Scheda: Luogo - Tipo: Edifici

Borgata Villaretto

Il Villaretto è un borgo rurale formato da un complesso di cascine a corte chiusa; nel territorio di Torino è l’unico esempio di borgata rurale che preserva quasi interamente il suo valore architettonico originario: dal Settecento a oggi sono avvenute solo divisioni di proprietà e alcuni interventi di ristrutturazione o ricostruzione.

Il borgo si colloca Oltre Stura, attualmente tra la Tangenziale Nord, il raccordo Torino-Caselle e il confine con il territorio di Borgaro.

 


Lat: 45.13113500649851 Long: 7.686309814453125

Notizie dal: 1445

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Il nucleo originario della borgata del Villaretto si costituisce a partire da due cascine, documentate dalla seconda metà del XV secolo: la prima, di proprietà della famiglia dei Toffange, viene registrata in un documento del 1464 come airale (quindi a corte chiusa) con 45 giornate di arativo, 12 di alteno e 40 di prato irriguo; l’altra appartiene ai Ranotti e viene riportata nel 1445 come “domus cum tectis” con 85 giornate di terra, mentre nel 1464 è descritta come “ayrale cum domo, tectis, orto”, a testimonianza dell’avvenuta chiusura della corte.

Oltre lo Stura, nello stesso periodo viene registrata un’altra proprietà della famiglia dei Ranotti, una piccola casa cui fanno capo 132 giornate nel 1445, che nel 1464 è diventata una “cassina cum tectis”.

Degli ampi possedimenti quattro-cinquecenteschi dei Ranotti è ancora possibile riconoscere traccia nella cascina Ranotta al di qua dello Stura, che si trova nell’isolato tra via Ala di Stura, Corso Grosseto e via Sospello, mentre oltre Stura nelle cascine Ranotte e nel nucleo centrale del borgo del Villaretto, nonché in quello che rimane dell’antico mulino, ora addossato all’area di pertinenza della discarica Basse di Stura.

 

 

 

Dalla struttura iniziale della borgata, ancora riconoscibile nelle cascine al centro del borgo, il Villaretto si amplia e nel 1627 viene qui fondato l’Ospedale di Carità.

Nel 1733 il Villaretto viene eretto a feudo in contado a favore del marchese Tana.

La chiesetta del borgo dedicata a San Rocco, attualmente in restauro, viene costruita verso la metà del Settecento su una preesistente, andata forse distrutta durante l’assedio di Torino del 1706.

Nel 1760-‘66 la Carta Topografica della Caccia mostra un piccolo borgo articolato attorno a tre cascine a corte chiusa, due delle quali corrispondono all’insediamento originario, mentre la terza si è aggiunta sull’angolo verso sud-ovest. Sono inoltre evidenziate alcune costruzione sparse e gli attigui appezzamenti utilizzati come orti e campi.

Nel 1790 Amedeo Grossi, nella sua Guida alle cascine…, descrive così il borgo del Villaretto e la sua chiesa: «Il VILLARETTO piccola borgata con cappella campestre sul territorio di Torino, da cui è distante due miglia e mezzo. Ritrovasi alla sinistra del fiume Stura, e della strada di Leinì sotto la parrocchia dell’Abbazia di Stura». Il Grossi aggiunge inoltre: «VILLARETTO E CASCINETTE feudo eretto in Contado nel 1733, quale è intersecato dal fiume Stura, ed ha per coerenza a levante la strada Reale tendente da Torino verso Settimo Torinese, a mezzogiorno i confini di Lucento, ossia la Reale strada, che da Torino tende alla Venaria Reale, a ponente le fini di Borgaro Torinese, ed a mezza notte dette fini di Borgaro, e di Settimo Torinese. L’Illustrissimo signor Marchese Tana è Conte del Villaretto, e Cascinette».

Il Grossi segnala anche la struttura centrale del borgo, ancora appartenente alla famiglia dei Ranotti: «RANOTTI cascina dell’Illustrissimo sig.Conte Ranotti posta nella borgata del Villaretto. Abita in contrada di Po avanti la Regia Università».

La Mappa del periodo francese (1805) evidenzia presso l’ Hameau du Villaret la costruzione di una nuova cascina verso ovest, con due maniche perpendicolari con un andamento obliquo rispetto alle precedenti costruzioni, ma coerente al percorso della stradina che porta al borgo. L’attuale strada d’ingresso alla borgata, che conduce al portone d’accesso alle cascine centrali, conferma il tracciato diagonale di questa antica via. Sulla carta francese è inoltre visibile un accrescimento dei fabbricati verso sud-est rispetto alla cascina centrale primigenia.

 

Il Catasto Particellare Gatti del 1820 permette di individuare esattamente le porzioni di proprietà e la funzione dei singoli edifici.

