Aurora
Fondata nel 1919, in via della Basilica, dall’imprenditore Isaia Levi, la Ditta Aurora viene destinata alla produzione e al commercio di strumenti per la scrittura, realizzando nel corso negli anni un marchio di successo ancora oggi sia in Italia sia all’estero. Negli anni Cinquanta, a ridosso dell’Abbadia di Stura, la ditta Aurora costruisce il suo stabilimento dopo che quello originario era stato distrutto durate i bombardamenti del 1943. Quello di Abbadia di Stura è ancora oggi l’edificio ove ha sede la storica azienda di penne stilografiche. Dal 2016 parte dello stabilimento è dedicata all’Officina della Scrittura.
01. La ditta Aurora
È il 1919 quando in un’Italia ancora segnata dalla prima guerra mondiale, un ricco mercante tessile (Isaia Levi), fonda a Torino in via della Basilica 9 la prima industria italiana per la produzione delle penne a serbatoio. Nel 1943 il laboratorio originario viene raso al suolo dai bombardamenti alleati e l’azienda è costretta a riprendere le attività in un’altra sede, che viene costruita nei pressi dell'Abbadia di Stura a ridosso del chiostro e della chiesa omonima, ove l’azienda ha sede ancora oggi. Negli anni Sessanta la proprietà passa alla famiglia Verona, che ancora oggi la dirige. Lo stabilimento di Abbadia di Stura occupa 10 mila metri quadrati e attualmente impiega circa 80 dipendenti.
L’Aurora ha, sin dalle origini, avuto grande sensibilità per la comunicazione e per il design, avvalendosi della collaborazione di artisti e designer che hanno contraddistinto il panorama nazionale del Novecento: Nizzoli, Steiner, Zanuso, Giugiaro e Bodino, solo per citarne alcuni. Le stilografiche Aurora sono entrate a far parte della vita quotidiana degli italiani: tutti coloro che sono stati bambini tra il 1950 e il 1980 hanno imparato a scrivere con un’Aurora, spesso con l'Auretta. La ditta Aurora è entrata anche nella storia del design con i suoi modelli all’avanguardia, come ad esempio i celebri modelli “88” o “Hastil”, quest’ultimo disegnato da Marco Zanuso, è esposto al MOMA di New York.
02. L'Aurora design fra il 1920 e il 1940
Nel 1919, come già detto, viene fondata a Torino, in via Basilica, la Fabbrica italiana di penne a serbatoio Aurora. La scelta del suo fondatore, l’imprenditore Isaia Levi, di investire nella produzione e nel commercio di piccoli strumenti per la scrittura (penne stilografiche in particolare, oltre a matite, inchiostri e articoli di cancelleria) deriva dalla percezione delle potenzialità del settore, superando la soglia della piccola produzione, già presente a Torino in quegli anni, per acquisire una dimensione industriale a livello internazionale.
I modelli degli anni Venti sia in ebanite e in metalli sia in celluloide testimoniano una linea di tendenza consolidatasi nel tempo. Il successo di Aurora è trainato da un’efficace promozione commerciale, anche attraverso la partecipazione alle Fiere di Milano e Lipsia, e diversificando la produzione al fine di raggiungere diverse tipologie di clientela.
Durante la prima metà degli anni Trenta si succedono altri modelli come Superba, derivata dalla Duplex, Internazionale, Novum, Asterope ed Etiopia, pronta a sfruttare il traino pubblicitario dell’impresa coloniale italiana. La guerra crea allo stabilimento gravi danni a causa dei bombardamenti aerei nell’autunno 1943.
La produzione viene così interrotta e ripresa a fine 1943 con ritmi molto ridotti nella nuova sede di Abbadia di Stura. Verrà costruito un edificio per ospitare uffici, impianti e magazzini in locali più adeguati alle nuove dimensioni aziendali. Gli anni della ricostruzione sono segnati dalla produzione di un nuovo modello di penna, che otterrà grande successo in Italia e all'estero, lanciata nel 1947, tra le più famose e note dell’Aurora: il modello 88, disegnato da Marcello Nizzoli, pittore, architetto, pubblicitario e designer.
