Carta Corografica dimostrativa del territorio della città di Torino, luoghi e parti confinanti.. Archivio Storico della Città, Simeom, D 1800. © Archivio Storico della Città di Torino
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Cascine a Torino
Il passato rurale di Torino, ormai poco riconoscibile, ha rivestito un ruolo di primaria importanza sia dal punto di vista economico che politico fino al secolo scorso. Anche se al reticolo viario e irriguo antico, tra XIX e XX secolo, si è sovrapposta una struttura urbanistica modellata su esigenze industriali e residenziali, la precedente conformazione territoriale è tuttora leggibile.
Osservando dall’alto la città, grazie agli strumenti di geolocalizzazione web adottati da MuseoTorino, è infatti ancora possibile distinguere gli elementi dell’antico assetto rurale, costituito da una rete di canali, bealere e strade i cui punti nodali erano rappresentati dalle cascine “a corte chiusa” della pianura torinese, dalla tipica forma quadrangolare.
A conferma della centralità delle cascine per il territorio rimangono inoltre diverse tracce nell’odierna toponomastica torinese, come nel caso della Falchera e dei quartieri San Paolo e Lesna.
La rapida espansione urbanistica ha comportato l’abbattimento di diverse cascine, mentre altre sono state inglobate nel tessuto urbano, diventando integralmente edifici residenziali o a uso industriale.
In altri casi gli enti pubblici proprietari hanno salvaguardato il patrimonio rurale, restaurando le strutture e trasformandole in centri polivalenti di aggregazione sociale: è questo il caso delle cascine Giajone, Marchesa (Florita) e Roccafranca. Sono invece pochi gli esempi di cascine che continuano a mantenere la vocazione agricola originaria, situate per lo più in periferia o in aree di pertinenza fluviale, come la Bellezia e il Mineur. Quelle che, perdendo l’antica funzione, non hanno incontrato un nuovo uso, versano in stato di degrado e abbandono, come la Cabianca e il Meisino. Ai margini della città si sono infine conservati esempi di architetture, un tempo fulcro della vita sociale ed economica rurale, che originarono vere e proprie borgate, come l’Abbadia di Stura, il Villaretto e il complesso del Drosso.
In MuseoTorino è ora possibile andare alla scoperta delle tracce di questo straordinario patrimonio architettonico diffuso. Dalla pagina iniziale si accede alla sezione “Il museo”, attraverso il menù o l’immagine relativa, e si può esplorare la collezione utilizzando il “navigatore per categorie” e selezionando il termine “cascina”: si visualizza così la mappa con la geolocalizzazione di tutte le cascine del territorio torinese.
Il “cantiere” sulle cascine è stato realizzato grazie al contributo dei volontari del Servizio Civile Nazionale selezionati nell’ambito del progetto Torino il museo. Il museo reale, il museo virtuale, ideato per integrare il patrimonio e le metodologie dell’Ecomuseo Urbano di Torino (EUT) con le nuove potenzialità offerte da MuseoTorino.
Johanna Barilani, Fabrizio Chiarucci, Gianfranco Ingardia, Irene Innocente, Carlotta Venegoni ed Edoardo Vigo hanno contribuito con le proprie specifiche competenze alla ricerca storica e archivistica, alla documentazione fotografica e cartografica, hanno redatto e immesso oltre 100 schede sulle cascine, con più di 1000 immagini di corredo iconografico.
Al progetto hanno collaborato diversi enti e soggetti che MuseoTorino ringrazia: Anna Rigassio, le Biblioteche Civiche Torinesi per i suggerimenti bibliografici, l’Archivio Storico della Città e l’Archivio di Stato di Torino, l’Associazione I Luoghi e La Memoria (L&M), il Centro di Documentazione Storica della V Circoscrizione per i suggerimenti metodologici e per il supporto.
Questo studio si configura come un primo livello di indagine, riguardante edifici ancora esistenti, e costituisce la base per futuri sviluppi e integrazioni, perfettamente in armonia con una della caratteristiche principali di MuseoTorino: quella di essere un museo in continuo divenire.
Per individuare tutte le cascine inserite in MuseoTorino selezionare dal menu la voce "Esplora" e ricercare "cascina" all'interno del campo "Categorie".
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Cascinotto di Strada del Mulino del Villaretto
É una struttura isolata, localizzata nei pressi del Mulino del Villaretto, costruita nel Novecento.
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Cascina Amoretti
La cascina, appartenuta dalla prima metà del ‘600 all’abate Amoretti, fu più volte ampliata e rimaneggiata fino ad essere demolita, nel 1912, per dar spazio agli edifici di pertinenza della villa adiacente che fu edificata a partire dal 1760.
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Casotto di via San Tommaso Agudio 35
Sorto nei primi anni del XIX secolo, il Casotto fu da sempre alle dipendenze della vicina Cascina Calcina. Oggi, in buono stato di conservazione, è usato a scopo abitativo.
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Villa "Il Gibellino"
Tipica cascina extraurbana di impianto settecentesco, che conserva ancora in parte l’aspetto rustico originario con villa padronale, cappella e giardino. Riuscì a sottrarsi alla distruzione prevista dal piano regolatore del 1906.
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Cascina Mangiardina o Mangiardino
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Cascina di villa Sartirana detta "La Tesoriera"
La cascina della villa Sartirana detta “La Tesoriera” rappresenta la fusione, avvenuta nella seconda metà del XIX secolo, di due proprietà limitrofe: “La Tesoriera” e la “Cascina Rolando”. Oggi ne rimane un solo frammento che ospita diverse associazioni.
