Società Canottieri Caprera
La storica Società Canottieri Caprera nasce nel 1883 da una costola della Società ginnastica; costruita la propria sede sulla sponda sinistra del Po, nel 1911 la abbandona a causa dell’Esposizione e si trasferisce sulla sponda destra, dove nel 1914 costruisce la nuova sede.
1. Storia dell'edificio
La società Caprera viene fondata il 15 aprile 1883. I soci fondatori appartenevano alla Società ginnastica, dalla quale si erano separati definitivamente nel 1882; il nome della Società deriva dall’isola in cui poco tempo prima era spirato Giuseppe Garibaldi. La stessa divisa sociale, rossa, richiamava il colore delle giubbe dei Mille.
Nel 1885 la Società chiede alla Municipalità di poter usufruire di un’area libera a monte di quella occupata dalla Eridano, per erigere a proprie spese una tettoia, su progetto dell’ingegner Petitti. Nel 1889 viene costruito uno chalet su progetto dell’ingegner Griboldo, sempre a spese della Società. L’esistente casottino, costituito da un unico locale con cantina, viene trasformato in chalet a un piano fuori terra e a manica semplice suddiviso in quattro ambienti illuminati da aperture poste prevalentemente a sud; inoltre, nel piano sotterraneo, viene ricavato un magazzino per le imbarcazioni con accesso diretto dal camminamento al bordo del fiume. Successivamente – o forse in corso d’opera – l’edificio viene sopraelevato di un piano.
Nel 1896 la Società chiede di poter utilizzare i locali della società Eridano (poi Circolo degli Artisti). Nel 1901 (e poi confermato nel 1906) la Municipalità assegna alla Caprera un nuovo tratto di sponda verso sud di circa centotrenta metri quadrati da recintare e utilizzare per le lezioni di nuoto.
La Società viene diffidata e successivamente espulsa dalla propria sede per far posto ai padiglioni dell’Esposizione del 1911. La Canottieri Caprera, terminata la manifestazione, non potendosi permettere l’acquisto del padiglione costruito sopra il vecchio chalet, ottiene in concessione un nuovo terreno sulla sponda destra del Po, nei pressi del ponte Umberto I, costruito da poco in sostituzione del ponte di ferro. Grazie a una sottoscrizione di azioni sociali a cento lire l’una, che frutta ottomilatrecento lire, la Società può dare l’avvio ai lavori, su progetto di due soci, l’ingegner Pietro Gambetta e il professor Francesco Montalenti. Le difficoltà economiche, però, continuano, e i lavori vengono protratti fino al novembre del 1914, quando la nuova sede verrà finalmente inaugurata.
Nel 1929, con una spesa di trecentottantamila lire, su sottoscrizione dei soci, la sede viene sistemata in maniera definitiva, con la costruzione di un ampio laboratorio per il rimessaggio e la manutenzione delle imbarcazioni, il cui tetto viene utilizzato come terrazzo. L’ultimo intervento risale al 1964, con l’ingrandimento dei saloni, degli spogliatoi e dei cantieri; vengono rifatti i servizi e gli impianti, e l’arredamento viene completamente cambiato.
2. Bombardamenti
L'edificio in muratura, di due piani fuori terra, ospitante i locali della Società Caprera, venne colpito da soffio di bomba dirompente durante l'incursione aerea del 13 luglio 1943. Il tetto fu danneggiato e tutti i locali risultarono sinistrati. Alla rilevazione dell'aprile 1945, le opere di rifacimento risultavano in parte eseguite.
Bibliografia
- T. Rovere, Nel cinquantenario della Canottieri «Caprera» (1883-1933), in «Rassegna mensile municipale “Torino”», n. 7, luglio, 1934, Torino
- Beppe Bracco, Laura Schrader, Torino un fiume. Canottieri Caprera dal1883 al 1983, Torino 1983
- Silvia Gron, L’architettura nel Parco del Valentino (1865-1912) nel periodo della sua formazione, Scuola di Specializzazione in Storia, analisi e valutazione dei beni architettonici e ambientali, Politecnico di Torino, Facoltà di Architettura, 1991-1992, relatore Luciano Re, Ferruccio Zorzi
- Manzo, Luciana - Peirone, Fulvio (a cura di), Sport a Torino: luoghi eventi e vicende tra Ottocento e Novecento nei documenti dell'Archivio storico della Città, Archivio storico della Città di Torino, Torino 2005 Vai al testo digitalizzato
Sitografia
Fonti Archivistiche
- ASCT Fondo danni di guerra, inv. 594, cart. 12, fasc. 1, n. ord. 1
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Ente Responsabile
- Museo Diffuso della Resistenza della Deportazione della Guerra dei Diritti e della Libertà