Scheda: Luogo - Tipo: Edifici

Musy Torino, già Musy padre e figli, gioielleria

Antica e prestigiosa gioielleria torinese, costituisce uno dei più interessanti e raffinati esempi di arredo urbano ottocentesco del capoluogo torinese perfettamente conservato la cui eleganza caratterizza l'imbocco dei portici di via Po dal 1865.


VIA PO 1

Notizie dal: 1707

Distruzione: 1818

Costruzione: 1818

Rifacimento: 1865

Variazione: 2011
passaggio di proprietà e rinnovo

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  • negozio | risorgimento

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  • mostra risorgimento | locali storici

1. Notizie storiche

Nel 1707 Giacomo Musy, originario di Massonay, nello Chablais, formatosi come orologiaio a Ginevra, si stabilì ed avviò la propria attività a Torino nella manica oggi scomparsa che univa Palazzo reale a Palazzo Madama. La sua attività fiorisce rapidamente tanto che nel 1765 gli eredi possono fregiarsi ed esibire gli stemmi di fornitori della Real Casa. (1)  Neppure l'incendio della bottega che nel 1818 li costringe a un forzato trasferimento all'imbocco dell'elegante via Po, frena la loro ascesa. Questa è anzi l'occasione per fare del negozio, realizzato nel 1865 dall'ebanista Andrea Perelli, un salotto per l'altolocata committenza (2). All'inizio del Novecento i suoi modelli, in parte tutt'ora conservati e premiati a più riprese, fa guadagnare ai Musy il Diploma d'Onore all' Esposizione Internazionale di Arte Decorativa Moderna del 1902 (3). Il negozio rimane in mano alla famiglia fino al 2011; i nuovi proprietari, che acquisiscono anche il marchio, riaprono in quello stesso anno dopo interventi che hanno rinnovato gli ambienti e restaurato in modo accurato e attento gli arredi, per preservare le caratteristiche originali del negozio.

2. Arredi esterni

L'austero disegno dell'esterno affascina per la sua eleganza. La devanture è costituita da un imponente monoblocco in legno dipinto di nero e profilature dorate che incornicia le due vetrine. Realizzato nel 1865 dell'ebanista Andrea Perelli, rispetta integralmente il progetto conservato all'Archivio Storico della Città. La struttura esterna utilizza svariati materiali: il marmo nero di Como e del Belgio per lo zoccolo ed alcune pannellature, il marmo bianco per la soglia, il legno di noce per l'insegna, le cornici e alcuni pannelli. Questi sono impreziositi da cornici in ottone dorato che sottolineano la forma del pannello; sul portainsegna compaiono, come ricca decorazione, gli stemmi di fornitori di Casa Ducale e poi di Casa Reale: gli elementi ornamentali e le lettere dell'insegna erano originariamente dorati con oro zecchino. Interessante e raro è il sistema di chiusura, realizzato probabilmente dallo stesso Perelli che consente alla vetrina di rientrare e ruotare all'interno mediante rotaie mobili per permettere la fuoriuscita delle ante in ferro che, raccolte a libro ai lati della vetrina le chiudono sigillando così la facciata come un forziere. Allo stesso scopo la vetrina accanto alla porta d'ingresso ruota invece verso l'interno. Una targhetta metallica all'interno della parte superiore riporta il marchio di fabbrica delle tre vetrine di produzione parigina a testimonianza degli stretti rapporti culturali e commerciali tra i Musy e la capitale francese (4).

 

3. Arredi interni

L'interno, tre locali dai soffitti a volta, è arredato con ricercatezza. L'arredo coevo alla devanture ne riprende il disegno, i materiali e la colorazione:  un raffinato "salotto" composto da scaffalature, banconi, tavoli, poltroncine, vetrine, giocato sull'accostamento dei colori contrastanti, velluti rossi, arredi nero e decori oro. La parte alta delle pareti, rivestite di una tappezzeria in velluto cremisi, sostituita con l'ultimo restauro, è rifinita da alte cornici lignee laccate di nero con fascetta a ovuli dorata. Anche lo zoccolo, le chiambrane, le porte di passaggio e gli archi sono sottolineati da pannellatura nera. E' ancora funzionante un orologio a colonna, dalle medesime caratteristiche stilistiche dell'arredo. Con la riapertura nel 2011 sono state modificate le vetrine per l'argenteria in acciaio e ampi cristalli degli anni '30, abbassate in funzione della presentazione dei gioielli, inoltre la storica illuminazione di lampadari in ottone dorato e cristallo è stata sostituita da lampadari moderni sospesi alle volte profilate di nero. Nell'occasione si è aggiunta la terza sala, prima adibita a ufficio e laboratorio, con scala a chiocciola in ferro per il mezzanino, ora zona più riservata in cui si conservano gli attestati un tempo esposti nella sala principale e una cassaforte dal fronte decorato, eseguita per la ditta Musy con due cassettiere blindate dal serraturiere meccanico torinese Paolo Acquadro.

Note

(1) Il figlio Luigi fu ammesso nell'Università dei mastri orologiai nel 1754. Insieme con il fratello Claudio, il 30/4/1765, fu nominato orologiaio e fornitore di Luigi di Savoia, Principe di Carignano, carica in cui, alla sua morte, gli successe il figlio Pietro Nicolao nel 1787. Lo stesso Pietro Nicolao nel 1814 fu nominato fornitore di Carlo Alberto e, due anni più tardi, fornitore della Real Casa di Vittorio Emanuele. Negli anni successivi i figli di Pietro Nicolao, Carlo Luigi e Stefano Amedeo, mastri orologiai dal 1814, divennero anch'essi fornitori della Real Casa e nel 1837 ottennero, da Eugenio di Savoia, principe di Carignano, la patente di gioiellieri. Nella gestione della ditta seguirono poi i tre figli di Carlo Luigi,  Antonio, Giuseppe e Vincenzo: nel 1882 Vincenzo, cavaliere, insieme con il nipote Amedeo, figlio di Antonio, fu nominato fornitore della Real Casa di Umberto I°. Già nel 1869 ai Musy si era unito Carlo Lecchio, cui seguirono nella ditta due nipoti, i fratelli Roggero. Nel 1925 la ditta Musy padre & figli ottenne patente di fornitore da Vittorio Emanuele III, nel 1927 da S.A.R. il Duca degli Abruzzi e nel 1931 dal Principe di Piemonte; parallelamente al 1925 risale il brevetto di fornitore della Real Casa della regina madre Margherita di Savoia conferito al cav. Mario Roggero.

(2) Facciata da collocarsi al negozio dei Signori/Musy padre e figli in via di Po N 3 casa propria, Perelli Andrea Ebanista, 15 luglio 1865, ASCT, TD. 94.1.266

(3) L'archivio è stato depositato dagli eredi all'Archivio di Stato di Torino

(4) "SIEGEL & HOMMEY/USINE: Rue de la Chine/MAGASINS: 19, Rue Reaumur PARIS".

Fonti Archivistiche

  • A.S.C.T., TD 94.1.266, Facciate di negozi, 1851-1899, Torino, 15 luglio 1865
  • Legge Regionale 4 marzo 1995/n. 34 “Tutela e valorizzazione dei locali storici” catalogo Guarini Piemonte, presso CSI Piemonte, Galfione-Barozzo P., Ruffino M.P., 1998, scheda n. R0081995 e allegati
  • Archivio di Stato di Torino

Fototeca

Ente Responsabile

  • MuseoTorino, 2017