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Cascina Perrone, Il Cascinotto
Nata come “casotto” alle dipendenze della vicina villa Pollone, il Perrone sorge in un’area denominata “Gorzano” che è il risultato dell’opera di disboscamento delle sponde della Dora Riparia, iniziato a partire dal XIV secolo.
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Casa Gilardoni Sondrio, Cascina Seraffino
Cascina a corte chiusa di origine seicentesca localizzata di fronte al viale che conduce al Convento Madonna di Campagna. Tra i secoli XVIII e XIX ha assunto un ruolo di primaria importanza grazie alla sua collocazione ospitando, tra l’altro, diverse attività di servizio legate ai trasporti. Recentemente l’edificio è stato oggetto di recupero e destinato a uso residenziale e a servizi.
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Cascina Varetto
Edificio rurale di piccole dimensioni costruito nella prima metà del XIX secolo, situato a nord del torrente Stura.
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Cascina Il Palassot
Il Palazzotto, cascina di pianura a corte chiusa di origine seicentesca, fu una delle prime proprietà dei Carron di San Tommaso nell’area di Madonna di Campagna. La cascina, coinvolta nell’assedio di Torino del 1706, fu demolita intorno agli anni ’70 del XX secolo. Al suo posto sorge ora la scuola media Antonio Vivaldi.
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Cascina del Santo Spirito
Cascina rurale di proprietà della Confraternita del Santo Spirito di Lucento, accorpata alla tenuta del castello dalla famiglia Tana nel 1761 e successivamente venduta a privati.
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Cascina Calcina, Il Casotto
Il Calcina, cascina di origine seicentesca, nei primi anni dell’Ottocento aveva un casotto di pertinenza che successivamente ne ha condizionato la denominazione. Attualmente la cascina è totalmente ristrutturata e adibita ad uso residenziale.
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Cascina Commenda
Cascina rurale di proprietà dell’Ordine di Malta, la cui esistenza è già documentata in epoca moderna.
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Cascina Nicolini
Il Nicolini, cascina di origine settecentesca, ha cambiato più volte denominazione nel corso dei secoli: prima “Carello”, poi “Mussetto” e ancora “Albino”, per ottenere l’attuale denominazione dal 1820. Oggi, completamente ristrutturata, è adibita a residenza.
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Cascina Riviera, già villa Casana
La Riviera, cascina di pianura a corte chiusa di origine seicentesca, fu anche conosciuta come villa Casana dopo che ne furono demoliti i rustici sul finire del XIX secolo. Coinvolta nell’assedio di Torino del 1706, fu demolita intorno agli anni '30 del Novecento. Oggi al suo posto sorge il Parco d'Arte Vivente.
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Cascina Il Martini
Già edificio rurale, cascina di pianura, trasformato in magazzino.
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Cascina Martiniana
La Martiniana, cascina a corte chiusa della pianura torinese, fu costruita probabilmente nella seconda metà del XVII secolo. Utilizzata per il rifornimento delle truppe durante l’assedio di Torino del 1706, fu demolita intorno alla metà del XX secolo. La cascina fu colpita da una bomba incendiaria il 13 agosto 1943. Riportò danni consistenti con crollo dei muri divisori e laterali, di volte e capriate. Oggi, al suo posto trova sede la Centrale del Latte di Torino impiantata nel 1952.
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Cascina Gioia
La cascina Gioia trae le sue origini da un piccolo fabbricato del XVI secolo successivamente elevato a grangia. Coinvolta nell'assedio di Torino del 1706, fu demolita nella seconda metà del XX secolo per dare spazio all'attuale corso Grosseto.
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Cascina Serena, già San Tommaso
La Serena, cascina di pianura a corte chiusa di probabile origine seicentesca, appartenne nel XVIII secolo ai Carron di San Tommaso insieme alla vicina cascina successivamente denominata Tron e poi Marchesa. Coinvolta nell’assedio di Torino del 1706, fu demolita nella prima metà del XX secolo.
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Cascina Crema, già Cavour
La Crema, cascina di pianura a corte chiusa di origine seicentesca, fu demolita nella prima metà del XX secolo per dar spazio ai nuovi villini di corso Svizzera. Fu coinvolta nell’assedio di Torino del 1706.
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Il Tempia
Il Tempia, cascina di pianura a corte chiusa di origine seicentesca, è stato demolito sul finire del XX secolo per dar spazio ad alcuni capannoni industriali. La cascina fu coinvolta nell’assedio di Torino del 1706.
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Cascina Venisio, già Machiola
La Venisio, cascina di pianura a corte chiusa di origine seicentesca, fu demolita tra la prima e la seconda metà del XX secolo. Coinvolta nell’assedio di Torino del 1706, fu al tempo denominata “Machiola”.
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Cascina Zappata, già Marchisio
Il Zappata, cascina di pianura a corte chiusa di origine seicentesca, fu anche conosciuto come cascina Marchisio, probabilmente dal cognome del proprietario originario. Coinvolta nell’assedio di Torino del 1706, la cascina fu demolita nel secondo decennio del '900 per dar spazio al nuovo asse ferroviario del Lingotto.
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Cascina Piscina, già Marchesa
La Piscina, cascina di pianura a corte chiusa di origine seicentesca, fu denominata dal XVIII secolo "cascina Marchesa". Coinvolta nell’assedio di Torino del 1706, fu demolita nella prima metà del '900.
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Cascina Calcaterra
Il Calcaterra, cascina a corte chiusa di origine seicentesca, fu coinvolto nell’assedio di Torino del 1706. Fu demolito nella prima metà del XX secolo per dar spazio a una serie di villini dal gusto neo-eclettico.