03. L'Aurora dagli anni Cinquanta ad oggi
Intorno alla metà degli anni cinquanta l’Aurora registra una battuta di arresto. Mentre cala l’interesse del pubblico per la "88", ormai vecchia di sette anni, e inizia la diffusione della penna a sfera, stenta ad affermarsi la nuova Duo Cart, una penna economica con caricamento a cartuccia realizzata in polietilene su progetto di Giulio Natta, premio Nobel per la chimica, la cui produzione in serie ha posto problemi tecnici risolti tramite lunghi studi e ripetute prove. L’azione imprenditoriale e manageriale di Franco Verona, a partire dal 1958, si sviluppa attraverso interventi pragmatici ma efficaci che consentono all’impresa un discreto recupero già nei difficili anni Sessanta, attraverso la produzione di nuovi modelli di penne stilografiche per rilanciare l’Aurora.
A fine anni Sessanta l’Aurora intensifica la collaborazione con i designer, intrecciando le idee creative con le capacità tecniche e meccaniche sempre ben radicate in azienda e con un uso innovativo della pubblicità, tramite consulenti di livello come lo Studio Barale.
Il primo designer coinvolto nella produzione è Marco Zanuso, il quale disegna per la ditta due penne destinate a collocarsi tra le icone contemporanee non solo degli strumenti per la scrittura ma del made in Italy nel mondo: la stilografica cilindrica Hastil del 1970 e una penna a sfera, la piatta Thesi, del 1974. Nell’arco di un ventennio, tra gli anni novanta del Novecento e gli anni dieci del Duemila, l’Aurora ottiene un rinnovato successo e un incremento delle vendite che si estende alle produzioni per le grandi firme internazionali, come Cartier, Yves Saint Laurent, Givenchy.
04. Cronologia
1919: Fondazione in Via Basilica a Torino della Fabbrica italiana di penne a serbatoio Aurora.
1920-1929: Produzione dei primi modelli di penne in ebanite e in metalli preziosi, RA e ARA, e in celluloide, Duplex.
1931-1937: Si succedono altri modelli come Superba, derivata dalla Duplex, Internazionale, Novum, Asterope ed Etiopia, e inizia l’espansione a livello internazionale in Francia, in Spagna e in America Latina.
1937-1940: Escono nuovi modelli come Superna, Optima, Topolino e Biancaneve, Iridia, ML, e Selene, costruita nella lega di acciaio Platiridio.
1943: I bombardamenti aerei colpiscono la vecchia sede di Via Basilica, a Torino. La produzione viene quindi interrotta e ripresa nello stabilimento di Abbadia di Stura.
1956-1957: Sono introdotti i modelli 888 e Duo Cart, con cartucce in polietilene, su progetto di Giulio Natta, premio Nobel per la chimica.
1963-1965: Esce la 98, disegnata da Albe Steiner, seguita dall’Auretta, una penna economica prodotta in plastica e rivolta soprattutto agli studenti.
1970: Marco Zanuso disegna per Aurora una stilografica, la cilindrica Hastil, e Giorgetto Giugiaro il modello Design.
1980: Giugiaro disegna il modello Kona.
2000-2002: Giampiero Maria Bodino disegna i modelli Talentum e Leonardo da Vinci.
Bibliografia
- Debenedetti, Rodolfo, Nato ad Asti: vita di un imprenditore, Marietti, Genova 1989
- De Ponti, Luca (a cura di), La storia dell’Aurora dal 1919 ai giorni nostri, Editando, Milano 1995
- Penna, inchiostro e calamaio. Gli strumenti per la scrittura e la loro storia, U. Allemandi, Torino 2008
- Ruggiero, Claudio, L'oro d'Italia. Storie di aziende centenarie e famigliari, Maggioli, Santarcangelo di Romagna 2011-2013
Sitografia
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