La proprietà centrale appartiene interamente all’Ospedale di Carità: attorno all’ampio cortile centrale (particella n° 68) si articolano la casa rustica e la casa civile che si affaccia longitudinalmente su un giardino interno (particella n° 64) e su un secondo cortiletto. La casa civile è tuttora ben distinguibile: si eleva su tre piani fuori terra ed è caratterizzata da un largo terrazzo al primo piano e da un’ampia finestra ad arco.

Con lo spostamento in centro dell’Ospedale, l’intera proprietà viene acquistata dai fratelli Peris nel 1876; la vendita comprende anche il grande prato antistante, che fu, in parte, ceduto nel 1883 alla Città di Torino per la costruzione di una scuola elementare. L’edificio è stato costruito negli anni 1889/90 su progetto dell'ing. Velasco e in seguito dismesso.

Tra la fine del XIX secolo e l’inizio del XX la proprietà viene frazionata tra diversi proprietari, tra i quali si segnalano i coniugi Ragazzoni, i Bosco, i Chiabò-Fiorio, i Momigliano che vendono in seguito ai Soardo la loro proprietà e infine i Gianotti, che nel 1919 vendono agli Scarafia, proprietari di parte della struttura almeno fino agli anni novanta del ‘900. Questa porzione di cascina è tuttora usata per l’allevamento e per questo scopo nell’ampio cortile è stato aggiunto recentemente un capannone.

Nel frattempo, a causa delle divisioni di proprietà, varia anche la struttura edilizia: nel corso del XX secolo si costruiscono due maniche perpendicolari alla casa civile per dividere il cortiletto e il giardino dalla cascina a est, di proprietà nel 1820 del Cavalier Pozzo di Garzena e inoltre una manica trasversale a dividere il cortiletto dal giardino.

 

Come anticipato, la cascina contigua verso est rispetto a quella centrale, nel Catasto Gatti è registrata di proprietà del Cav.Sig.Pozzo di Garzena. Si tratta di una proprietà modesta, costituita da una casa rustica, un cortile (particella n° 62) e un giardino. Nel 1831 la proprietà è ceduta al convento dei Padri Domenicani di Torino, e nel 1866 ai Fratelli Falchero, che avviano la costruzione del prolungamento della manica verso est, come risulta dal Catasto Rabbini dello stesso anno.

 

La cascina più a nord del complesso corrisponde probabilmente a una delle due originarie e nel Catasto Gatti risulta di proprietà dell’Opera di San Paolo e comprende la casa civile, la casa rustica intorno ad un’aia centrale (particella n° 57), due orti e ampi prati. Nel Catasto Rabbini del 1866 si evidenziano due edifici in costruzione: uno nel piccolo orto di levante e l’altro nell’orto verso ponente. L’intera proprietà viene ceduta nel 1908 alla Ditta Sacerdote.

Attualmente la planimetria della struttura rimane invariata, mentre la recente ristrutturazione ha parcellizzato le maniche originarie per la suddivisione in villette a schiera.

 

La cascina verso ovest, costituita da due maniche perpendicolari con un andamento obliquo rispetto alle precedenti costruzioni, è riportata per la prima volta nella Mappa del periodo francese (1805) ed è quindi stata realizzata nella seconda metà del Settecento. Al momento della redazione del Catasto Gatti, la proprietà appartiene alla famiglia Penchienati, che la cederà nel 1851 ai Galleani d’Agliano. La manica verso la strada d’ingresso al borgo è costituita da casa civile e casa rustica, mentre sull’altro lato rispetto al cortile interno (particella n° 124) è presente una struttura usata come caso da terra, usato come deposito di attrezzi agricoli. Dal Catasto Gatti risulta inoltre una coltivazione a frutteto dell’area antistante l’ingresso della cascina.

Attualmente la planimetria corrisponde a quella antica, ma le strutture sono state molto rimaneggiate, a scopo abitativo.

 

Le strutture sull’angolo sud-ovest sono della seconda metà del Settecento e vengono attribuite dal Catasto Gatti a due proprietari, i Falchero, che possiedono la porzione attorno al cortile (particella n° 99), e i coniugi Chiantore, cui è riferibile la struttura a “L” intorno all’aia (particella n° 94). Nella seconda metà dell’Ottocento quest’ultima proprietà, composta da una casa civile e una casa rustica, viene frammentata tra i figli dei Chiantore, che ne cedono alcune parti. Nelle mappe successive, si registra un progressivo accrescimento delle strutture e la progressiva chiusura della corte. Sull’area anticamente occupata dalla casa rustica oggi sono presenti alcuni capannoni o garage.