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Cascina Porporata
La Porporata, cascina di pianura a corte chiusa di origine seicentesca, fu una delle prime fabbriche rurali con villa annessa dell’agro torinese. Ebbe un ruolo fondamentale durante l’assedio di Torino del 1706 per via della sua posizione strategica sul cammino di Francia. La cascina è stata demolita nella seconda metà del XX secolo per dare spazio a un’area verde con installazioni sportive.
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Cascina La Grangia, già Lagrange
La cascina Lagrange ha subito nel corso della sua storia diverse trasformazioni: da grangia cinquecentesca, a complesso a corte chiusa con vari corpi di fabbrica, aggiunti ancora nell’Ottocento. Attualmente al suo posto sorge un moderno edificio ad uso civile e commerciale, che conserva la memoria della vecchia cascina soltanto nell’impianto planimetrico.
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Cascina Juva, il Lingotto
La "Juva", nata come cascina Lingotto e afferente al castello, sorgeva nell’omonimo feudo sin dal ‘500. Nel corso dei secoli, il complesso ha subito diverse modifiche fino a stabilizzarsi dalla fine del ‘700. La pianta rimane invariata fino alla metà del ‘900. Attualmente l’edificio è adibito ad attività commerciali e residenziali e l’unica evidenza che si conserva è un arco portale bugnato settecentesco.
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Cascina Balbiano
La Balbiano, cascina di pianura a corte chiusa di origine seicentesca, fu demolita intorno alla metà del XX secolo. Fu coinvolta nell’assedio di Torino del 1706.
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Cascina Panatera
La Panatera, cascina di pianura a corte chiusa di origine cinquecentesca, deve la sua denominazione al primo proprietario, il signor Panatero. Vicino alla cascina vi era un tempo un grosso albero, probabilmente un pioppo, dove si tenne il consiglio di guerra dei generali supremi dell’esercito francese il 7 settembre 1706.
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Cascina Giusiana
La Giusiana, cascina di pianura a corte chiusa di origine seicentesca, fu demolita intorno alla metà del XX secolo. La cascina ebbe un ruolo importante durante l’assedio di Torino del 1706 in quanto era posta sulla linea di circonvallazione di ponente che partiva dal Castello di Lucento.
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Cascina Cassotti Balbo, La Balbo
La cascina Cassotti Balbo, situata nei pressi del Borgo di Mirafiori, ricorda nel nome quello delle due principali famiglie di proprietari. Composta da diversi corpi di fabbrica, è sempre stata adibita a funzioni sia abitative che agricole.
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Cascina Anselmetti
Della cascina Anselmetti, di origine seicentesca, rimane oggi solo la cappella dalle linee barocche che ospita al suo interno il Laboratorio di Storia e Storie. Il complesso, situato in zona Gerbido, al confine con Grugliasco, prende il nome dal banchiere Anselmetti che vi fece costruire la villa padronale.
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Cascina La Grangetta
La cascina è situata tra il corso della Dora e quello della bealera vecchia di Lucento, fuori dalla cinta daziaria.
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Cascina Bianco nel quartiere Vallette
La cascina Bianco, edificata probabilmente nel 1724, sorge su una grangia cinquecentesca distrutta durante l’assedio di Torino nel 1706.
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Cascina Rivagagliarda, poi borgata delle Merle
La Rivagagliarda, cascina di pianura a corte chiusa di origine quattrocentesca, fu più volte demolita e ricostruita nell’arco di tre secoli. Posta su un terrazzamento nelle vicinanze del fiume Dora e in posizione strategica per la difesa militare della città, fu coinvolta prima nell’assedio di Torino del 1640 e poi in quello del 1706. Fu demolita nei primi anni del XX secolo per dar spazio alle attuali case popolari di via Cuneo.
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Cascina Spinetta, già Taschero
La cascina è di origine ottocentesca, denominata dapprima Taschero, dal nome dei proprietari, e in seguito Spinetta. Attualmente è adibita a uso residenziale privato, a seguito di ristrutturazioni.
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Cascina Mirafiori
La cascina, un tempo al servizio del Castello di Mirafiori, è oggi adibita a uso residenziale. Dell’edificio originario, di epoca settecentesca, si conservano la torre colombaia e il portale d’ingresso.
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Cascina Seminario
Il Seminario è una cascina a corte chiusa, di origine settecentesca, conosciuta come Cascinotto, di proprietà dei Romagnano, in seguito venduta al Seminario di Torino e, nel periodo francese, è riportata sulle mappe con il nome di “Ferme Nationale”.
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Cascina Barolo, Casino Barolo
Cascina di pianura a corte chiusa di origine settecentesca che il marchese Ottavio Provana di Druent fece costruire, a partire dal 1717, su una preesistente cascina.
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Cascina del Rivore
La cascina del Rivore, edificata nel XVIII secolo, è situata nell’area torinese un tempo denominata “Region delle Maddalene”. Sul finire del XIX secolo è stata trasformata in fabbrica di concimi chimici: Fabbrica 3M Italia. Oggi ne rimane solo una manica che è stata adibita ad attività commerciali.
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Cascina Montù
L’edificio è probabilmente il più antico del Basso San Donato e l’unico esempio di cascina sopravvissuto in quest’area.
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Cascina Cossilla
La Cossilla, cascina di pianura a corte chiusa di origine cinquecentesca, è stata demolita tra la fine degli anni Novanta del XX secolo e l’inizio del XXI per dare spazio a un giardino comunale situato tra via Mosso e via Sostegno.
