Scheda: Tema - Tipo: Politica

L'epoca francese

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Con il governo francese a Torino cambiarono i governanti, le regole di vita, la forma della città e comparvero i numeri civici. I cittadini erano divisi tra favorevoli ed avversi al nuovo regime, ma le guerre avrebbero fatto calare i consensi.


Inizio: 1798

Fine: 1814

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  • sala 1808

Con il governo francese innumerevoli furono i mutamenti. Cambiarono i ceti al potere (con la presenza di molti più borghesi), le leggi (con il Codice civile napoleonico base dei moderni diritti), il sistema di tassazione (con l'abolizione dell’odiata gabella sul sale), le norme di vita in città (dove il soggiornarvi era concesso a chi dimostrava di avere un lavoro), furono  istituiti  i registri di stato civile e dal 1803 il matrimonio civile.

I mutamenti  più immediatamente percepibili per tutti i torinesi furono urbanistici e toponomastici. Le mura vennero abbattute e le loro pietre riadoperate per altri edifici, al loro posto furono realizzati i grandi viali che ancor oggi esistono, aree verdi e nuove costruzioni. 

Torino diveniva una porta aperta verso la Francia. Fu costruito il Ponte di Pietra sul Po (ribattezzato Vittorio Emanuele al ritorno dei Savoia). Mutò il modo di indicare gli indirizzi, cancellando il sistema sezione-isola[to]-via e introducendo i più funzionali numeri civici, che nemmeno la Restaurazione avrebbe eliminato.

La tassazione gravosa, il reclutamento obbligato, la concorrenza commerciale della Francia resero talora i torinesi ostili al nuovo governo, che fu, però, attento alla ricerca del consenso, anche tramite feste e spettacoli.

Sostenitori del nuovo regime furono soprattutto la borghesia delle professioni e della media proprietà terriera, oltre ad alcuni preti; avversi  furono i grandi proprietari, gli aristocratici, il clero e i repubblicani delusi da Napoleone. Dal 1807 le guerre fecero aumentare gli scontenti.

 

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