L’area dei Falchero è costituita da due orti e da una casa rustica, che è stata abbattuta nella seconda metà del XX secolo per far posto a una piccola villa.

 

Sull’angolo sud-ovest della cascina dell’Ospedale di Carità esistevano dal Settecento alcuni caseggiati, di proprietari diversi. Nel Catasto Gatti risultano divisi in tre proprietà: quella più a ovest della famiglia Busca, costituita da una piccola casa rustica, un caso da terra e un campo, in seguito acquistata dai Tosco e Balzetti e dal 1902 acquisita dagli Scarafia, già proprietari delle altre due porzioni della struttura dall’inizio dell’Ottocento, come risulta dal Catasto Gatti.

I due rami della famiglia Scarafia, che in seguito acquisiranno anche il lato ovest dell’ex Ospedale di Carità, possedevano, nel periodo della redazione del Catasto Gatti, due rustici, due aie (particelle n° 78 e 81), due orti e due campi. Era inoltre di loro proprietà il forno che serviva la comunità del Villaretto.

Quest’area del borgo è stata di recente completamente smantellata per lasciare spazio a una serie di villette a schiera, organizzate intorno a un cortile centrale.

 

L’ampliamento più recente del borgo si registra nella seconda metà del XX secolo verso ovest, con la costruzione di alcune ville e di bassi palazzi ad uso abitativo.

 

Note

Da Politecnico di Torino Dipartimento Casa-Città, Beni culturali ambientali nel Comune di Torino, Società degli Ingegneri e degli Architetti in Torino, Torino 1984:
BORGATA VILLARETTO
Strada del Villaretto

Borgo rurale.
Borgo rurale formato da un complesso di cascine a corte chiusa; unico esempio osservato nel territorio di Torino, dotato di valore documentario e ambientale.
Complesso di cascine formanti un borgo rurale, feudo eretto in contado a favore del marchese Tana nel 1733; è descritto a fine Settecento dal Grossi come «piccola borgata con cappella campestre sul territorio di Torino». Dal Settecento ad oggi sono avvenute solo divisioni di proprietà e piccoli interventi di ristrutturazione.

A. GROSSI, 1790, pp. 59, 210; CARTA COROGRAFICA DIMOSTRATIVA […], 1791: PLAN GEOMÉTRIQUE […], 1805; [Catasto RABBINI], 1866; TOPOGRAFIA / DELLA CITTÀ […], 1840; E. GRIBAUDI ROSSI. 1970. pp. 248-49.
Tavola: 2/6

Fonti Archivistiche

  • Archivio Storico della Città di Torino, Coll. V, vol. 1063 (Nuova, 1445), f. 96r.
  • Archivio Storico della Città di Torino, Coll. V, vol. 1079 (Nuova, 1464), ff. 64r, 83r.
  • Archivio Storico della Città di Torino, Coll. V, vol. 1082 (Pusterla, 1464), f. 33r
  • Carlo Bosio , Corso del Fiume Stura e suoi brachj, principiando dal porto della Città, sino all’imbocco del fiume Po, sotto al Parco, con la dessignazione e quantità de’ beni di cadun Particolare, che doverebbero concorre nelle spese per tenere detto fiume del suo letto, 1768, Archivio Storico della Città di Torino, Tipi e Disegni, TD rot.12.A
  • Carta Topografica della Caccia, 1760-1766, Archivio di Stato di Torino, Sezione Corte, Carte topografiche segrete, Torino 15 A VI Rosso
  • Plan Geomêtrique de la Commune de Turin, 1805, Archivio di Stato di Torino, Sezioni Riunite, Catasti, Catasto Francese, Allegato A, Mappe del Catasto Francese, Circondario di Torino, Mandamento di Torino, Torino
  • Carta dei Distretti riservati per le Regie Cacce divisa in sette parti, 1816, Archivio di Stato di Torino, Sezione Corte, Carte Topografiche per A e B, Torino, Torino 26
  • Andrea Gatti, Catasto Gatti, 1820-1830, Archivio Storico della Città di Torino, CAG, sez. 1-2
  • Andrea Gatti, Colonnario Territoriale, 1820-1830, Archivio Storico della Città di Torino, COLL TER, sez.2 , art. 35-42
  • Antonio Rabbini, Topografia della Città e Territorio di Torino, 1840, Archivio Storico della Città di Torino, Collezione Simeom, SIM D1803
  • Antonio Rabbini, Mappa originale del Comune di Torino, 1866, Archivio di Stato di Torino, Sezioni Riunite, Catasti, Catasto Rabbini, Circondario di Torino, Mappe, distribuzione dei fogli di mappa e linea territoriale, Torino
  • Istituto Geografico Militare, Carta IGM, 1974, Archivio Storico della Città di Torino, TD 64.7.11

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