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Cascina Pansa, Il Panzia
Il Panzia, cascina a corte chiusa con pianta a “C” di origine cinquecentesca, appartenuta alla famiglia reale dei Savoia, ha mantenuto la sua funzione originaria. E’ di grande interesse l’apparato murario medievale del recinto dell’antico orto e giardino con ciottoli di fiume e muratura listata. All’interno dell’antico giardino, è visibile un termine lapideo di forma piramidale, che nel XIII secolo segnava il confine tra le comunità di Torino e di Collegno.
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Cascina Borsello, Il Borsetto
Il Borsello, cascina a corte chiusa di origine seicentesca, conserva ancora oggi la sua struttura originaria caratterizzata dalla presenza di una piccola torre, forse una colombaia, che svetta all’angolo della casa.
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Cascina Bassa di Stura, già La Modesta
La Bassa di Stura è una cascina di pianura di origine settecentesca. Una parte degli edifici sopravvisse fino agli anni ’90 del XX secolo, in seguito fu abbattuta per dar spazio al nuovo complesso residenziale tra via Reiss Romoli, via Scialoja e via Veronese.
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Cascina Ressia
L’ottocentesca cascina Ressia era caratterizzata dall’attività di una segheria, alimentata dall’azione di un mulino posizionato su un braccio di una balera. Oggi è adibita ad attività agricole.
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Cascina Biasone
Configuratasi come una vera e propria borgata fin dalla seconda metà del XVIII secolo, il complesso dei Biasoni è stato demolito quasi completamente negli anni ’70 dello scorso secolo. Oggi rimane solo una manica della cascina e l’arco portale d’ingresso al civico 67 di via Damiano Chiesa.
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Cascina Prebenda Andonno
Edificio rurale risalente alla fine del settecento denominato dapprima Prebenda Andonno e poi cascina Enrico o Henry, dal nome del primo proprietario Henry Canonico.
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Cascina Bussone, già dei Padri di San Domenico
La cascina Bussone, conosciuta già dalla seconda metà del XVIII secolo come Cascina dei Padri di San Domenico, fu venduta nella prima metà dell’ 800 alla famiglia Dentis che ancora oggi la possiede.
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Cascina San Paolo
Il San Paolo, cascina di origine seicentesca, ha rivestito un ruolo importante per l’omonimo quartiere che ad essa deve il suo nome. Oggi non è più esistente, ma se ne conserva un pilone votivo dedicato a Maria Consolatrice.
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Cascina Falconera
La Falconera, cascina di origine settecentesca, deve il suo nome all’allevamento di falconi da caccia che in essa ha avuto luogo per tutto il XIX secolo.
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Cascina La Magra
La Magra, cascina di origine settecentesca, è stata demolita negli anni Ottanta del XX secolo. Oggi rimangono solo alcuni elementi.
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Cascina Bianco
Del Bianco, cascina di origine seicentesca, rimane oggi solo il disegno planimetrico che si legge nella disposizione dei palazzi costruiti negli anni ’70 del XX secolo quando la cascina fu completamente demolita.
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Cascina Cravetta
La Cravetta, cascina a corte chiusa di origine cinquecentesca, fu probabilmente una cascina modello per il miglioramento delle tecniche agricole.
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Cascina Baraccone
Cascina di origine ottocentesca, situata a poca distanza dai Mulini dell’Abbadia di Stura, si trova attualmente inserita in una zona commerciale e industriale. La cascina, in buono stato di conservazione a seguito di un recente restauro, è adibita a residenza privata. Dalla cascina trae denominazione l’area circostante, chiamata appunto “Borgata Baraccone”.
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Cascina Canonico, già cascina Boscaglia
Il Canonico, cascina risalente alla seconda metà del XIX, rappresenta il modello tipologico della cascina a corte chiusa della pianura torinese. L’edificio, in buono stato di conservazione, continua a svolgere la sua funzione originaria.
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Villa Amoretti, Villa Rignon
La settecentesca Villa Amoretti, successivamente denominata Villa Rignon, è una delle architetture nobiliari più rappresentative della città. Restaurata recentemente ed immersa nel verde del parco circostante, è sede di una biblioteca civica.
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Istituto penale minorile Ferrante Aporti, già Istituto correzionale agricolo per giovani discoli ed ex Cascina La Generala
Antico edificio ad uso agricolo, divenne nell’Ottocento un istituto correzionale per minori, in cui i giovani detenuti si esercitavano nel lavoro dei campi. Situato sulla strada per Stupinigi, nel Novecento venne intitolato a Ferrante Aporti.
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Cascina Bellacomba
La Bellacomba è una cascina a corte chiusa di origine quattrocentesca. Trae la denominazione dalla famiglia dei Bellacomba, proprietari fin dal XIV-XV secolo delle terre Oltrestura, tra le strade verso Borgaro e Vercelli. In mediocre stato di conservazione, è di pertinenza dell’area della discarica Basse di Stura, e in parte adibita a deposito di veicoli sequestrati.
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Cascina La Grangia Scott
La cascina, detta La Grangia Scott o Le Grange, è situata nella Borgata Parella in prossimità della bealera Cossola e del campo volo. Ha origini cinquecentesche e mantiene ancora oggi la sua tradizionale vocazione agricola. Gli attuali proprietari, oltre a dedicarsi alle attività di coltivazione e di allevamento, hanno trasformato la cascina in fattoria didattica per le scuole.
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Cascina Olivero
Cascina di pianura a corte chiusa di origine seicentesca. Durante l’Assedio alla città di Torino del 1706, viene scelta come dimora e quartier generale del Duca De La Feuillade, da essa vengono decise le strategie d’attacco alla città di Torino.
