Scheda: Luogo - Tipo: Edifici

Ridotte di Vanchiglia

In posizione opposta alle ridotte del Valentino rispetto alle città fortificate, le difese avanzate di nord-est (nell’area di Borgo Vanchiglia) sono collocate sulla direttrice d’attacco prevista da Vauban (1633-1707) nel suo progetto per l’assedio di Torino redatto nel 1705.


Lat: 45.070055 Long: 7.700211

Costruzione: XVII Sec. (1600-1699)

Demolizione: XIX Sec. (1800-1899)

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Categorie

  • bastione | militare

Una lunetta è un’opera avanzata a pianta triangolare o pentagonale; realizzata abitualmente di terra, è dotata di un proprio fossato e di un cammino coperto. Può essere chiusa posteriormente da un parapetto nel quale si apre l’ingresso, in qualche caso servito da un piccolo ponte levatoio. Nel caso di Torino, quattro di queste unità sono disposte, isolate fra loro, a formare il primo sbarramento di fronte ai baluardi di nord-est della piazzaforte.
La linea formata dalle quattro opere si appoggia verso est al corso del Po, dove la ridotta (piccola opera di fortificazione campale) orientale, dotata di polveriera, contribuisce, come nel caso delle ridotte del Valentino, alla difesa (mediante tiro di fiancheggiamento attraverso il fiume) dei trinceramenti oltre Po in corrispondenza della sezione inferiore del campo trincerato della collina. La ridotta ovest si appoggia invece al letto della Dora, ostacolo difensivo naturale fra le difese di Vanchiglia e quelle del borgo del Ballone.
Avvertito come un punto particolarmente vulnerabile della piazzaforte, alle spalle delle linea di ridotte, in corrispondenza della strozzatura fra il fiume e i baluardi orientali della piazza, è collocata una seconda linea di fortificazioni campali a protezione del ponte e del borgo Po, in condizione di fiancheggiare i fronti bastionati nord-orientali della piazza, serviti nel sottosuolo da cinque sistemi di contromina.
Identificata dal maresciallo Vauban come zona ideale per procedere all’oppugnazione della capitale sabauda, l’area della “penisola” di Vanchiglia fu infine scartata dai comandanti dell’armata d’assedio a favore del ben più difficile attacco alla Cittadella.

Dopo lo smantellamento

Opere di carattere semipermanente scompaiono progressivamente dopo la decisione napoleonica di smantellare le difese della piazza. I siti delle antiche ridotte sono ormai completamente urbanizzati e nessuna traccia di superficie è rimasta a segnalare la loro ubicazione. Il lavoro di ricostruzione eseguito da Pietro Magni nei primi anni del Novecento permette di identificare l’area del “Gazometro”, presso lungodora Siena, come sito della ridotta occidentale. La posizione delle altre ridotte corrisponde agli isolati all’incrocio fra le vie Guastalla e Cesare Balbo, fra la chiesa di S. Giulia e via Vanchiglia e, infine, ai fabbricati all’incrocio fra le vie S. Giulia e Napione.

Fonti Archivistiche

  • Archivio di Stato di Torino (ASTo), Dis. II, n. 356, Projet General Pour L’Achevement des fortifications de la Ville, et Citadelle de Turin, fine XVII secolo.
  • Archivio Storico della Città di Torino (ASCT), Collezione Simeom, D 73, LOMBARDI Laurent, «[Pianta di Torino]», 1800.
  • Archivio Storico della Città di Torino (ASCT), Collezione Simeom D 134, MAGNI Pietro, Fortezza di Torino. Opere d’assedio e battaglia del 1706 disegnate sulla pianta della città attuale (1911) dal Colonnello Pietro Magni già addetto all’Istituo Geografico Militare, 1913.

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