La cultura a Torino nel Quattrocento
L’Università, fondata nel 1404, e la cresciuta importanza degli studi inferiori furono accompagnati da una modesta circolazione libraria e da una cultura letteraria senza eccellenze, ma da una brillante cultura artistica.
L’Università a Torino fu fondata nel 1404 con bolla di Benedetto XIII. Fu principalmente istituto di formazione di esperti di diritto da impiegare negli uffici pubblici, ma nei suoi primi anni i laureati erano pochi. L’Ateneo non ebbe una propria fisionomia, ispirandosi alle maggiori università del tempo (Pavia, Bologna, Parigi), ma portava alla città prestigio e benefici economici (affitti, consumi degli studenti, commercio di libri), pur comportando spese dell’amministrazione civica per il suo mantenimento e problemi d’ordine pubblico per le intemperanze degli studenti.
L’insegnamento pre-universitario continuò a essere gestito dall’amministrazione cittadina; nel XV secolo, divenne anche strumento per trasmettere regole di comportamento, come il rispetto dell’autorità e dell’ordine sociale, e crebbe l’importanza dei maestri, che ebbero contratti più stabili e duraturi, insieme a maggiori obblighi, come quello di non lasciare il lavoro in caso di peste.
Le stamperie funzionanti negli ultimi anni del secolo furono tre, salite a nove all’inizio del XVI secolo, e i volumi pubblicati solo una cinquantina.
La cultura letteraria non fu particolarmente significativa, soprattutto espressione di intellettuali locali, spesso soggetti ai potenti e alla ricerca della loro protezione. Amedeo VIII raccolse a corte architetti, impegnati per edificarne i castelli, e artisti, primo fra tutti il torinese Giacomo Jaquerio.