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Cascina Airale
La cascina Airale nasce come granaio della Real Casa all’interno del Regio Parco. Oggi è di proprietà comunale, in completo stato di abbandono e ridotta a rudere.
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Cascina Berlia
La cinquecentesca cascina Berlia, situata a fianco della cascina Grange Scott e non lontano dal confine con Collegno, mantiene ancora in parte la sua tradizionale attività agricola. Elemento di spicco del complesso è la cappella settecentesca dedicata a San Luigi.
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Cascina Maletta
Cascina a corte chiusa con pianta a “C” di origine cinquecentesca. Attualmente mantiene una parte destinata all’uso agricolo con terreni coltivati mentre un’altra parte, dopo un lungo periodo di abbandono, è stata recuperata ad uso residenziale. Nel 2010 è stata riqualificata la zona circostante con la realizzazione di un nuovo parco pubblico.
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Cascina Galliziana, Cascina della Città
Cascina di pianura a corte chiusa di origine seicentesca, è posta nella zona dove nel passato esisteva il porto di attracco sul torrente Stura, denominato del Bramafame o della Città. Il complesso ha subito numerosi interventi di restauro nella seconda metà dell’Ottocento, tra i quali spicca la trasformazione della torre colombaria, che diventa una torretta neo-medievale, con la sovrapposizione di una merlatura alla sommità.
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Cascina Marchesa
Cascina di pianura a corte chiusa di origine seicentesca. Si trova nei pressi del fiume Dora, all’interno del Parco Carrara, meglio conosciuto come Parco della Pellerina. Di proprietà comunale, è stata assegnata in concessione dal Comune di Torino nel 2010 alla società sportiva Turin Marathon che ne ha fatto un luogo per attività sportive e ricreative.
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Cascina Borello, Cascina Santa Chiara
Della cascina Borello, a corte chiusa di origine settecentesca, rimane solo una parte che costituiva la manica ovest del complesso. Attualmente l’edificio costituisce uno spazio dedicato a iniziative promosse dalla Circoscrizione 4.
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Cascina Nobella
La Nobella fu costruita a partire dal 1739 nei pressi del fiume Stura, in sostituzione di una cascina precedente che si trovava troppo a ridosso del corso d’acqua e che fu distrutta da un’esondazione del fiume. E’ una cascina a corte chiusa con il muro di cinta che racchiude i fabbricati civili e rurali, disposti su due aie comunicanti.
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Cascina Morozzo
La cascina Morozzo, purtroppo oggi non più esistente, era una delle poche cascine di origine medievale meritevole di una particolare attenzione a causa delle vicende che l’hanno coinvolta. Localizzata lungo la strada per Collegno, era un complesso di notevoli dimensioni composto da diversi fabbricati rurali, l’abitazione civile e una cappella. Si ipotizza che venne scelta come abitazione da Nostradamus durante il suo soggiorno in Torino nel 1556.
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Cascina Brusà
Cascina a corte chiusa con pianta ad “L”. L’edificio risulta essere stato tagliato in due dal prolungamento di via Viterbo; attualmente è di proprietà privata, in cattive condizioni di conservazione e, in parte, adibito a residenza.
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Cappella della cascina Tarino
Del Tarino, cascina di origine seicentesca, oggi si conserva solo la cappella barocca. Questo edificio è attualmente inserito all’interno del cimitero Parco, posto a sud di Torino.
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Cascina Verna di via Corneliano d’Alba 3
Cascina di origine settecentesca che, nel corso dei secoli, si è configurata come una vera e propria borgata. Oggi rimane solo la cascina originaria, parte della quale è usata a scopo residenziale, mentre il resto della borgata è stato assorbito dal tessuto urbano d’espansione.
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Cascina Lesna
Villa Lesna, sorta tra il Sei e Settecento al confine tra Torino e Grugliasco, ha dato il nome a tutta la borgata circostante. Del complesso, appartenuto inizialmente ai conti di Lessolo, rimane oggi solo la villa, mentre i fabbricato rurali sono stati demoliti negli anni cinquanta del XX secolo.
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Cascina Verna nel quartiere Aurora
La Verna, cascina a corte chiusa di origine seicentesca, deve probabilmente la sua denominazione a una specie arborea molto diffusa nelle zone circostanti. E’ stata demolita tra il 1909 e il 1911 quando la zona è divenuta un’espansione urbana.
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Cascina Tetti Basse di Dora
Sorta come cascina tra quattro e cinquecento e sita in Borgata Parella, assume il toponimo “Tetti Basse di Dora” solo dopo il 1762. Nel corso dei secoli ha acquisito le caratteristiche di una piccola borgata caratterizzata da diversi fabbricati rurali.
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Cascina Arnaldi, già cascina Rubeo
La cascina Arnaldi, denominata Rubeo nel XIX secolo, fu probabilmente costruita nella seconda metà del XVIII secolo. Oggi, ristrutturata ed ampliata, è utilizzata a scopo residenziale.
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Cascina Nuova o Berta
La cascina a corte chiusa, risalente al XVIII secolo, è collocata nei pressi della sponda nord del torrente Stura.
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Cascina Ferla Bertoglio
La cascina Ferla è un edificio rurale di piccole dimensioni costruito nella prima metà del XIX secolo, sviluppato in due corpi di fabbrica distinti, su preesistenze cinque-secentesche.
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Cascina Vigitello, già Cassinotto di Farché o Falche
La cascina, a due corpi di fabbrica separati, è situata tra la tangenziale Nord di Torino e la Strada per l’aeroporto di Caselle. Attualmente è di proprietà privata. Viene riportata sulle mappe e nelle fonti archivistiche con vari toponimi: “Cassinotto di Farché”, “Case di Falcher”, “Ferme Falche”, “Tetti Varetto” e infine come “Cascina Vigitello”.
