Necropoli di Palazzo Carignano
Una porzione di necropoli tardoantica è venuta alla luce nel cortile interno a Palazzo Carignano durante i lavori per la realizzazione di una sala interrata.
1. Introduzione
Tra il 1989 e il 1990 è stato effettuato lo scavo archeologico estensivo del cortile interno di Palazzo Carignano come operazione preliminare alla realizzazione della nuova sala sotterranea inclusa nel progetto di ristrutturazione dell’intero complesso. I lavori, durati circa tre mesi, hanno evidenziato la presenza di 24 tombe a inumazione di diverse tipologie.
2. La necropoli
La necropoli viene realizzata in una zona non edificata immediatamente esterna alle mura. L’area cimiteriale è divisa in due da un muro orientato sull’asse est-ovest, al temine del quale, a sud, erano visibili le tracce di un percorso viario in battuto di ghiaia, probabilmente la strada di accesso alla necropoli. L’area funeraria non pare avere un’organizzazione topograficamente pianificata e alcune tombe possono essersi aggiunte nel corso del tempo negli spazi liberi.
Nell’area scavata sono state riconosciute 24 tombe a inumazione con i resti di 26 individui, quasi tutte sistemate a sud del muro. La maggior parte delle sepolture era orientata con la testa del defunto a ovest.
3. La tipologia delle sepolture
Circa metà delle deposizioni era in semplici fosse, in alcuni casi coperte da tegole di reimpiego oppure risultate riempite di grossi ciottoli, probabilmente derivanti dal tumulo superiore. Scarsissime sono le tracce della presenza di bare in legno e solo in un caso è possibile ipotizzare un sudario.
Accanto alle semplici fosse erano alcune tombe a cappuccina, strutture con il fondo in terra o in tegole, coperte a doppio spiovente con dei tegoloni.
Sono state messe in luce anche alcune tombe a cassa di muratura, probabilmente attribuibili a personaggi più abbienti, molto danneggiate dalle attività di spoliazione per il recupero dei laterizi.
4. I materiali di corredo
Le tombe a fossa sono per lo più prive di corredo e solo in un caso il defunto ha al polso un bracciale in bronzo. Pochi sono i materiali anche nelle altre sepolture, ma meritano particolare attenzione alcuni vaghi di collana, un’applique in bronzo con protome equina e un pregevole anello.
Alcuni bracciali in bronzo con parti terminali appiattite e configurate a testa di serpente, sono elementi ornamentali molto diffusi tra IV e V secolo, ma in uso ancora nel VI. La deposizione di cospicui gruzzoli di monete in alcune tombe orienta per una datazione della necropoli dalla media età imperiale fino almeno al V secolo.
Bibliografia
Fonti Archivistiche
- Archivio SBAPMAE
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Ente Responsabile
- Mostra Torino: storia di una città
- Soprintendenza per i Beni Archeologici del Piemonte e del Museo Antichità Egizie