Bastione della Consolata
Il bastione costruito dai francesi a ridosso della torre angolare nordovest della cinta muraria di età romana viene abbattuto insieme a un tratto delle mura romane nell’ambito del progetto di ingrandimento della città e delle sue fortificazioni.
Nella demolizione della imponente struttura, ma soprattutto nell'abbassamento o completo abbattimento di un tratto del muro di cinta di età romana, vengono recuperati numerosi marmi iscritti e decorati, che probabilmente erano stati utilizzati per riparazioni o rinforzi delle murature antiche. Si tratta di lapidi e di frammenti di monumenti funerari che dovevano popolare una vasta area di necropoli immediatamente fuori dalle mura occidentali e settentrionali di Augusta Taurinorum, ma non mancano iscrizioni onorarie di cui ignoriamo la collocazione originaria.
La scoperta desta grande interesse, molte iscrizioni vengono disegnate e copiate e alcune di esse sono viste dallo storico ed erudito veronese Scipione Maffei (Verona 1675-1755) in visita alla corte sabauda. L’anno seguente Vittorio Amedeo II decide di affidare proprio al Maffei l’incarico di allestire il primo nucleo del Museo di Antichità con le epigrafi rinvenute nella demolizione del bastione della Consolata e con altri marmi recuperati dalla Galleria di Carlo Emanuele I. La sede prescelta è il cortile dell’Università.
Bibliografia
- Barocelli, Piero, Sepolcri d’età romana scoperti in Piemonte, in «Bollettino della Società piemontese di archeologia e belle arti», Vol. XI, n. 3-4, 1927, Torino, pp. 86-90 , part. p. 89 Vai al testo digitalizzato
- Mercando, Liliana, Il recupero del passato, in Mercando, Liliana (a cura di), Archeologia a Torino. Dall'età preromana all'alto Medioevo, U. Allemandi, Torino 2003, pp. 37-83 , part. pp. 45, 52-53
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Ente Responsabile
- MuseoTorino
- Soprintendenza per i Beni Archeologici del Piemonte e del Museo Antichità Egizie