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Cascina La Grangia, Grange
Cascina di pianura a corte chiusa di origine quattro-cinquecentesca; esempio significativo di casaforte medievale che durante il XVII secolo viene trasformata in cascina. Durante l’assedio di Torino del 1706, assume rilevanza dal punto di vista militare perché è uno dei capisaldi della difesa della zona. Viene demolita nel 2001.
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Cascina Cavaliera
La Cavaliera, cascina a corte chiusa della pianura torinese, trae le sue origini da una grangia cinquecentesca. La sua conformazione attuale risale probabilmente al primo quarto del Settecento e la sua storia è legata a quella della Villa Cristina, infatti la sua produzione era diretta al rifornimento alimentare degli abitanti della villa.
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Cascina Comotto
Il Comotto, cascina di pianura a corte chiusa di origine seicentesca, prende il nome dal primo proprietario, il senatore Maurizio Comotto. Nel complesso l’edificio, pur trasformato e privato di alcune parti, è in buono stato di conservazione.
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Cascina Bruné
Cascina di probabile origine seicentesca, denominata Brunero o Bruné, trasformata in edificio residenziale a inizio Novecento; conserva ancora in parte l’aspetto rustico originario anche dopo l’ultima ristrutturazione.
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Cascina Maina, già Cascina Riccardi
La cascina Maina, situata nella zona delle Basse del Lingotto, prende il nome dal suo primo proprietario. E’ di origine settecentesca ed è stata ampliata tra la fine del XVIII secolo e il XIX secolo. Oggi restano solo poche strutture adibite a deposito.
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Cascina Leonarda
Della cascina Leonarda, che nel corso dei secoli ha più volte cambiato denominazione (Leonarda, Frera, L’Avvocato ed infine Pletti), rimane solo una piccola parte inglobata nelle strutture dei palazzi circostanti.
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Cascina del Francese
Cascina di pianura a corte chiusa di origine seicentesca. Il nome deriva dal fatto che il proprietario fosse francese, forse un ufficiale.
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Cascina Scaravella
La cascina, ora non più esistente, era situata all’incrocio ideale degli odierni corso Brin e via Assisi sull’area occupata poi dallo stabilimento Vitali delle Ferriere-Teksid.
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Cascina Taschera o Taschero
La Taschera trae denominazione dalla famiglia Taschero, proprietaria della cascina e dei terreni circostanti, nonché della poco distante Cascina Spinetta.
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Cascina Bianchina
A partire dal secolo XIII si hanno notizie della Cascina Bianchina che la collocano nel proseguimento ideale degli attuali Corso Toscana e Via Assisi all’altezza di una curva del fiume Dora, attualmente deviato.
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Cascina Ferrera, cascina Rivagagliarda
La Ferrera, cascina di pianura a corte chiusa di origine seicentesca, deve la sua denominazione al marchese Ferrero della Marmora che la possedette per circa due secoli. Coinvolta nell’assedio di Torino del 1706, nella prima metà del XVIII secolo divenne un’unica proprietà con la vicina cascina Rivagagliarda. Fu demolita nella prima metà del XX secolo per dar spazio all’attuale via Cigna.
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Cascina La Nuova
La cascina Nuova, localizzata nell’area di Mirafiori a poca distanza dalla strada per Stupinigi, deve il nome al fatto che, sulla preesistente “Cassina delli Canonici”, nel 1754 fu realizzata una nuova costruzione.
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Cascina Chiabotto Quaglia, Il Cascinotto
Il Chiabotto Quaglia, cascina a corte chiusa di origine settecentesca, è anche conosciuto come Cascinotto.
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Cascina Nigra
Cascina di origine settecentesca denominata prima La Falchera e in seguito Nigra, trasformata in edificio residenziale a inizio Novecento, conserva ancora in parte l’aspetto rustico originario.
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Borgo Mirafiori
Il borgo di Mirafiori si sviluppa a partire dal Seicento in prossimità delle rive del Sangone e dell'antico Castello di Mirafiori, da cui deriva il toponimo che designa l'intero quartiere. Si tratta di un insieme di cascine sorte con funzione agricola e di servizio al Castello, poi riadattate e riplasmate nel corso del tempo ad uso residenziale.
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Cascina Pan e Vin
Cascina a corte chiusa di origine seicentesca. E’ una delle pochissime cascine ad avere un nome di pura fantasia e non desunto dal cognome del proprietario né dal suo titolo nobiliare né dalla sua carica presso la Corte sabauda. All’inizio del Novecento parte dei fabbricati furono trasformati e utilizzati come residenze private.
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Villa Cristina, già cascina Brucco
Edificata come cascina Brucco nella prima metà del XVIII secolo, è stata eretta a villa dopo il 1740 probabilmente su progetto di un allievo dell’architetto Filippo Juvarra. Fu trasformata in casa di cura nel 1851 dal farmacista Gabriele Grosso per volere del nuovo proprietario, il banchiere Andreis. Attualmente l’edificio, di proprietà privata, è ancora adibito a casa di cura.
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Cascina Teghillo, Vigada
Il Teghillo, un tempo Cascina Vigada, è una delle cascine più grandi del territorio torinese. Essa è caratterizzata, oltre che dai rustici, dalla presenza di una palazzina padronale con giardini annessi. Oggi è sede di una “fattoria sociale” che svolge attività a favore dei soggetti deboli.
