Cittadella
Costruita all’indomani della scelta di Torino come capitale (1563), ammirata in tutta Europa e sopravvissuta sino all’Ottocento, la Cittadella è stata a lungo non solo il più saldo polo militare della città, ma la materializzazione stessa del potere sabaudo.
1. Il progetto e il cantiere
La convinzione della necessità di dotare Torino di un polo militare moderno maturò negli anni della guerra franco-imperiale (1551-1559). I primi pensieri per la realizzazione di una cittadella risalgono dunque agli anni Cinquanta del XVI secolo, e si devono a Francesco Horologi (inizio XVI secolo-ante 1577), all’epoca a servizio del re di Francia, il quale proponeva di costruire un forte bastionato pentagonale attorno al castello. Tornata Torino sotto il controllo sabaudo dopo il trattato di Cateau-Cambrésis (1559), lo stesso Horologi era interpellato dal duca Emanuele Filiberto (1528-1580), appena entrato in possesso di una relazione del 1560 in cui l’ingegnere suggeriva quella che, di fatto, sarebbe stata la soluzione definitiva: una cittadella sì pentagonale, ma, come aveva nel frattempo proposto Francesco de Marchi (1504-1576), collocata nel settore occidentale della città, presso la Porta Segusina.
Nel 1561 Horologi viene estromesso dall’incarico perché sospettato di aver venduto segreti al nemico. Il suo progetto non fu tuttavia abbandonato: la cittadella che Francesco Paciotto (1521-1571) realizzò a partire dal 1564, a ben vedere, recuperava interamente la proposta del 1560. Puntualizzata l’area, i lavori procedettero rapidamente, tanto che il 17 marzo 1566 la cittadella veniva inaugurata. L’opera poté comunque dirsi conclusa solo nel 1573, quando furono completate le gallerie di contromina, i rivellini e demoliti gli ultimi edifici degli isolati urbani immediatamente prospicienti.
2. La vita
Ammirata in tutta Europa e oggetto di lusinghieri commenti da parte di almeno tre generazioni di ingegneri militari, la cittadella rappresentò per tutta la durata della sua lunga vita (le opere di demolizione furono avviate nel 1856) il vero e proprio fulcro della difesa torinese. Tanto che, in occasione dell’assedio del 1706, Sèbastien Le Preste de Vauban (1633-1707) – che conosceva la realtà torinese per essere stato consultato una trentina d’anni prima a proposito della forma da dare al fronte occidentale – sconsigliò inutilmente il re di Francia di concentrare su di essa l’assedio. Peraltro, negli anni immediatamente precedenti, si era dato corso all’ultima campagna di interventi di un certo rilievo, la quale, pur mantenendo le strutture cinquecentesche, aveva potenziato le opere esterne con una seconda linea di controguardia e una nuova corona di fortini.
Prima di allora si era intervenuti verso la metà del Seicento e anche in quel caso, senza alterare i fronti bastionati: come mostrano le tavole inserite da Michel Angelo Morello (circa 1622-post 1685) nella propria raccolta di disegni – da confrontare con gli Avvertimenti del padre Carlo (ca. 1600-1665) –, l’attività si era concentrata principalmente sulle caserme e sui fabbricati interni, mentre solo lievi correzioni (un ampliamento del fossato e la creazione di una strada coperta auspicate proprio da Carlo Morello) avevano interessato le strutture difensive.
Bibliografia
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- Promis, Carlo, Gl’ingegneri militari che operarono o scrissero in Piemonte dall’anno MCCC all’anno MDCL, 1871, Forni, Bologna 1973
- Comoli Mandracci, Vera, Torino, Laterza, Roma - Bari 1983 , pp. 5-12
- Roggero Bardelli, Costanza, La cittadella di Torino, in Viglino Davico, Micaela (a cura di), Cultura castellana. Atti del Corso 1994, Istituto italiano dei castelli. Sezione Piemonte Valle d’Aosta, Torino 1995, pp. 43-53
- Scotti Tosini, Aurora, La cittadella, in Ricuperati, Giuseppe (a cura di), Storia di Torino. Dalla dominazione francese alla ricomposizione dello Stato, 1536-1630, Vol. 3, G. Einaudi, Torino 1998, pp. 414-447 Vai al testo digitalizzato
- Viglino Davico, Micaela - Bonardi Tomesani, Claudia, Città munite, fortezze, castelli nel tardo Seicento. La raccolta di disegni “militari” di Michel Angelo Morello, Istituto italiano dei castelli, Roma 2001 , pp. 27-30
- Bonardi Tomesani, Claudia, La capitale e le grandi fortezze di retrovia, in Viglino Davico, Micaela (a cura di), Fortezze “alla moderna” e ingegneri militari del ducato sabaudo, Celid, Torino 2005, pp. 465-479
- Lusso, Enrico, Francesco Horologi e gli ingegneri al servizio di Francia nei decenni centrali del XVI secolo, in Viglino Davico, Micaela - Bruno, Andrea jr. (a cura di), Gli ingegneri militari attivi nelle terre dei Savoia e nel Piemonte orientale (XVI-XVIII secolo ), Edifir, Firenze 2007, pp. 21-32
Fonti Archivistiche
- Biblioteca Nazionale di Firenze (BNF), Magliabechiano XIX, 127, f. 62, HOROLOGI Francesco, Brevi ragioni del fortificare di Francesco Horologi, vicentino, 1551-1559.
- Biblioteca Reale di Torino (BRT), Disegni, II 25
- Biblioteca Reale di Torino (BRT), Militari 178, tav. 17, MORELLO Carlo, Avvertimenti sopra le fortezze di S.A.R. del capitano Carlo Morello primo ingegniero et luogotenente generale di sua arteglier(ia), 1656.
- Istituto Storico e di Cultura dell’Arma del Genio di Roma (ISCAG), BB.ICO. 951/D.8858, tav. 2.
- Archivio di Stato di Torino (ASTo), Corte, Biblioteca antica, Manoscritti, Jb VI 9.
- Biblioteca Reale di Torino (BRT), Militari 62, HOROLOGI Francesco, Brevi ragioni del fortificare di Francesco Horologi, vicentino, copia del 1843.
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