, a mezzodì viene finalmente inaugurato il tempio della Gran Madre di Dio; i sovrani ricevono l’omaggio di una poesia scritta dal sacerdote Goffredo Casalis. La costruzione, di forme neoclassiche, era stata decisa sin dal 1814; nel 1818 l’incarico era stato assegnato all’architetto Bonsignore.
1° novembre 1831 Carlo Alberto si reca alla Basilica di Superga per il centenario dell’apertura del tempio.
1831, viene affidato allo scultore Carlo Marocchetti il progetto di un monumento equestre dedicato a Emanuele Filiberto.
15 dicembre 1831, Carlo Alberto si reca in Piazza San Carlo a vedere il simulacro, in legno e plastica, del monumento equestre a Emanuele Filiberto costruito in dimensioni reali dal giovane scultore Carlo Marochetti con l’aiuto dell’architetto Bonsignore, ben noto sin dal periodo francese.
Aprile 1832, Carlo Alberto chiama alla cattedra di Letteratura Italiana dell’Università di Torino il dalmata Pier Alessandro Paravia, nomina salutata dai liberali in chiave antiaustriaca.
2 ottobre 1832, Carlo Alberto fonda a Palazzo Madama la Galleria Reale con opere provenienti dai castelli e dai palazzi della dinastia, affidandone la cura e l’allestimento a Roberto d’Azeglio, con l’intento di farne un luogo di valorizzazione dell’arte e della cultura italiana, legate alla storia della monarchia sabauda.
Il 24 novembre 1832 viene istituita la Giunta per le antichità e belle arti. L’anno successivo anche l’Accademia di Belle Arti troverà una nuova sede e si doterà di un nuovo regolamento.
20 aprile 1833 Carlo Alberto autorizza la fondazione della Deputazione di storia patria, pensata dal funzionario ministeriale avvocato Carta, autore di una cronaca della città di Tortona.
Nel 1834 Carlo Alberto fa erigere nel cortile dell’Arsenale un monumento a Pietro Micca, visto come simbolo del soldato semplice e obbediente, pronto a sacrificarsi per la dinastia.
In seguito all’epidemia di colera del 1835, che aveva causato circa 150 vittime nell’arco di 80 giorni, il corpo decurionale della città di Torino decide di erigere una colonna votiva di fronte al Santuario della Consolata, luogo in cui i torinesi avevano cercato conforto spirituale nei momenti più tragici. I primi decessi si erano riscontrati nel quartiere cosiddetto del Moschino, lungo il Po nei pressi dell’attuale Piazza Vittorio. La colonna, alta più di quindici metri, viene inaugurata nell’agosto del 1836.
Nel 1838 Carlo Alberto inaugura in Piazza San Carlo il monumento a Emanuele Filiberto, opera di Carlo Marochetti, simbolo dell’opera di edificazione del nuovo Stato carloalbertino.
Nel 1842 viene affidato all’artista di corte Pelagio Pelagi la realizzazione di una statua dedicata ad Amedeo VI, soprannominato il Conte Verde, simbolo dello stretto legame fra dinastia e fede.
1842, da un’idea di Cesare Della Chiesa di Benevello viene approvata la Società Promotrice di Belle Arti.
Nel 1847, in segno di gratitudine per le prime riforme concesse dal sovrano, un gruppo di privati cittadini decide di far erigere un monumento celebrativo a Carlo Alberto. Dopo la morte in esilio del re, avvenuta nel 1849, la commissione della statua equestre fu assunta dalla stato e affidata allo scultore Carlo Marocchetti. Il monumento fu inaugurato il 21 luglio 1861.
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Ente Responsabile
- Museo Nazionale del Risorgimento Italiano di Torino