Piazza San Giovanni, la basilica paleocristiana di San Giovanni
Nelle sale del Museo Diocesano, allestito nella chiesa inferiore del Duomo, si conservano le tracce dell’abside del battistero, successivamente trasformato nella basilica di San Giovanni, e del portico di ingresso all’antica cattedrale.
1. Introduzione
Prima del sorgere del quartiere episcopale, l’area situata nel settore nord-orientale della città antica, era occupata da edifici residenziali o commerciali privati della prima età imperiale, ai quali si sostituì, intorno alla metà del II secolo d.C., un complesso monumentale pubblico, che non pare abbia però espropriato tutto l’isolato. Case, botteghe o taverne affacciate a ovest sulla strada (il cardine minore che costeggiava il teatro, ricalcato dall’attuale via XX Settembre) sono infatti emerse per brevi tratti negli scavi condotti sotto la scalinata principale del Duomo. Queste risultano sopravvissute a lungo, fino al completamento del complesso delle tre basiliche, avvenuto tra la fine del V e la metà del VI secolo, quando il fronte ovest fu atterrato per liberare l’affaccio delle chiese sul cardo e dotare il gruppo cattedrale di un ingresso monumentale.
L’assetto medievale della cattedrale di Torino precedente la costruzione dell’attuale Duomo era noto soltanto dai documenti scritti: a nord la chiesa del Salvatore, affidata ai canonici, al centro S. Giovanni Battista, con la cattedra del vescovo e il fonte battesimale, a sud S. Maria con prevalenti funzioni parrocchiali per il quartiere circostante. Nessuna testimonianza archeologica era però nota sulle vicende edilizie di S. Giovanni prima degli scavi dell’ultimo decennio, che ne hanno invece rivelato poche, ma preziose, tracce materiali.
2. L’abside del battistero di San Giovanni
Gli scavi compiuti nell’anno 2000 nel sottosuolo del braccio nord del transetto del Duomo hanno identificato la fossa curvilinea di un’abside: l’unica traccia rimasta “in negativo” di una parete absidale smontata fino all’ultimo filare di fondazione per recuperare pietre e materiali edilizi da usare in una nuova costruzione. Queste “fosse di spoliazione” sono ben individuabili grazie alle differenze di composizione e consistenza degli strati di terreno e compaiono molto frequentemente negli scavi archeologici, rendendone sicura l’interpretazione. L’abside in questione, che ha tagliato precedenti strutture romane, presenta spessore, curvatura e quota di imposta del tutto simili a quelli della vicina abside della basilica del Salvatore, databile alla fine del IV secolo, al tempo del primo vescovo Massimo. La ricostruzione dello sviluppo della struttura scomparsa e la sua posizione suggeriscono che appartenesse a un edificio a navata unica, annesso alla chiesa del Salvatore e probabilmente identificabile con il battistero della prima cattedrale torinese.
3. La basilica paleocristiana di San Giovanni
Dati archeologici e considerazioni storiche fanno ipotizzare che la ricostruzione del battistero in chiesa a tre navate sia avvenuta entro la prima metà del VI secolo. La crescente devozione a san Giovanni Battista, verificatasi in quei decenni, favorì la trasformazione e portò questa chiesa a prevalere sulle altre due, diventando sede della cattedra del vescovo e trasmettendo poi il ruolo di cattedrale al Duomo nuovo, insieme alla dedica a Giovanni Battista, tuttora santo patrono di Torino. In ogni caso sappiamo che a metà del VII secolo certamente S. Giovanni era una basilica con il fonte battesimale al suo interno, nella navata centrale: la descrizione emerge dal racconto dello storico dei Longobardi Paolo Diacono (720-799) sull’assassinio del duca di Torino Garipaldo, avvenuto proprio in S. Giovanni nel giorno di Pasqua dell’anno 662, per mano di un sicario che lo attendeva in agguato tra le colonnine che sostenevano la copertura del fonte battesimale.
4. L’ingresso monumentale
La trasformazione in chiesa di S. Giovanni e l’edificazione di S. Maria, attuate tra la fine del V e la metà del VI secolo, completarono il notevole gruppo di tre basiliche gemelle, adiacenti e allineate. L’ampliamento del complesso richiese anche di liberare l’affaccio su strada e di dotare la cattedrale di un ingresso monumentale. Due tratti di larghe fondazioni di colonnati intercettate nel sottoscala del Duomo possono appartenere a un portico coperto edificato sull’asse della chiesa di S. Giovanni.
A partire dalla fine del VI secolo, il portico fu chiuso con pareti piene elevate tra le colonne e trasformato in un largo corridoio, ma l’utilizzo di questa manica di ingresso non durò a lungo e sui resti della sua demolizione, avvenuta ancora nel corso dell’alto Medioevo, si espanse il cimitero.
Cronologia
Fine IV secolo – Costruzione del battistero ad aula absidata;
Fine V–prima metà del VI secolo – Costruzione della basilica e del portico di ingresso occidentale;
Fine VI–VII secolo – Ristrutturazione dell’ingresso.
Bibliografia
- Pejrani Baricco, Luisella, L’isolato del complesso episcopale fino all’età longobarda, in Mercando, Liliana (a cura di), Archeologia a Torino. Dall’età preromana all’alto Medioevo, U. Allemandi, Torino 2003, pp. 301-317
- Rondolino, Ferdinando, Il Duomo di Torino illustrato, Roux Frassati, Torino 1898 Vai al testo digitalizzato
- Casiraghi, Giampietro, Religione, cultura e società: San Pietro «de Curte Ducis», monasteri e chiese, in Sergi, Giuseppe (a cura di), Storia di Torino. Dalla preistoria al Comune medievale, Vol. 1, G. Einaudi, Torino 1997, pp. 363-371 Vai al testo digitalizzato
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- Pejrani Baricco, Luisella, La basilica del Salvatore e la cattedrale di Torino: considerazioni su uno scavo in corso, in Mercando, Liliana - Micheletto, Egle (a cura di), Archeologia in Piemonte. Il Medioevo, Vol. 3, U. Allemandi, Torino 1998, pp. 133-149
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