Esercizio commerciale, già tempio della Chiesa metodista episcopale
Il tempio metodista, costruito nel 1897 su progetto dell'ingegnere Rodolfo Buti, in via Giuseppe Luigi Lagrange 13 interno cortile, fu quasi distrutto dal bombardamento del 13 luglio 1943. Nell'area attualmente si situano attività commerciali.
01. Cenni
Nel 1888 il pastore William Burt, responsabile della Missione metodista episcopale, acquistò, per la somma di 150 mila lire, un lotto di terreno in via Lagrange 13 e – dopo aver ottenuto l’autorizzazione da parte di re Umberto I – affidò l’opera all’architetto Rodolfo Buti, già autore del progetto per il tempio metodista di via XX Settembre a Roma. Nel progetto originale, datato 1895, il tempio era costituito da un’unica aula quadrata, retta da voltine neogotiche, e annunciata verso il cortile da un portale d’ingresso. Il progetto fu approvato dalla municipalità solamente un anno dopo, perché considerato carente di illuminazione, motivo che indusse l’architetto a modificare il progetto introducendo al centro della sala un lucernario (*)
02. Il tempio della Chiesa metodista episcopale in via Lagrange
“ La costruzione a Torino di un tempio per la Chiesa metodista episcopale precede di poco la vicenda del Tempio valdese di San Donato. L’episodio si inserisce in quell’opera di diffusione in Italia del metodismo americano da parte della Società missionaria episcopale di New York iniziata negli anni settanta del secolo con l’arrivo nella penisola del pastore Leroy M. Vernon. L’insediamento a Torino dei metodisti avviene per gradi, attraverso un processo che vede trascorrere circa un decennio tra la prima scelta del lotto dove insediare stabilmente un luogo di culto e l’effettiva costruzione di un edificio destinato a questo scopo. Primo atto di questa strategia è l’acquisto di una casa situata nel pieno centro di Torino, in via Lagrange 13, nel 1888. L’edificio consta di tre corpi di fabbrica disposti a U intorno a uno stretto cortile, sul fondo del quale è un piccolo giardino costeggiato da un altro fabbricato. A vendere la casa è un Gaetano Carmagnola, che l’aveva a sua volta rilevata circa vent’anni prima, in seguito a un pubblico incanto, dalla famiglia Talucchi, nelle cui mani era rimasta per quasi tutto il secolo. Ad acquistare non è la Società missionaria della Chiesa metodista episcopale, ma direttamente il suo pastore torinese, William Burt (1). Una scelta che si può forse spiegare con la necessità di attendere l’autorizzazione formale all’acquisto da parte di Umberto I, che arriverà solo tre anni più tardi, nel 1891, e in seguito alla quale la proprietà di lotto ed edificio sarà trasferita da Burt alla Chiesa metodista. Il prezzo di vendita dell’edificio è di 150 mila lire, delle quali 50 mila vengono versate all’atto dell’acquisto e le restanti in quattro rate nel corso dei quattro anni successivi (2). Burt abita sul sito: l’acquisto, si legge nel decreto di autorizzazione di Umberto I, avviene appunto con l’intenzione di destinare la proprietà «ad uso in parte di culto e di abitazione del pastore evangelico» (3). Il che non esclude che parte della proprietà continui a essere utilizzata come casa da reddito. Per i primi anni dopo l’acquisto, nella casa del pastore si celebra anche il culto, ed è solo qualche tempo più tardi che la Italy Mission of the Methodist Episcopal Church decide di costruire, all’interno della proprietà di via Lagrange, un fabbricato specificamente destinato a questo scopo. La costruzione del tempio avviene saturando ulteriormente il lotto: l’area scelta è al fondo del cortile e consiste nella parte di terreno occupata dal giardino e dall’adiacente corpo di fabbrica. Progettista, una volta di più, è un non torinese: l’ingegnere Rodolfo Buti, autore pressappoco negli stessi anni del progetto per il tempio metodista di via XX Settembre a Roma. È Buti a firmare, nel 1895, la richiesta di permesso edilizio presentata alla municipalità. Buti (non sappiamo se dopo aver visto il sito oppure no) disegna un tempio che consiste di un’unica aula quadrata, retta da voltine neogotiche e annunciata verso il cortile da un portale d’ingresso che rappresenta uno dei punti salienti della composizione. Il suo progetto solleva obiezioni presso la municipalità per la carente illuminazione (non sembrano previste finestre) e viene approvato solo l’anno successivo, dopo che Buti, cui i disegni sono stati rinviati, lo ha modificato introducendo al centro della sala un lucernario (4). Minori obiezioni solleva la riduzione dello spazio del cortile, che pure contrasta in modo patente con le disposizioni in merito contenute nel regolamento edilizio. Il