5 aprile 1944, la fucilazione del Comitato militare regionale piemontese
Il campo del Martinetto, già poligono di tiro a segno, fu utilizzato dalla Repubblica Sociale come luogo per le esecuzioni capitali: oltre sessanta oppositori vi furono fucilati. Il 5 aprile 1944 - dopo un processo rapidissimo, che Mussolini volle “esemplare” - vi trovarono la morte otto componenti del Comitato militare regionale piemontese.
«- Sì. Ho assistito all’esecuzione. Sono stati eroici e sereni. Giunti al Martinetto si sono abbracciati. Il generale [Giuseppe Perotti*] ha dato l’attenti con voce così imperiosa che non solo i condannati ma perfino il plotone si è irrigidito. Allora il generale ha gridato: “Viva l’Italia libera!” e tutti hanno risposto: “Viva l’Italia libera!”.
- Hanno sofferto?
- No, sono morti subito.
- Tutti hanno ricevuto i sacramenti?
- Tutti, tranne Giambone**. Prima che venisse legato alla sedia chiese al capitano il permesso di salutarmi. Mi venne vicino, mi strinse le mani commosso, ringraziandomi per l’assistenza che io e altri due cappellani avevamo prestato a lui e agli amici suoi. Gli dissi: “Si raccomandi al Signore che le usi misericordia”. “Non ho da domandare perdono a nessuno perché nella mia vita ho sempre fatto il mio dovere”, mi rispose. Mi strinse ancora con la forza le mani, poi ritornò alla sua sedia e vi venne legato come tutti gli altri.»
Valdo Fusi***, Fiori rossi al Martinetto. Il processo di Torino: aprile 1944, Mursia, Milano 1968
Note
* vedi scheda su Giuseppe Perotti
** vedi scheda su Eusebio Giambone
*** vedi scheda su Valdo Fusi
Bibliografia
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- MuseoTorino 2020