Cascina Pan e Vin
Cascina a corte chiusa di origine seicentesca. E’ una delle pochissime cascine ad avere un nome di pura fantasia e non desunto dal cognome del proprietario né dal suo titolo nobiliare né dalla sua carica presso la Corte sabauda. All’inizio del Novecento parte dei fabbricati furono trasformati e utilizzati come residenze private.
All’inizio dell’attuale via Fossata, strada che conduce alla cascina omonima, quasi all’angolo con corso Vercelli sono visibili i resti della cascina Pan e Vin. Come afferma E. Gribaudi Rossi la cascina Pan e Vin è “una delle pochissime ad avere un nome di pura fantasia” e non desunto dal cognome del proprietario né dal suo titolo nobiliare né dalla sua carica presso la Corte sabauda.
La cascina risale almeno alla fine del seicento, come si può notare nella Carta della montagna del 1694 dove viene rilevata come “Pa e Vin” in un’area dove si annotano presenze di strutture rurali fin dal XV secolo. In quel periodo la cascina presenta un impianto planimetrico ad “L” e corte chiusa. E' presente sulle carte dell'assedio 1706.
Viene rilevata e descritta dall’architetto Amedeo Grossi nel 1790 come “cascina con casino e cappella e giardino del signor Decurione e Tesoriere Carlo Maria Giuseppe Fantoni” situata lungo la strada di Chivasso distante tre quarti di miglio da Torino”. In quel periodo la cascina risulta ampliata mediante l’edificazione di una nuova manica che trasforma la planimetria in una “C”. È possibile che la denominazione derivi dalla presenza nella cascina di un qualche punto di ristoro sulla strada per Milano.
Un ulteriore ampliamento si registra nelle mappe del Catasto napoleonico del 1805 dove si nota, altresì, la formazione di una nuova corte speculare alla prima.
Nel 1820, come si evince dal Catasto particellare Gatti, non si registrano variazioni planimetriche e la cascina risulta composta da case rustiche, cortili, giardini e orti. Il Gatti attribuisce la proprietà ai fratelli Fantoni Lorenzo Pio e Giovanni Paolo. Nel 1840 e poi nel Catasto del 1866, il geometra Antonio Rabbini non rileva variazioni planimetriche.
La cascina Pan e Vin rimane agli eredi dei Fantoni fino al 1880 quando l’edificio e i terreni circostanti vengono acquistati dai fratelli Isaia ed Emilio Momigliano, molto attivi in zona nella compravendita di terreni. La cascina perde la sua funzione e i terreni vengono frazionati per costruirvi le case del nascente quartiere Barriera di Milano.
Tra la prima e la seconda metà del XX secolo, la cascina Pan e Vin, ha subito diverse demolizioni e per tale motivo è ora visibile solo la parte del fabbricato su via Fossata; non c’è traccia del casino e della cappella che probabilmente erano posizionati su corso Vercelli. Gli edifici sono disposti su due piccole corti, mentre le antiche stalle, i fienili e i casi da terra (depositi di attrezzi e prodotti agricoli) sono stati trasformati in abitazioni ed ancora oggi assolvono la medesima funzione.
Note
Da Politecnico di Torino Dipartimento Casa-Città, Beni culturali ambientali nel Comune di Torino, Società degli Ingegneri e degli Architetti in Torino, Torino 1984:
PAN E VIN
Via della Fossata 2, 4
Cascina di pianura.
Segnalazione di reliquato di edificio civile e rurale di significato documentario, ora inserito sul costruito ed in uso abitativo.
Nell'ultimo quarto del Settecento, esisteva una cascina con casino e cappella; il tracciamento della Route d'Italie, all'inizio dell'Ottocento, determina la separazione dai suoi territori.
A. GROSSI, 1790, I, 102; CARTA COROGRAFICA DIMOSTRATIVA […], 1791, 31, C. 3; PLAN GEOMÉTRIQUE […], 1805; [Catasto RABBINI], 1866; TOPOGRAFIA / DELLA CITTÀ […], 1840; E. GRIBAUDI ROSSl, 1970, pp. 186-191.
Tavola: 26
Bibliografia
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- Rabbini, Antonio, Elenco dei nomi dei proprietari delle cascine, ville e fabbriche designate sulla carta topografica della città, territorio di Torino e suoi contorni, G.B. Maggi, Torino 1840 , n. ordine 339 Vai al testo digitalizzato
- Politecnico di Torino. Dipartimento Casa Città, Beni culturali ambientali nel Comune di Torino, Vol. 1, Società degli ingegneri e degli architetti in Torino, Torino 1984 , p. 547 Vai alla pagina digitalizzata
- Gribaudi Rossi, Elisa, Cascine e ville della pianura torinese: briciole di storia torinese rispolverate nei solai delle ville e nei granai delle cascine, Gribaudi, Torino 1988 , pp. 186-187
- Ronchetta, Chiara - Palmucci Quaglino, Laura (a cura di), Cascine a Torino: “La più bella prospettiva d’Europa per l’occhio di un coltivatore”, Camera di commercio, industria, artigianato e agricoltura, Torino 1996 , p. 250
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Fonti Archivistiche
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- Istituto Geografico Militare, Carta IGM, 1974, Archivio Storico della Città di Torino, TD 64.7.11
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