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Cascina Anselmetti, già Salvetti
L’Anselmetti, cascina di pianura a corte chiusa di origine seicentesca, fu demolita nella prima metà del XX secolo quando fu tracciato l’attuale corso Lecce. Fu coinvolta, insieme alle vicine cascine Calcaterra e Gibellino, nell’assedio di Torino del 1706.
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Cascina Perino, già Robilant
Cascina a corte chiusa, facente parte del complesso rurale del Drosso.
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Cascina Torta, già Gromis
Cascina a corte chiusa dotata di struttura difensiva di origine tardomedievale, facente parte del complesso rurale del Drosso.
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Castello-cascina della Saffarona
La tenuta della Saffarona si estendeva tra la regione Lucento, nel territorio di Torino, e Collegno e comprendeva le cascine Cravetta, Cassinotta e Artrucco. Nonostante un ridimensionamento della proprietà, costituisce ancora oggi un esempio eccezionale di villa con vocazione residenziale e produttiva. Appartenuta ai principi Dal Pozzo della Cisterna, conserva eleganti decorazioni e rimane di proprietà privata.
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Cascina Morozzo
Localizzato lungo la strada per Grugliasco, il Morozzo è un complesso di notevoli dimensioni composto da diversi fabbricati rurali, l’abitazione civile e una cappella. Oggi nella corte della cascina vi è un palazzo residenziale.
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Cascinotto di strada del cascinotto
Erroneamente identificato con il Cascinotto riportato dal Grossi nella Guida alle cascine (1790) come proprietà dei Marchesi di Romagnano, che è invece da individuarsi nell’attuale Cascina Seminario, il Cascinotto sito nella strada omonima, è una struttura di origine ottocentesca, di proprietà privata, in parte adibito a uso residenziale, e inserito in un’area commerciale e industriale.
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Tetti di Lucento
Nuclei frazionari di formazione rurale costituiti da cascine costruite nella seconda metà del XVI secolo. Divennero la dimora dei piccoli proprietari che costituirono fin dalle origini la parte più stabile della comunità di Lucento.
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Cascina Le Basse
Del complesso delle Basse, cascine di pianura di origine seicentesca, rimane oggi solo una piccola porzione adibita a residenza. In passato si è confuso il nome dell’agglomerato con quello dei vicini “Chiabotti”.
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Cascina Tre Tetti Nigra
Del complesso dei “Tre Tetti Nigra”, un tempo composto da tre cascine isolate, rimane solo l’antica cascina Carassio e si trova in strada del Portone angolo via Bertani.
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Borgata Villaretto
Il Villaretto è un borgo rurale formato da un complesso di cascine a corte chiusa; nel territorio di Torino è l’unico esempio di borgata rurale che preserva quasi interamente il suo valore architettonico originario: dal Settecento a oggi sono avvenute solo divisioni di proprietà e alcuni interventi di ristrutturazione o ricostruzione. Il borgo si colloca Oltre Stura, attualmente tra la Tangenziale Nord, il raccordo Torino-Caselle e il confine con il territorio di Borgaro.
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Cascina Ranotta
Cascina a corte chiusa di origine quattrocentesca, localizzata nei pressi di un ramo della bealera Vecchia di Lucento. La sua denominazione è legata ai primi proprietari: i Ranotti. L'edificio odierno si trova in mediocre stato di conservazione ed è utilizzato come residenza e officina.
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Mulino del Villaretto
Attualmente di proprietà privata e adibito ad uso residenziale, l’edificio del Mulino, a due piani fuori terra, conserva l’antica pianta a corpo unico di fabbrica, nonostante le successive ristrutturazioni.
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Cascina Le Vallette
La cascina, a corte chiusa e con pianta a “C”, è di origine seicentesca. Il quartiere prende il nome proprio dalla cascina che, ancora oggi è destinata ad attività agricole con la produzione di ortaggi e di fiori.
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Cascina Roccafranca
La cascina Roccafranca è di origine seicentesca. Era conosciuta, fino al 1734, come cascina Balard o Ballard in onore del suo proprietario, Gian Domenico Ballardi, che in quell’anno fu investito del titolo di conte di Roccafranca. Oggi è sede di un centro culturale e dell’Ecomuseo Urbano della Circoscrizione 2.
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Cascine Ranotte
Le due cascine a corte chiusa, traggono denominazione dalla famiglia Ranotti, proprietaria fin dal XV secolo di terre e fabbricati al di qua e al di là del fiume Stura. Affiancate, ma non comunicanti, sono state ristrutturate dai rispettivi proprietari e adibite a residenza privata.
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Cascina Pellerina
Cascina di pianura a corte chiusa di origine seicentesca. Si trova nei pressi del fiume Dora, vicino al Parco Carrara, meglio conosciuto come Parco della Pellerina.
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Cascina Mineur
Cascina di pianura a corte chiusa di origine cinque-seicentesca. Nelle carte dell’assedio di Torino del 1706 viene indicata come proprietaria la famiglia Mineur. In buono stato di conservazione, mantiene ancora la sua vocazione agricola.
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Cascina Meisino, già cascina Bracco
Il Meisino, di origine settecentesca, fu denominato dapprima “Il Gesuita” e poi “Cascina Bracco”. A differenza di molte altre cascine dell’agro torinese, la cascina Meisino era dotata di un filatoio che le conferì un carattere industriale. Oggi si conserva soltanto una porzione della cosiddetta casa civile.
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Cascina La Marchesa, già La Florita
Cascina di origine seicentesca denominata prima “La Florita” e in seguito “La Marchesa”. La parte meglio conservata è stata ristrutturata negli Anni Settanta del Novecento per essere adibita a sede di biblioteca e a centro culturale.