permesso è accordato in via eccezionale, invocando ragioni di opportunità e di miglioramento igienico di un fabbricato che nelle parti destinate alla demolizione si presenta comunque degradato (...) . È probabilmente nell’intervallo che separa la prima e la seconda versione del progetto di Buti, dunque tra il luglio 1895 e il febbraio 1896, che occorre collocare le tracce di un progetto alternativo per il tempio metodista che si conservano oggi tra le carte personali di uno degli ingegneri che lavoravano in quei mesi nell’ufficio tecnico municipale che istruì la pratica: Daniele Donghi (6) (...) . I lavori per il tempio progettato da Buti sembrano iniziare pochi mesi dopo l’approvazione del progetto (9), presumibilmente finanziati tramite un mutuo di 30 mila lire che viene acceso il 5 agosto 1897 tra l’Istituto di Credito Fondiario dell’Opera di San Paolo e la Società missionaria della Chiesa metodista episcopale, sempre rappresentata da William Burt (10). Non è dato sapere fino a quale data il tempio metodista di via Lagrange sia stato usato per il culto. Nel 1936 una perizia di stima firmata per la Società missionaria dall’architetto Paolino Napione descrive lo stato dei luoghi: i sette alloggi situati intorno al cortile, uno dei quali non affittato, e il tempio, che risulta ancora in uso. La perizia prende in considerazione l’ipotesi di cambiare la destinazione del tempio «in locale ad uso magazzino o laboratorio, perché la destinazione attuale ne esclude la commerciabilità», ma non bisogna farsi trarre in inganno da quello che è probabilmente solo un artificio dell’estimatore per determinare il valore dell’immobile (11). Sarà negli anni sessanta che cominceranno davvero le trattative per la cessione del fabbricato da parte della chiesa metodista, e a quella data l’area del tempio risulta ormai destinata ad altri scopi – più precisamente, occupata da un’autorimessa. Le trattative degli anni sessanta sono legate a un episodio interessante e poco studiato della storia delle trasformazioni del centro di Torino nel secondo dopoguerra, ovvero la costruzione, in un lotto adiacente a quello di proprietà della Società missionaria, dell’edificio della Rinascente, il cui progetto (firmati dagli architetti Carlo Alberto Bordogna e Amedeo Albertini) è approvato dalla Giunta municipale nel 1968 (12). (...)". Tratto da: F. De Pieri, Due templi protestanti a Torino alla fine dell’Ottocento, in Valdesi e protestanti a Torino (XVIII-XX secolo). Convegno per i 150 anni del Tempio valdese (1853-2003), a cura di P. Cozzo, F. De Pieri, A. Merlotti, Torino, Silvio Zamorani, 2005, pp. 231-238, le note sono leggibili nel testo a stampa (**).
L’edificio sarà venduto solo alcuni anni più tardi, nel 1975, alla società immobiliare dell’ing. Gian Maria Pulcher. La proprietà passa pochi anni dopo alla società IOS che, con concessione edilizia n.447 del 1989, realizza un solaio metallico ampliando la superficie calpestabile, con l’intento di trasformare la chiesa in locale ad uso commerciale. Negli anni 2000 la proprietà passa al collezionista milanese Pierluigi Mazzari, committente dell’intervento di riuso presentato nel 2005. La società fondata per gestire l’operazione di riuso della ex chiesa è la Lagrange 13 s.r.l. (***).
In seguito lo stabile, ristrutturato, passa di proprietà e diventa sede di uno studio di progettazione design e vendita, dal 2016 è l'ampia sede, di 500 metri quadrati, di un'enoteca.
03. Bombardamenti
Il tempio metodista, un basso fabbricato in muratura mista situato al civico 13 di via Giuseppe Luigi Lagrange interno cortile, venne quasi completamente distrutto da una bomba incendiaria durante l'incursione aerea del 13 luglio 1943. Alla rilevazione del 3 agosto 1944 l'edificio risulta ricostruito e adibito a deposito e vendita di automobili. Nel tempo si sono avvicendate alcune attività commerciali.
Note
(*) http://patrimonioculturalevaldese.org/sites/default/files/atoms/files/approfondimento_tempio_metodista.pdf
(**) F. De Pieri, Due templi protestanti a Torino alla fine dell’Ottocento, in Valdesi e protestanti a Torino (XVIII-XX secolo). Convegno per i 150 anni del Tempio valdese (1853-2003), a cura di P. Cozzo, F. De Pieri, A. Merlotti, Torino, Silvio Zamorani, 2005, pp. 231-238. Le note sono leggibili nel testo a stampa.
(***) https://divisare.com/projects/4729-maurizio-zucca-ex-chiesa-metodista
Sitografia
Fonti Archivistiche
- ASCT Fondo danni di guerra, inv. 125, cart. 3, fasc. 14, n. ord. 8
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Ente Responsabile
- Museo Diffuso della Resistenza della Deportazione della Guerra dei Diritti e della Libertà
- MuseoTorino