Mercato del bestiame, detto foro boario
Complementare al mattatoio civico, anche questa struttura venne costruita nella zona urbana scelta per ospitare i grandi servizi centralizzati, con lo scopo di accentrare e regolamentare il commercio di bestiame.
1. Storia del mercato del bestiame
Subito dopo l’entrata in funzione del mattatoio civico nel 1868, in Consiglio Comunale venne proposta la costruzione di un mercato del bestiame centralizzato. Il terreno prescelto su corso S. Avventore (la parte occidentale dell'attuale corso Vittorio Emanuele II), era situato in un settore che era già individuato come zona dei “grandi servizi”. Vi erano presenti, infatti, il mattatoio e le carceri giudiziarie «Le Nuove» e, a partire dai decenni seguenti, avrebbe ospitato due caserme e le officine delle Ferrovie dell’Alta Italia. Questa scelta faceva parte di un più ampio progetto di accentramento dei servizi e di allontanamento delle attività insalubri e poco decorose dal centro cittadino. Il mercato del bestiame, infatti, fu collocato accanto al mattatoio e alla linea ferroviaria, nell’ottica di un crescente interscambio commerciale che la futura apertura del tunnel del Frejus (1871) faceva auspicare. Inoltre, il nuovo foro boario sostituì i due mercati tradizionali di Chivasso e Moncalieri inserendosi in logiche di scambio di livello regionale e nazionale. Il progetto fu approntato dall’Ufficio d’Arte del Comune nella persona dell’ingegner Edoardo Pecco (1823-1886) e venne preso a modello internazionale per le sue caratteristiche. La struttura fu demolita nel 1973.
2. Bombardamenti
La Divisione Urbanistica e Statistica del Comune di Torino nel giugno 1945 ispezionò l'isolato compreso fra corso Vittorio Emanule II, via Giovanni Cavalli, e via principi d'Acaja e rilevò alcuni danni causati dai bombardamenti dell'autunno 1942 e dell'autunno 1943. Nell'isolato, oltre al mercato del bestiame (per un totale di 34 locali), erano allora presenti anche gli uffici del Veterinario, del peso, del capo stazione FFSS, del COPROMA. Si registrarono crollo del tetto e carbonizzazione delle chiassilerie in 19 locali e, per la restante parte dei fabbricati, solo lievi danni. Lievi danni si riscontrarono anche alla sede della Banca Nazionale del Lavoro, che aveva sede in corso Vittorio Emanuele II 122 all'angolo con via principi d'Acaja.
Bibliografia
- Vera Comoli Mandracci, Giovanni Maria Lupo, Il Mattatoio Civico e il Foro Boario di Torino, in «Atti e rassegna tecnica della società degli ingegneri e degli architetti in Torino», N.S., a. XXVIII, nn. 3-4, marzo-aprile, 1974, pp. 48-64
- Comoli Mandracci, Vera, Torino, Laterza, Roma - Bari 1983 , pp. 197-204
Fonti Archivistiche
- ASCT, Fondo danni di guerra inv. 763 cart. 15 fasc. 44
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