«Raccolta d'Inni per la festa nazionale del 27 febbraio 1848. Viva l'Italia. Inno nazionale messo in musica dal maestro Novaro», parole di Goffredo Mameli. (ASCT, Sim C 12613).
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17 marzo 1861 - 17 marzo 2021
01 - L'Italia compie 160 anni
«Fratelli d’Italia» fu intonato durante la festa del 27 febbraio 1848, organizzata per celebrare la concessione dello Statuto albertino, insieme a numerosi altri inni nazionali che all’epoca circolavano a stampa o manoscritti, come l’«Inno al re», «La Costituzione», «Invito alle armi».
Tredici anni più tardi, il 17 marzo 1861, la proclamazione di Vittorio Emanuele II re d'Italia segnò la conclusione della prima fase del processo di unificazione nazionale.
02 - Il decennale di MuseoTorino
Il 17 marzo 2011, in concomitanza con il 150° dell'Unità d'Italia, nasceva MuseoTorino. da un'idea di Daniele Jalla. Alla fase preparatoria di MuseoTorino (2010-2011) hanno collaborato numerosi Musei, Enti, Istituti, Associazioni culturali e singoli ricercatori e studiosi (l'elenco completo è pubblicato in calce alla pagina dei 'contatti': www.museotorino.it/site/contacts). Il sito a oggi contiene 20.000 immagini e oltre 30.000 schede liberamente consultate da milioni di persone da ogni parte del mondo. Con l'occasione vi invitiamo a visitare la mostra virtuale Il Risorgimento è qui! 150 luoghi dove si è fatta l'Italia a Torino, presente sul nostro sito alla sezione «Mostre» e sulla sitografia riportata al fondo di questa pagina.
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Vittorio Emanuele II (Torino 14 marzo 1820 - Roma 9 gennaio 1878)
Re di Sardegna (1849-61), Re d'Italia (1861-78). Dopo l'abdicazione del padre Carlo Alberto negoziò con l'Austria l'armistizio di Vignale. Non revocò lo Statuto (il Re Galantuomo), anche se intervenne di frequente nella politica interna, sostituendosi più volte allo stesso Cavour e appoggiando, dopo la sua morte, governi di destra. Contro il parere dei suoi ministri, volle essere comandante supremo nella Seconda e nella Terza guerra d'Indipendenza. La presa di Roma lo consacrò "Padre della Patria": colui che aveva coronato il Risorgimento.
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Carlo Alberto di Savoia (Torino 2 ottobre 1798 - Oporto 28 luglio 1849)
Re di Sardegna. Figlio di Carlo Emanuele di Savoia Carignano, durante la rivoluzione del 1821 assunse la reggenza dopo l'abdicazione di Vittorio Emanuele I e promulgò una costituzione liberale. Sconfessato dal nuovo re, lo zio Carlo Felice, si spostò su posizioni reazionarie, reprimendo la cospirazione mazziniana della Giovine Italia (1833), ma in seguito si avvicinò ai settori anti austriaci e liberali, concedendo lo Statuto (5/3/1848) e dichiarando guerra all'Austria dopo l'insurrezione milanese delle Cinque giornate. Sconfitto a Custoza (25/7/48) e a Novara (23/3/49), abdicò in favore del figlio Vittorio Emanuele II.
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Camillo Benso, conte di Cavour (Torino 10 agosto 1810 - 6 giugno 1861)
Uomo politico, Ministro dell'Agricoltura e del Commercio e delle Finanze, perseguì una politica liberoscambista. Dopo la rottura delle relazioni diplomatiche con l'Austria, strinse i tempi di un accordo con la Francia (accordi di Plombieres, '58) preludio alla Seconda guerra d'indipendenza (1859). L'inatteso armistizio tra Napoleone III e l'imperatore austriaco a Villafranca, causò le sue dimissioni. Tornato al governo ('60) realizzò le annessioni in Italia centrale. Morì dopo la proclamazione del Regno d'Italia mentre ricercava un negoziato sulla questione romana (libera Chiesa in libero Stato).
