Scheda: Luogo - Tipo: Edifici

Villa Sant'Albano, già Villa Bianchi, già Vigna Barel

Questa vigna, che non è citata né nei documenti della Curia né nella Carta della Caccia(1762), si può dedurre che venne costruita proprio dai conti Barel di Sant'Albano intorno al 1777, come testimonia un acquerello presente in vigna. Attorno a questo edificio sono sorti molti racconti: la tradizione vuole che Carlo Barel l'avesse costruita per una sua amica del cuore; si dice che qui fu accolta la contessa di Provenza che con numeroso seguito fuggiva la rivoluzione in Francia e che sempre in vigna Barel sostò la cognata di Luigi XVI, anch'essa in fuga, mentre le si preparava l'appartamento nel castello di Moncalieri.


Lat: 45.02590400846705 Long: 7.677501440048218

Costruzione: XVIII Sec. (1700-1799)

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Questa vigna non è citata nella Carta della Caccia, né nei documenti della Curia, ma il Grossi la cita come «Barel villa e vigna dell'Ill.mo sig. Conte Barel di Sant'Albano».

Giuseppe  Barel, nonno del proprietario Carlo citato dal Grossi, era di origine lionese e nel 1696 ricopriva la carica di guardamobili di Sua Altezza. Fondò una banca e il nipote Carlo riuscì ad acquisire il titolo nobiliare.

Con accorti legami matrimoniali, brillanti carriere militari e le partecipazioni alle guerre d’indipendenza i Barel si inserirono nell'alta società piemontese. Conservarono la vigna sino al 1857, quando venne acquistata dal cavaliere Pietro Bianchi di Lavagna e per eredità  passò poi ai conti Richetta di Valgoria.

Note

Da Politecnico di Torino Dipartimento Casa-Città, Beni culturali ambientali nel Comune di Torino, Società degli Ingegneri e degli Architetti in Torino, Torino 1984:
VILLA BIANCHI, GIÀ VILLA S. ALBANO
Strada S. Lucia, Corso Moncalieri 339

Villa e vigna.
L'edificio, di valore ambientale e documentario, concorre alla definizione ambientale del pianoro declinante da Cavoretto sul Po.
Nella Carta topografica della Caccia il complesso è formato da due edifici uno in fregio alla strada a valle e l'altro a monte. Il Grossi cita «villa e vigna [...] con due casini uno dietro all'altro». La mappa francese conferma l'impianto precedente, denunciando due «artefatti piani» e l'aggiunta di un edificio a Sud. La mappa Rabbini riporta integralmente tale planimetria. Nel 1857 la villa e la vigna passarono ai Bianchi.

A. GROSSI, 1791, p. 15; PLAN GEOMÉTRIQUE […], 1805; [Catasto RABBINI, Cavoretto], 1864, fol. I; E. GRIBAUDI ROSSI, 1975, pp. 611-613.
Tavola: 74

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