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Cascina Lamarmora, già Cascina Nuova di Cortazza
La Cascina Lamarmora, situata Oltrestura, si colloca attualmente lungo la Strada per l’Aeroporto di Caselle a poca distanza dalla tangenziale Nord. La cascina deve il suo nome alla famiglia dei Marchesi della Marmora, proprietari nella prima metà dell’Ottocento della struttura e delle terre circostanti.
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Cascina Giajone, il Giaione
Cascina di pianura a corte chiusa di origine seicentesca. Neglià degli anni Ottanta del Novecento è stata sottoposta a interventi di restauro conservativo e di ristrutturazione, per ospitare gli uffici della Circoscrizione e, dal 1992, la Biblioteca Civica.
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Cascina Fossata
Cascina di pianura a corte chiusa di origine seicentesca, ha grande rilevanza storica e architettonica. La denominazione deriva con tutta probabilità dal cognome dei Fossata, proprietari della struttura tra la fine del Seicento e l’inizio del Settecento, prima della cessione ai Bernero
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Cascina Falchera
La Cascina Falchera, di origine settecentesca, trae la denominazione dalla famiglia dei Falchero, proprietari della cascina e delle terre circostanti almeno dal 1701. L’attuale quartiere Falchera prende il nome dalla cascina omonima.
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Cascina Continassa, Cascina Contina
Cascina di pianura a corte chiusa di origine tardo seicentesca. Sembra che il nomignolo spregiativo con cui è rimasta celebre, fosse riferito alla dama, ricca ma non nobile, moglie del Conte, non avvenente e sfortunata.
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Cascina Cabianca o Ca' Bianca
Cascina a corte chiusa, documentata dal XVI secolo, è situata al confine tra i territori di Torino e Borgaro. La denominazione deriva dal colore della palazzina padronale cui erano annessi fabbricati rurali già nel XVI secolo.
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Cascina Bellezia
Poco rimane oggi dell’antico splendore della Bellezia, elegante cascina di valore architettonico e ambientale unici. Il complesso di edifici prende il nome dal suo proprietario più celebre, Gian Francesco Bellezia, professore presso l’Università di Torino e Sindaco della città negli anni Trenta del Seicento.
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Cascina Barberina, già La Prona o Pruna
Costruita a partire dal 1782 nei pressi del fiume Stura, in sostituzione di una cascina precedente che si trovava più a ridosso del corso d’acqua e fu pertanto distrutta dall’esondazione del fiume stesso. Cascina a corte chiusa che racchiude edifici riconducibili a fabbricati civili e rurali, cappella, casi da terra e stalle. Attualmente adibita a uso residenziale privato, a seguito di ristrutturazioni.
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Abbadia di Stura
Le origini del complesso dell’Abbadia di Stura risalgono alla fondazione dell’ospedale di San Giacomo di Stura nel 1146, per iniziativa di Pietro Podisio.
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Cascine torinesi durante l'assedio del 1706
Molte cascine del territorio torinese furono coinvolte, in vario modo, nelle vicende storiche e militari connesse all'assedio del 1706.
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Complesso del Drosso
Il Drosso è un insediamento rurale fortificato di origine tardomedievale e un’antica grangia cistercense. Si trova nell’attuale quartiere di Mirafiori Sud. Il complesso è costituito da un castello e da due cascine: la Torta, già Gromis e la Perino, già Robilant.
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Carta topografica della caccia (1760-1766 circa)
La carta, redatta per la precisa definizione delle rotte di caccia, raffigura la capitale e il suo intorno, dalla collina di Torino a Rivoli, da Carignano a Venaria Reale, con esclusione della sezione a nord della Stura, nella fase di completa costruzione della città-fortezza e della gestione della corona territoriale.
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Carta corografica dimostrativa del territorio della città di Torino (Grossi, 1790-1791)
La Carta Corografica dimostrativa del territorio della città di Torino, luoghi e parti confinanti coll’annotazione precisa di tutti gli edifici civili, e rustici, loro denominazione, cognome e titolo de’ rispettivi attuali possessori de’ medesimi, la designazione, e nome di tutte le strade, e delle principali bealere, e loro diramazioni, redatta dall’architetto Giovanni Lorenzo Amedeo Grossi, tra il 1790 e il 1791, ed incisa da Pietro Amati e Pio Tela, si costituisce come il primo vero censimento di tutte le cascine e vigne torinesi con l’indicazione dei rispettivi proprietari.
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Suggerimenti di lettura
- Grossi, Giovanni Lorenzo Amedeo, Guida alle cascine, e vigne del territorio di Torino e' suoi contorni ..., in cui si danno diverse notizie utili, ed interessanti, massime in ordine alli Feudi, e distretti delle Parrocchie in detto territorio esistenti ..., Vol. 1, [s.n], Torino 1790
- Gribaudi Rossi, Elisa, Cascine e ville della pianura torinese: briciole di storia torinese rispolverate nei solai delle ville e nei granai delle cascine, Le Bouquiniste, Torino 1970
- Ronchetta, Chiara - Palmucci Quaglino, Laura (a cura di), Cascine a Torino: "La più bella prospettiva d'Europa per l'occhio di un coltivatore", Edifir, Firenze 1996
- Ainardi, Mauro Silvio (a cura di), Cascine in periferia: percorsi di visita e conoscenza delle strutture rurali nella pianura torinese, Città di Torino. Progetto Periferie, Torino 2003
- Simonetta Imarisio, Caterina, Cascine a Torino: testimonianze culturali ed ambientali di vita rurale nel tessuto urbano, in Caldo, Costantino - Guarrasi, Vincenzo (a cura di), Beni culturali e geografia, Pàtron, Bologna s.d., p. 218-242