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Goffredo Mameli (Genova Voltri 5 settembre 1827 – Roma 6 luglio 1849)
Membro della nobile famiglia sarda dei "Mammeli", Goffredo fu poeta, scrittore e patriota italiano. Cavaliere dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro, contrammiraglio della Regia Marina Sarda, percorse, sulle orme del padre, tutta la carriera nella marina iniziando da ufficiale. Docente in Liguria, venne presto conquistato dallo spirito patriottico ed entrò a far parte dell’esercito di Giuseppe Garibaldi con il grado di capitano. Fu autore, all'età di quasi 20 anni, delle parole del Canto degl'Italiani (1847), in seguito noto come Inno di Mameli, adottato nel 1946 come inno nazionale provvisorio della Repubblica Italiana, musicato da Michele Novaro.
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La vigilia delle riforme carloalbertine del 1847-48
Nell’autunno del 1847 manifestazioni che vedono l’alleanza fra ceti medi e popolari chiedono a gran voce riforme in senso liberale. Per scongiurare tensioni sociali, Carlo Alberto si avvicina riluttante sulla via delle riforme politiche.
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Verso l’unificazione
I primi mesi del 1860 sono occupati dalla normalizzazione delle questioni aperte con la seconda guerra d’indipendenza. La spedizione di Garibaldi impone un’ulteriore accelerazione al processo di unificazione.
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L’unificazione italiana
Il 18 febbraio 1861 nell’aula provvisoria di Palazzo Carignano re Vittorio Emanuele inaugura la nuova legislatura (l’VIII) del primo parlamento italiano. Il 17 marzo la «Gazzetta Ufficiale» pubblica il reale decreto che conferisce a Vittorio il titolo di Re d’Italia per sé e i suoi successori.
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Verso la seconda guerra d’indipendenza
Dopo il Congresso di Parigi del 1856, Cavour allaccia le prime trattative con Napoleone III per un intesa franco-piemontese nell’eventualità di un attacco austriaco. Dall'inizio del 1859 il governo sardo adotta un comportamento apertamente provocatorio nei confronti dell'Impero Austriaco, operando una politica di forte riarmo che porterà alla seconda guerra d’indipendenza.
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L’inaugurazione del primo Parlamento subalpino
Il 27 aprile si tengono le prime elezioni per la Camera dei deputati, secondo un sistema censitario. Il 3 aprile e il 3 maggio il Re nomina i primi senatori. L’8 maggio Eugenio di Savoia Carignano inaugura il primo Parlamento subalpino.
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Concessione e promulgazione dello Statuto Albertino
Dopo averne annunciato la concessione l’8 febbraio, il 4 marzo 1848 Carlo Alberto concede lo Statuto, rinunciando alle prerogative del potere assoluto.
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La prima guerra d’indipendenza
Il 23 marzo 1848, con la pubblicazione del proclama di Carlo Alberto ai popoli della Lombardia e della Venezia, ha inizio la prima guerra d’indipendenza.
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Il nuovo governo e le istituzioni sancite dallo Statuto
Il 16 marzo 1848 Carlo Alberto costituisce il primo ministero costituzionale del Regno di Sardegna affidandone la presidenza al conte Cesare Balbo.
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Ha inizio il 1848, «l’anno dei portenti»
Alcuni importanti giornali vedono la luce nel regno di Sardegna. A Torino giungono le notizie di insurrezioni e manifestazioni in altre parti della penisola e si tengono raduni patriottici inneggianti a Carlo Alberto e chiedenti riforme costituzionali.
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Lo Statuto albertino
A seguito delle manifestazioni di piazza, il 4 marzo 1848 Carlo Alberto concesse lo Statuto, Carta costituzionale di un sovrano assoluto che però affiancava a sé Senato e Camera e che concedeva diritti liberali ai cittadini.
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