Palazzo Barolo o Falletti di Barolo, Opera pia
Il palazzo nobiliare è legato alla memoria di Tancredi e Giulia Falletti, insigni benefattori della Torino risorgimentale. Oltre a Silvio Pellico nella casa dei marchesi di Barolo trovarono dimora bambini, ragazze e l’odierna Opera Pia.
Il palazzo tardo seicentesco di via delle Orfane già proprietà della famiglia Provana di Druent è sicuramente legato alla memoria dei coniugi Tancredi Falletti di Barolo (1782-1838) e Giulia Colbert Maulévrier (1786-1864), insigni benefattori della Torino risorgimentale. Tra le numerosissime opere avviate in campo religioso, assistenziale ed educativo dai marchesi di Barolo, l’edificio è legato in particolare a tre iniziative: all’apertura del primo asilo infantile della città; all’istituzione delle “Famiglie di operaie”; alla fondazione dell’Opera pia Barolo. Fu nel 1829 che i marchesi di Barolo decisero di istituire al piano terra del loro palazzo, nelle sale a sinistra dell’androne monumentale, una scuola per cento bambini poveri dai due ai sei anni. Lo scopo era che i piccoli potessero ricevere una prima educazione morale, civile e religiosa. Al piano nobile invece, nel 1845, sullo stile delle attuali case-famiglia, vennero istituite le “Famiglie di operaie”. In diversi nuclei erano accolte dalle dodici alle quindici ragazze dai quattordici ai diciotto anni che, sottoposte a un programma educativo, avevano la possibilità di imparare un mestiere. Infine si ricorda l’Opera Pia Barolo, istituto di assistenza e beneficenza che ha oggi sede nel palazzo, che venne fondata il 22 settembre 1856. Tra le presenze risorgimentali di casa Barolo non va dimenticata quella dello scrittore e patriota Silvio Pellico (1789-1854), che fu bibliotecario e segretario dei marchesi dal 1834 fino alla morte, avvenuta nel 1854.
Bibliografia
Sitografia
Fonti Archivistiche
- Biblioteca della Fondazione Torino Musei, Archivio dei Musei Civici, Fondo D'andrade, LT 6786-6791
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Ente Responsabile
- Mostra Torino: storia di una città