Scheda: Tema - Tipo: Società e costume

La corte nel XVII secolo

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Nel Seicento le spese per la corte e i suoi annessi gravarono pesantemente sulle finanze pubbliche. Per molti anni le corti furono rette da donne e contraddistinte dal loro gusto francese soprattutto nelle sfarzose feste.


Periodo di riferimento: XVII secolo

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  • sala 1680

Nel XVII secolo le cariche e le gerarchie di corte divennero più precise, ma si conservò la tradizionale struttura Casa-Camera-Scuderia; a frequentarla continuarono a essere i nobili, mentre ne erano esclusi i borghesi, anche quando influenti. Durante le reggenze era principalmente retta da donne, entrambe di origini francesi.

Quando al potere furono i duchi, le corti erano almeno due poiché una spettava alla consorte, ma vi s’aggiungevano poi quelle dei figli e gli appannaggi di varie personalità, con un aggravio non indifferente sui conti pubblici, e non mancarono gli appelli alla «moderazione delle spese» da parte di personalità come il cancelliere Morozzo.

Si ricordano soprattutto le corti delle Madame Reali, Cristina e Maria Giovanna Battista, perché ampie, più influenti che sotto lo stabile governo di un duca, con personale e spese in aumento e intrecciate ai pettegolezzi sugli amanti delle duchesse, nonché per lo sfarzo delle loro feste.

Principale ideatore e artefice sotto Vittorio Amedeo I e poi Madama Cristina, della quale fu consigliere e ministro, ne fu Filippo d’Agliè, al quale si debbono coreografie, balletti e canti, rappresentazioni, messe in scena mitologiche, tornei, fuochi d’artificio, natanti sul Po, costruzioni ed isole posticce di sfarzo inedito. Anche dopo la sua scomparsa il tenore dei trattenimenti non mutò.

Tra i «pubblici apparati» degni di sontuosa coreografia vi erano le esequie funebri; memorabili quelle di Carlo Emanuele II.