Caserma Pietro Micca
La caserma di fanteria è costruita nel 1885 su progetto del capitano Eugenio Bella ed è oggi sede del Comando provinciale dei Carabinieri.
L’edificio è posto sul lato sud-ovest dell’isolato compreso tra le vie Cernaia, Amedeo Avogadro, Sebastiano Valfrè e Vittorio Amedeo II, dove dal 1862 era presente la caserma della Cernaia.
Il progetto è approvato dalla Giunta Municipale il 26 agosto 1885 (ASCT, Progetti Edilizi, pratica n. 293, 1885) e la caserma Pietro Micca viene realizzata per ospitare un reggimento di fanteria in modo tale da alloggiare con la Cernaia un’intera brigata (due reggimenti). In seguito alla realizzazione delle due caserme, vennero via via aggiunti corpi di fabbrica disposti lungo le vie Avogadro e Vittorio Amedeo II (ASCT, Serie 1 K, Piani Regolatori-Decreti, vol. 14, doc. 43).
Nella progettazione dell’impianto planimetrico gli ufficiali del Genio presero atto della mancanza del filo stradale lungo il quale attestare la facciata principale e cercarono di tener libero da costruzioni il prolungamento delle vie già esistenti. In assenza di un piano regolatore per l’arco il Comitato d’Artiglieria e Genio dispose che la linea di fabbricazione della nuova caserma fosse quella indicata da via Sebastiano Valfré.
La parte centrale della caserma, su via Valfré, è arretrata di sei metri rispetto al filo stradale. I progettisti, capitano Eugenio Bella e ingegner Griffa, tennero in gran conto i vincoli imposti dai regolamenti di salubrità e igiene che imponevano che in ogni caserma vi fossero 25 metri cubi d’aria per letto e che le camerate ricevessero direttamente aria e luce dall’esterno. L’altezza di ogni piano è di 5,50 m circa e il piano terreno è rialzato di 1,50 m dal suolo in modo da poter utilizzare i sotterranei così resi luminosi e ventilati (ASCT, Progetti Edilizi, pratica n. 293, 1885). Il Bella adotta un impianto longitudinale e simmetrico rispetto all’asse trasversale, sul quale si apre l’accesso principale. Ai lati dell’ingresso due ampie rampe conducono al piano rialzato, mentre le scale di servizio sono poste all’interno di due corpi aggettanti, rispettivamente a un terzo e a due terzi della lunghezza della manica la quale, diversamente dalla Cernaia, presenta un corridoio centrale con locali laterali.
Dal 1948 sono eseguite una serie di opere di riparazione dei danni bellici. I lavori, che coinvolgono tutti i piani dell’edificio e includono anche l’installazione dell’impianto di riscaldamento, sono affidati al geometra avvocato Paolo Vogogna della Società Costruzioni Edili Piemontese (SCEP) e supervisionati dall’ingegnere di sezione Arturo Trevès e dall’ingegnere capo Goretta Mosca. Nel 1956 viene costruito il refettorio dei Carabinieri del Battaglione Mobile e sono rinnovati gli impianti igienici (ASTo, mm. 4534, 4536, 4537, 4540, 4543, 4534).
La facciata della caserma Pietro Micca non è condizionata da quella della preesistente Cernaia, in quanto i due edifici prospettano su vie diverse. L’intero edificio, su quattro piani fuori terra, è in mattoni rossi paramano mentre sono in pietra chiara: le cornici marcapiano e quelle delle finestre, la decorazione dell’ingresso principale e il cornicione lungo la linea di gronda costituito da una serie di archetti alternati a mensole a richiamare le caditoie di una fortificazione. La stessa percezione è suggerita dalla presenza di muri a scarpa nella parte bassa.
Pensato per soddisfare non solo le norme igieniche ma anche i canoni estetici, il disegno delle facciate e in particolare delle finestre s’ispira a Palazzo Venezia in Roma di Bernardo Rossellino (all’epoca del Bella erroneamente attribuito a Giuliano da Maiano, architetto fiorentino) e conferisce alla caserma quel carattere di robustezza proprio degli edifici militari.
Da Politecnico di Torino Dipartimento Casa-Città, Beni culturali ambientali nel Comune di Torino, Società degli Ingegneri e degli Architetti in Torino, Torino 1984:
CASERME CERNAIA E PIETRO MICCA, CORPO DI POLIZIA STRADALE
Via Cernaia 23, Via Vittorio Amedeo II, Via Valfrè, Via Avogadro
Caserma e altre attrezzature militari in origine Scuola di Applicazione dei R. Carabinieri.
Complesso di edifici parzialmente di valore storico-artistico, significativo polo ambientale della grande arteria al cui stile si subordinano gli edifici eclettici antistanti.
I1 capitolato, firmato dal generale Barabino nel 1864, comprende la caserma Pietro Micca (costruita su disegno ing. Griffa) e la Cernaia, opera del gen. Castellazzi e di Camillo Riccio.
AA.VV., Guida [..j, 1982, p. 27.
Tavola: 41
Bibliografia
- Politecnico di Torino. Dipartimento Casa Città, Beni culturali ambientali nel Comune di Torino, Vol. 1, Società degli ingegneri e degli architetti in Torino, Torino 1984 , p. 311 Vai alla pagina digitalizzata
- Bracco, Giuseppe, Domanda pubblica e domanda privata nella crescita della città, in Bracco, Giuseppe - Comoli Mandracci, Vera (a cura di), Torino da capitale politica a capitale dell’industria. Il disegno della città (1850-1940), Vol. 1, Archivio storico della Città di Torino, Torino 2004, pp. 3-33 , pp. 8-10
- Borasi, Vincenzo, La presenza dei militari, in Bracco, Giuseppe - Comoli Mandracci, Vera (a cura di), Torino da capitale politica a capitale dell’industria. Il disegno della città (1850-1940), Vol. 1, Archivio storico della Città di Torino, Torino 2004, pp. 167-186
- Rosato, Salvatore, La Scuola di applicazione di Torino tra Otto e Novecento: formazione e campi di ricerca in ambito militare, Tesi di laurea, Politecnico di Torino, Facoltà di Architettura, a.a. 1998/99, relatore Vera Comoli Mandracci , pp. 197-202
Fonti Archivistiche
- Archivio Storico della Città di Torino (ASCT), Progetti Edilizi, pratica n. 293 (1885)
- ASCT, Serie 1 K, Piani Regolatori-Decreti, vol. 14, doc. 43
- Archivio di Stato di Torino (ASTo), Genio Civile, Sezione I – Caserme (1945-1955), mm. 4534, 4536, 4537, 4540, 4534, 4543.
- Archivio della 1^ Direzione Genio Militare, A1^DGM, mob. A, cass. 2, cart. 4, s.d.
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Ente Responsabile
- CeSRAMP - Centro Studi e Ricerche storiche sull’Architettura Militare in Piemonte